Qualora lo avessimo dimenticato
che siamo sotto osservazione, puntuale arriva l’ennesima bocciatura della
Commissione Europea sugli “squilibri macro-economici eccessivi” esistenti nel
nostro Paese. “L’Italia deve correggere
l’alto livello di debito pubblico e la debole competitività”, questo è il
severo monito che pone l’accento sulla crescita lenta della produttività e
sulla necessità dell’aumento del Pil per un periodo piuttosto prolungato.
“Il debito elevato mette un grande peso sull’economia, in particolare
nel contesto di cronica crescita debole e inflazione sommessa” – questo si
legge nel testo che recita ancora – “una
sfida raggiungere e mantenere un avanzo primario molto alto e una robusta
crescita del Pil per un periodo prolungato, entrambi però necessari a mettere
il debito su un percorso discendente. Nel 2013, l’Italia ha fatto progressi
verso il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine (Mto), ma ciononostante
l’aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente vista la necessità
di ridurre il debito ad un passo consistente”.
Quindi, massima attenzione per
l’Italia, per la quale è stato deciso uno speciale monitoraggio delle politiche
economiche, temendo il rischio di effetti negativi sull’economia dell’Eurozona.
Croazia e Slovenia hanno subito la stessa retrocessione, ma questo non consola,
anzi tutt’altro.
Con riferimento alla
retrocessione, si sono espressi il Premier, Matteo Renzi, e il Ministro
dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Entrambi si sono mostrati consapevoli della
necessità di fare ripartire economia e occupazione.
Alla presa di coscienza
dell’urgenza, ci auguriamo facciano seguito – senza più rimandi – i giusti
provvedimenti per evitare che altri fulmini ci piovano addosso.