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 mercoledì 28 maggio 2014

TECNOLOGIE

La radio che cambia

di Salvatore Anzà


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Dire radio, per la maggior parte di noi, significa pensare all’apparecchio che ci porta in casa musica, notizie, bollettini meteo e quotazioni di Borsa. In realtà, ne è passata acqua sotto i ponti dall’intuizione di Marconi e dalla sua geniale capacità di manovratore delle onde hertziane.

Oggi, siamo di fronte ad un mondo tecnologico che va dai ponti radio alle trasmissioni via satellite, includendo tutto l’universo televisivo, i telefoni cellulari, i sistemi di geolocalizzazione, nonché le immagini mai viste prima, inviate via radio dalle sonde spaziali che hanno trasformato la nostra visione dell’universo.

Con l’evoluzione della tecnologia, alla fine degli anni ‘70, mentre negli Stati Uniti s’incominciano a vedere le prime antenne paraboliche per la ricezione diretta da satellite, compare un’altra invenzione rivoluzionaria: la fibra ottica.

Una fibra in vetro che invia messaggi tramite impulsi laser. Con essa, entra nel linguaggio corrente la parola: cablare, dall’inglese cable che, se da un lato si traduce con la semplice parola cavo, dall’altro racchiude, in un termine solo, il futuro della comunicazione.

La radio, che non necessita di cavi, ha un’enorme flessibilità di prestazioni e permette una rapidità di messa in opera come null’altro. In questo panorama futuristico, la radio ha fatto passi da gigante ed è, e rimane, un mass media unico nel suo genere. Essa e il suo metodo di utilizzare la musica stanno diventando la sonorità di internet, quello che Menduni chiama “l’orecchio di internet”.

Nel legame diretto, che ha fatto nascere e proliferare le web radio, particolare importanza è dovuta alla facilità con la quale i file audio si possono trasmettere, a differenza, ad esempio, dei file audio-video. La strada della radio è, perciò, ormai interconnessa con il web.

Le web-radio hanno, difatti, rivoluzionato il mondo della comunicazione trasformando i nostri computer nei nostri “mondi” per la consultazione, la professione, il gioco, la socializzazione, distanziandoci sempre più dalla tradizionale radio a modulazione di frequenza.

Resiste ancora come compagna dei viaggi in auto, ma anche lì grazie alla complicità degli smartphone di ultima generazione si assisterà, a breve, ad un cambiamento nel sistema di fruizione. In questo nuovo panorama che si va delineando, le emittenti del futuro diventeranno sempre più settoriali e specialistiche.

Per emergere serviranno idee, creatività e un progetto emozionale forte, capace di sedurre e parlare al cuore degli ascoltatori. La “libertà” del web tende a definire “radio” anche un semplice streaming di musica senza senso, senza un’identità, senza il calore che una vera Radio dovrebbe trasmettere a chi l’ascolta.

Le web Radio per diventare il continuum della Radio italiana devono arrivare a competere con la qualità dell’offerta radiofonica delle grandi radio locali e nazionali.

È necessario, quindi, diminuire il più possibile il numero delle radio generaliste, sostituirle con emittenti più snelle e con palinsesti che prevedano più diversificazione musicale e più varietà di contenuti, perché, parafrasando i Buggles, proprio la standardizzazione del prodotto… “killed the radio star”.


 


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