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 giovedì 8 maggio 2014

RECENSIONE LIBRARIA

Mendicante d’amore – Marisa Armato

di Alfonso Saya


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Marisa Armato – già insegnante di Filosofia e Storia nei Licei – ha chiuso la sua carriera nel prestigioso Liceo-Ginnasio “Maurolico”. È una poetessa affermata che ha mietuto allori e lusinghieri apprezzamenti per aver partecipato a numerosi concorsi letterari a carattere nazionale ed internazionale.
Presidente dell’Associazione “NAIM”, ideatrice del Premio “Rappazzo” e presidente, da tanti anni, del Premio “Nino Ferrau’ il poeta nella scuola”, di cui il sottoscritto è stato il promotore. La poetessa, amica del Poeta, è stata sostenitrice, appassionata della mia proposta ed ha partecipato agli incontri con gli alunni. In una sua lirica, canta la solitudine e l’infinita tristezza del Poeta, il suo tormento e la sua utopia d’amore. Marisa Armato appartiene ai Poeti della Fede che, nei tempi in cui viviamo, è difficile incontrare. La nostra poetessa ha il grande dono della Fede e riesce a tradurla, meravigliosamente, in autentica poesia. Come il suo grande amico, Nino Ferraù, Marisa è Mendicante d’amore, titolo che ha dato alla sua ultima silloge, lo cerca, ma non lo trova… trova, invece, tanta ipocrisia e tanta miseria.
Lo stile evangelico è, senza dubbio, stile di poesia, di comunicabilità, di splendore, di purezza e di sublimazione della parola. Il Sommo Artista plasma, col suo Amore, il “profondo io” della poetessa e lei può gridare al mondo la sua gioia di vivere dopo una ricerca razionale, lucida ed incessante; approda, finalmente, nel “Porto del cuore” che, al dire del Pascal, ha ragioni che la ragione non conosce: esse scaturiscono dalla Fede e dalla Speranza cristiana.
Dopo tanto cammino, la viandante solitaria all’età dei capelli bianchi, alla fine della corsa della vita, scopre il chicco ancora intatto del proprio cuore, scopre in sé l’orma del Creatore, scopre il dono dell’amore e la poesia, difatti, scaturisce dall’amore che non ha altra sorgente che il Creatore. Marisa non si sente più mendicante solitaria in cerca dell’Amore, perché l’ha trovato e si vede accanto, quale compagno di strada, Gesù, Maestro d’Amore, insegna con la Croce, difatti, che non c’è più grande amore di colui che dà la vita per gli amici.
Marisa innalza un inno al “genitore terreno, immagine sfocata del Padre Celeste”, che è stato la sua guida saggia e sicura e continua dall’aldilà perché “solo chi ama può fermare il tempo, l’amore è più forte della morte, l’amore non può morire”.


 


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