VIVERE LA PRIMAVERA
La preghiera di Matisse
di Alfonso Saya
La primavera “vien danzando” e ci
porta i primi segnali della vita che germoglia negli alberi. Come non ricordare l’albero del
melograno del Carducci che “nel muto orto
solingo, rinverdì tutto or ora”,
che si ricopre di bei fiori vermigli, che trionfa, insomma, nella natura, per
cui dovrebbe essere una sorpresa, destare stupore assistere al miracolo della
vita. Ma, purtroppo, siamo nelle città di pietre, nell’asfalto, nel cemento e
non abbiamo occhi per vedere, per ammirare, per contemplare; non riusciamo ad
apprezzare e a stupirci di niente. Un grande pittore Henri Matisse (1869-1954)
che, pur essendo agnostico e lontano dalla fede, ha scritto ad una suora sua
amica: “Io vado ora, come tutte le mattine, a fare la mia
preghiera, con la matita in mano, davanti ad un melograno coperto di fiori nei
diversi gradi della loro fioritura e spio la loro trasformazione, facendo
questo non con spirito scientifico, ma compenetrato di ammirazione per l’opera
divina. Non è questo, un modo di pregare? In quel momento, è Dio a condurre la
mia mano nel disegno”.
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