GINE-OMICIDIO
Il Gendercide, la silenziosa strage di Eva
di Paola Saladino
Nonostante l’enorme quantità di
informazioni da cui siamo bombardati, ci sono, però, delle notizie che vengono
poco divulgate, tra queste vi è quella del Gendercidio,
ossia l’omicidio perpetrato sul genere femminile. Non è certo una novità che,
nel passato, spesso una figlia sia stata considerata un male da eliminare,
perché bisognosa di una dote senza conservare il nome della famiglia prendendo
parte dell’eredità e non dando braccia lavorative.
Queste motivazioni hanno
spinto, nei millenni passati, civiltà come quella Assira, Fenicia, Cinese,
Spartana, Greca ed anche Romana ad eliminare le bambine. Ma si pensava che
fosse una pratica lontana! Invece, oggi, grazie alle tecniche ecografiche che
stabiliscono, precocemente, il sesso del nascituro, si può attuare un
gine-omicidio, tanto che un anno fa il Consiglio d’Europa ha raccomandato agli
stati membri di non rivelare il sesso del nascituro prima di un certo periodo
della gravidanza.
E già, nel 1990, l’indiano Amartya-Sen, Premio Nobel per l’Economia, denunciava che circa sessanta milioni
di bambine erano state eliminate grazie all’aborto selettivo. E che questa
pratica terribile si stia diffondendo anche in Occidente è provato dal fatto
che ben 5.000 bambine mancano nel censimento nazionale inglese. E se in
Inghilterra si può, purtroppo, abortire per motivi di genere, non manca anche
qui chi fa sentire la sua voce per stigmatizzare questa situazione, come Lord
Steel che pure ha dato inizio alla legislazione abortista in Europa.
Da quanto detto, ci si rende
conto che c’è molto da lavorare perché la persona, uomo o donna che sia, venga
messa al centro degli Stati e dei singoli senza alcuna discriminazione,
rispettandone e tutelandone la vita sempre, fin dal suo concepimento.
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