Il “Documento di Economia e
Finanza” per il 2014 (Def) è stato presentato dal presidente del Consiglio,
Matteo Renzi. Il testo esplicita la volontà di superare lo stato di crisi e un
cronoprogramma da attuare – in tempi rapidi – ponendo in essere interventi
normativi e attuativi.
“Il Documento di Economia e Finanza 2014 offre al Governo un’occasione
preziosa: dimostrare la volontà del Paese d’imprimere una forte accelerazione
al processo di riforma strutturale dell’economia, per una nuova e sostenibile
ripresa della crescita e dell’occupazione.
L’urgenza e l’ambizione delle azioni di riforma che il Governo intende
attuare sono senza precedenti” – così si legge nella premessa.
Dal documento redatto dal
Ministero si riportano, in sintesi, le principali misure che riguardano: la
piena attuazione della revisione della Spesa strutturale, con un cambiamento
stabile e sistematico dei meccanismi di spesa pubblica; la revisione della
fiscalità attraverso, innanzitutto, la riduzione del cuneo fiscale; una
qualificata (ma decisa) opera di valorizzazione e dismissione di alcune società
sotto controllo statale e di parte del patrimonio immobiliare; il completamento
del pagamento dei debiti commerciali da parte delle amministrazioni pubbliche;
un’energica azione in materia di miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e
attrazione di capitali esteri; un miglioramento della riforma del mercato del
lavoro attraverso il Jobs Act; la
riforma della Pubblica Amministrazione e la semplificazione burocratica, la
riforma della giustizia amministrativa e penale, la valorizzazione del percorso
scolastico e formativo dei giovani.
In particolare, gli interventi
più importanti, di cui si discute, riguardano i tagli su: Irap (-5% nel 2014 e
-10% nel 2015); Sanità (specie sui farmaci); Beni e Servizi; Enti inutili (Cnel,
in primis); Difesa (si riparla degli
F35); Stipendi Dirigenti pubblici (tetto massimo circa 300.000 euro); Spese di
gestione Palazzo Madama, Camera e Quirinale; Spesa Diplomatici.
Altri interventi riguardano: Aumento
delle rendite finanziarie (aliquota dal 20 al 26% esclusi Bot, Btp, et al.); Sconto,
che si concretizza in contributo, agli incapienti; 80 euro in busta paga ai
lavoratori dipendenti che non superano il tetto di 23mila euro; Imposta a
carico delle Banche (dal 12% al 24-26% sulle quote di Bankitalia); Accorpamento
delle Camere di Commercio; Incentivi alle imprese; Privatizzazione Poste, Enav,
Fincantieri; Pagamento debiti Pubblica Amministrazione.
Per dare concretezza alle
proposte strutturali si prevedono, inoltre, piani d’intervento in diversi
settori: Piano scuola: vi sono circa 2,0 miliardi di euro di risorse
disponibili per la messa in sicurezza degli edifici scolastici; Fondo di
Garanzia: disponibilità di 670 milioni di euro di risorse aggiuntive nel 2014
e complessivamente oltre 2 miliardi nel triennio per le piccole e media
imprese; Piano casa: disponibilità di 1,3 miliardi di euro per interventi
destinati alla casa o alla ristrutturazione; Territorio: interventi
contro il dissesto idrogeologico e la tutela del territorio.
Il “Def”, documento all’apparenza
corposo e rigoroso, è stato giudicato fumoso dall’opposizione, stilato per fini
elettorali in previsione delle prossime elezioni europee, ma c’è anche chi ha
apprezzato il tempismo di Renzi e il suo modo di agire per imprimere una svolta
al paese. A breve, comunque, sul “Documento di Economia e Finanza”, dovranno
esprimere il loro giudizio la Commissione Europea e l’Ecofin. È notizia di
stamani che l’FMI lo ha giudicato positivamente.
È notizia, ancora delle ultime
ore, che Tari e Tasi incideranno per circa il 40% sulla somma di 80 euro
concessa ai dipendenti pubblici.