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 mercoledì 26 marzo 2014

RECENSIONI LIBRARIE

Elena La Fauci Di Rosa – Comunione col divino

di Alfonso Saya


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La splendida Opera “Comunione col divino”, di Elena La Fauci Di Rosa, si apre con una bella foto dell’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II che ha canonizzato, la prima volta nella Storia, la Beata Eustochia Calafato, a Messina, e con la lettera del Papa Benedetto XVI che esprime l’augurio che la suddetta Opera possa infondere nei cuori, rinnovato entusiasmo di Fede.

Introduce all’Opera, anche il Manifesto francescano per antonomasia: il Cantico delle creature che delinea la grande Santa, nostra concittadina, Figlia di Francesco d’Assisi, “il Serafico in ardore”.

Elena La Fauci è stata, davvero, sapiente. Non poteva trovare introduzione più bella, più consona, più coerente a questa sua biografia, trattandosi di una Figlia di San Francesco. Nei versi “Laudato sì, mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore/et sostengono infermitate et tribulatione”, San Francesco vede anche la sua grande Figlia, Smeralda Eustochia Calafato, ne delinea e ne traccia il profilo spirituale.

Elena La Fauci Di Rosa, da terziaria francescana, si adegua allo stile piano e popolare, alla semplicità che è proprio del Cantico di Frate Sole, è un riflesso di un’illuminazione interiore conquistata immergendosi nel Mistero di Dio.

In questo suo immergersi, entra in “Comunione con il Divino” ed in piena sintonia con la spiritualità di Francesco e di Smeralda Eustochia, riscatta la “cosificazione consumistica” e riscopre la fraternità e gli Ideali di vita evangelica. Le cose terrene, si evince dal Cantico, non sono da disprezzare, ma da apprezzare perché sono doni ed invitano l’uomo a lodare il Creatore. Dietro e dentro le cose, le persone e gli eventi che costituiscono la scena di questo mondo, bisogna scorgere, vedere e contemplare il Volto di Dio. In ogni cosa, vedere il Signore e pregare come pregava San Francesco: “Dio mio e mio tutto!”. Dio è tutto in tutte le cose. Così, pregava Sant’Eustochia: “Jesu, o Bone Jesu!” Elena, compenetrata e piena di ardore francescano, ha consultato, con pazienza e amore, tutte le Fonti e gli scritti biografici, come si evince dalla bibliografia. Con la sua grande devozione e riconoscenza, per una grande grazia ricevuta per intercessione della Santa nostra concittadina, ha tracciato un profilo completo, esaustivo ed attraente anche per i suoi schizzi ed opere pittoriche che illustrano ed impreziosiscono la biografia.

Leggendo questo libro, si prova serenità e una pace che, al dire del Manzoni, “il mondo irride, ma che rapir non può”.

È un libro, al dire dei presuli emeriti di Messina, mons. Ignazio Cannavò e mons. Giovanni Marra, che si fa leggere per il suo stile semplice e scorrevole, che coglie la spiritualità della nostra Santa, ed è avvincente perché arricchito da numerose e belle raffigurazioni sulla vita della Santa, da cui si deduce, afferma mons. Marra, che Elena La Fauci appare non solo come un’ottima scrittrice, ma anche una brava pittrice.


 


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