“Memento Audere Semper” – “Ricordati di Osare Sempre”. Era questo
il motto che l’illustre ammiraglio, Luigi Rizzo, affibbiò alle imbarcazioni
veloci da lui comandate durante le incursioni navali dell’ultima guerra, i
M.A.S. (Motoscafi Armati Siluranti). Oggi, abbiamo voluto ricordare un qualcosa
per la quale non si è assolutamente voluto… “osare”, anzi, la si è voluta USARE
per “condire” meglio dei piatti in cui in tanti… hanno mangiato.
La nave-traghetto “Cariddi”, che
giace ormai da 8 anni accanto alle navi che ancora partono ed arrivano alla
rada San Francesco, le guarda dal basso in alto. Eh sì, certamente, avrebbe
potuto permettersi di guardarle da un aspetto diverso, se soltanto… si fosse
OSATO!
Sabato 29 marzo u.s., presso il Salone degli Specchi,
della Provincia Regionale di Messina, alla presenza di un centinaio di
affezionati, nostalgici e professionisti del mare, la “Cariddi” è stata fatta
ritornare a galla (almeno, virtualmente) con la pregevole iniziativa di
Vincenzo Annuario, presidente della “AFS” (Associazione Ferrovie Siciliane), ed
Antonio D’Angelo, ideatore del sito www.lostrettonecessario.net
.
Questi, dopo aver illustrato le
dinamiche che hanno permesso di giungere a questo incontro, fatta un’esaustiva
storia della nave traghetto e con la lettura di un estratto del giornale di
bordo che riferiva sul primo autoaffondamento, hanno dato spazio alle
testimonianze di chi ha “vissuto” la “Cariddi”, in tempi più recenti.
Gli interventi dei professionisti
sono stati intervallati da reportage di
foto e filmati, anche d’epoca, riguardanti il recupero, il successivo
ripristino (con il suo secondo varo) e le modifiche apportate, senza trascurare
il lavoro svolto dalla “Cariddi” per le Ferrovie dello Stato, nello Stretto di
Messina.
Le testimonianze autentiche dell’Ing.
Weigert, titolare e responsabile della Ditta che portò a galla e raddrizzò la
nave; del comandante Iapichino; dell’esperto in immersioni, dott. Fausto
Accordi; dei figli dei comandanti, Grasso e Centorrino; e del dott. Agostino
Florio, hanno suggellato un rispettoso sentimento di amore nei confronti della “Cariddi”
e, ben oltre, per Messina ed il suo mare.