Notevoli i risultati
diversificati nei vari settori d’intervento che hanno interessato l’attività
operativa relativa all’anno 2013, presentata dal Gruppo Aeronavale della
Guardia di Finanza di Messina.
Il Reparto, istituito
il 13 settembre 2004 per fronteggiare la crescente minaccia proveniente dalle
rotte mediterranee e dal contesto socio criminale operante in Sicilia e
Calabria, svolge l’azione preventiva/repressiva mediante il pattugliamento in
cielo ed in mare con i propri mezzi aeronavali nello scenario operativo di
competenza e nei comparti d’intervento assegnati, quali: polizia economica e
finanziaria; contrasto all’immigrazione clandestina; contrasto al traffico
internazionale di stupefacenti; concorso al mantenimento dell’ordine e della
sicurezza pubblica.
L’attività operativa di
servizio ha interessato il soccorso di migranti e il contrasto al fenomeno delle
organizzazioni dedite a tale illecito traffico, ai vari sequestri ricadenti nel
settore degli stupefacenti tra cui anche il sequestro di piantagioni di
cannabis, alla cooperazione con i reparti territoriali del Corpo nell’attività
di esecuzione di ordinanze di custodia cautelare nel settore della polizia
giudiziaria, nonché interventi a tutela dell’ambiente.
Nella stagione estiva
del 2013, è stato predisposto un capillare intervento nelle aeree maggiormente
frequentate da diportisti e vacanzieri, effettuando tutta una serie di
controlli a carico dei possessori di natanti e, sul territorio a carico dei
possessori di immobili di lusso che, per tipologia, facevano presupporre una
capacità contributiva tale da essere assoggettata a beni di lusso.
Gli effetti di tali
controlli incrociati con le banche dati in uso alle fiamme gialle, hanno
permesso di segnalare all’Agenzia delle Entrate numerosi soggetti che andranno
ad essere oggetto di più approfonditi accertamenti al fine di stabilire il
reale indicatore di ricchezza. Nell’ambito dei controlli effettuati
nell’arcipelago Eoliano sono stati eseguiti 15 controlli ad imbarcazioni di
lusso, mentre tra i controlli effettuati sul territorio a mezzo dei velivoli in
dotazione al Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina sono stati
segnalati circa 14 immobili di lusso tra cui ville con piscine e maneggi.
Nel settore della pesca
sono stati effettuati numerosi controlli ai fini dell’accertamento della
percezione di illeciti contributi dei fondi comunitari istituiti con il D.M.
23.05.1997 e D.M. 25.07.2002. In tale ambito l’attività di controllo è stata
indirizzata per accertare l’asserita dismissione ovvero, l’attestata
riconversione delle attività da pesca da parte degli operatori del settore che
di fatto, invece, hanno continuato a detenere ed utilizzare gli attrezzi
dismessi e/o riconvertiti (spadare, ed altre reti da posta derivante). Nei casi
riscontrati è stato anche contestato l’art.640/bis del c.p. per truffa
aggravata.
Per quanto attiene il
comparto delle accise, sono stati effettuati anche diversi controlli in materia
di prodotti petroliferi agevolati nei confronti delle imbarcazioni aventi
titoli all’impiego di tali prodotti. L’attività è stata indirizzata
principalmente alle verifiche sulla regolare tenuta dei c.d. “libretti di
controllo” sui quali devono essere annotati gli imbarchi ed i consumi dei
prodotti agevolati.
Importanti sono le
direttive riguardanti il settore dell’immigrazione, tra cui spicca lo strumento
normativo contenuto all’interno del c.d. “Pacchetto sicurezza”, varato nel
luglio 2009, che ha introdotto il “reato di immigrazione clandestina”, con
procedimenti penali per direttissima e conseguente inasprimento delle pene per
i trafficanti di uomini.
Le aree maggiormente
interessate per il contrasto dell’immigrazione clandestina e per le
organizzazioni che sono a capo di tale fenomeno, sono state le coste ionico
siciliane e quelle a sud della Sicilia che si affacciano nel Canale di Malta.
Le predette coste e zone di mare, sono state teatro di un’intensa attività
operativa con la quale si è dovuto intervenire nella prevenzione/repressione di
numerosi sbarchi.
Importanti sono stati i
risultati di servizio conseguiti, quali: l’identificazione ed il fermo di 1256
immigrati extracomunitari; il soccorso di 3210 immigrati extracomunitari;
l’arresto di 75 scafisti per reato
di favoreggiamento all’immigrazione clandestina; il sequestro di 16 imbarcazioni di vario tipo e di una Motonave; l’effettuazione di 25 interventi di
soccorso.
Tuttavia l’emergenza
non può considerarsi conclusa, infatti, gli organismi malavitosi si sono già
messi in opera ricercando altre vie per i loro traffici illegali, ove in atto è
stata osservata un’intensificazione degli sbarchi di clandestini verso le coste
calabre del versante ionico, mediante l’impiego di velieri ucraini e turchi
nonché di navi madre in transito per quelle rotte. Nell’ambito delle attività
sopra descritte, il Gruppo Aeronavale di Messina in data 10 gennaio 2013 ha
proceduto al primo sequestro di una nave madre nell’ambito dell’applicazione
dell’art.11 della legge 189/2002 c.d. “Bossi - Fini”.
Tale attività per la
sua singolare tipologia, è stata promossa dall’Agenzia Europea delle Frontiere
Esterne “FRONTEX” che ha voluto accreditare questo modus operandi attraverso
una serie di conferenze, una delle quali si è svolta in sede estera ad Atene
nell’ambito del “WORK SHOP” tenuto in data 20 - 21 marzo 2013.
Inoltre in data 11 – 12
settembre 2013 il Gruppo Aeronavale di Messina, si è reso protagonista del primo
sequestro di nave “madre” operato in acque internazionali a circa 200 miglia a
Sud-Est di Capo Murro di Porco (SR).
Anche per il decorso
2013 è stata attuata l’Operazione Internazionale congiunta denominata “HERMES
EXTENSION 2013”, già promossa dall’Agenzia Europea “FRONTEX”, in considerazione
del continuo stato di emergenza umanitaria connessa all’eccezionale afflusso di
cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa diretti sull’isola di
Lampedusa.
Per tale eccezionale
emergenza di sbarchi d’immigrati clandestini, giunti con ogni tipo di
imbarcazione sull’isola di Lampedusa, la Guardia di Finanza ha intensificato il
dispositivo di salvaguardia con il rafforzamento di ulteriore invio di mezzi
aeronavali su quell’isola per fronteggiare gli eventi migratori provocati dal
progressivo aggravarsi della situazione geopolitica del quadrante nord-africano
che si affaccia nel Mediterraneo.
L’attività espletata
nella zona di mare dell’isola di Lampedusa, ove le unità navali ed aeree della
Guardia di Finanza sono state rischierate in vari periodi del decorso 2013, ha
permesso di conseguire i seguenti risultati di servizio: salvataggio e soccorso
di circa 2986 immigrati clandestini; sequestro di 31 imbarcazioni di tipo
Motopeschereccio e natanti di vario tipo.
Alle ore 07,15 del
giorno 3 ottobre 2013 la 2^ Sala Controllo Operativo di Lampedusa apprendeva la
notizia che nelle acque antistanti la predetta isola e più precisamente in
località Tabaccara, era avvenuto il ribaltamento di un barcone carico di
clandestini. Le unità navali del Corpo venivano immediatamente inviate sul
luogo della sciagura ed ivi giunte i militari constatavano una scena
sconvolgente. Decine di corpi riversavano senza vita nelle fredde acque del
mare, a cui avevano affidato le loro speranze di una vita migliore.
Con grande commozione
sono state avviate le operazioni di ricerca, rivolte principalmente al
ritrovamento di superstiti da salvare a cui offrire l’immediato soccorso ed il
recupero dei corpi ormai privi di vita.
In questa ennesima tragedia
in mare ove hanno perso la vita 311 persone, ne sono state strappate 155 le
quali, senza il provvidenziale e tempestivo intervento di soccorso
da parte delle forze di
polizia sopraggiunte sul luogo del disastro, non avrebbero potuto continuare a
sperare in una vita migliore.
Ciò che non sarà mai
dimenticato è il triste ricordo di quegli uomini, donne, ragazzi e bambini
senza vita chiusi dentro un sacco di plastica e caricati dentro i camion
frigorifero, per poi essere allineati all’interno dell’hangar dell’aeroporto di
Lampedusa.
Successivamente a tale
tragico evento, e purtroppo seguita a distanza di pochi giorni ed esattamente
in data 11 ottobre 2013, un’analoga sciagura che ha visto anche in questa
occasione il ribaltamento di un altro barcone con oltre 400 persone a bordo tra
cui molte donne e bambini. Il triste evento ha distrutto intere famiglie che
erano partite dal loro paese in cerca di un futuro migliore. Anche in questa
occasione l’intervento dei finanzieri ha permesso, quanto meno, di limitare il
crescente numero di persone che sparivano nel fondo del mare. Nell’immane
tragedia, le fiamme gialle, sono riusciti a salvare una neonata a cui è stata
ridata la speranza alla vita.
L’azione di contrasto
all’immigrazione clandestina ed ai fenomeni criminali ad essa connessi ha
subito una serie di mutamenti, a seguito dell’emanazione di specifiche leggi
nazionali e comunitarie. Il caposaldo del quadro normativo di riferimento delle
leggi nazionali è, come noto, il D.L. 25 luglio 1998 nr. 286, il quale ha
delineato le misure di contrasto all’immigrazione clandestina. La richiamata
legge ha subito profonde modifiche con il D.L. 30 luglio 2002 nr. 189 (c.d.)
“Bossi-Fini”, prevedendo, all’art.11, una sostanziale modifica dell’art. 12 del
decreto 286/98. In particolare, il richiamato art. 11, al comma 9 bis e ter,
prevede che “la nave militare italiana e/o in servizio di polizia che incontra
nel mare territoriale o nella zona contigua una nave di cui si ha fondato
motivo di ritenere che sia adibita al trasporto
illecito di migranti, può fermarla, sottoporla ad ispezione e, in presenza di
elementi che confermino il coinvolgimento della stessa nel traffico in
argomento, sequestrarla e condurla in un porto dello Stato”.
In tale particolare
settore, il Gruppo Aeronavale di Messina, nell’ambito dell’attività di
servizio, effettua approfonditi monitoraggi delle direttrici di passaggio dai
mari aperti verso le coste nazionali di tutti i natanti degni di particolare
interesse, ed esegue, quando possibile, appropriate visite a bordo nei limiti
del rispetto imposti dal diritto nazionale ed internazionale. A tale attività
vengono affiancati ed analizzati tutti gli elementi informativi, acquisiti nel
teatro operativo oltre a quelli appresi mediante le comunicazioni formali
emanate.
In tale contesto in
data 10 gennaio 2013 alle ore 12,45, il velivolo del Corpo del tipo ATR42,
avvistava a miglia 45 da Capo Spartivento (RC) la “M/N FEDEL MOON” battente
bandiera Panamense, già segnalata per probabile traffico di immigrati clandestini
e, per tale motivo, veniva attivato un sistema di ombreggiamento occulto a
mezzo delle dipendenti unità navali.
La predetta nave,
costantemente tenuta sotto controllo radar, riduceva la propria velocità a 2.2
Kts e proseguiva lungo la nuova rotta rilevata che faceva presagire
l’avvicinamento verso la costa piuttosto che l’ingresso nello Stretto di
Messina, per poi arrestare il proprio moto, a poco più di un miglio da Capo
Spartivento (RC).
A causa di tale
comportamento veniva effettuata una visita a bordo da parte dei militari
appartenenti al Gruppo Aeronavale di Messina, i quali dopo aver effettuata
un’accurata ispezione dei locali della nave, rinvenivano 28 immigrati
clandestini nascosti all’interno del gavone di prua. La Motonave in argomento
veniva, pertanto, sequestrata ai sensi delle norme sopra indicate e condotta
nel porto di Reggio Calabria per essere messa a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.
Tra le attività
segnalate dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero
dell’Interno, ha avuto particolare rilievo il sequestro della Motonave
denominata “GOLD STAR” battente bandiera della Tanzania avvenuto nei giorni tra
il 5 ed il 7 settembre 2013. Tale operazione è stata condotta a largo delle acque
di Capo Passero, in acque internazionali ed in forza dell’autorizzazione
concessa dallo Stato di bandiera.
La nave in questione al
cui interno erano occultati circa 30.000 chilogrammi di hashish, è stata data
alle fiamme da parte dei membri dell’equipaggio, allorquando si sono resi conto
di essere stati individuati e scoperti dalle unità navali della Guardia di
Finanza.
A causa delle alte
fiamme alimentate dall’ingente quantitativo di stupefacente, i componenti
dell’equipaggio della nave, dediti all’illecito traffico, sono stati costretti
ad abbandonare la nave tuffandosi in mare al fine di mettersi in salvo e,
successivamente, soccorsi e recuperati a bordo delle unità navali del Corpo.
Per i trafficanti è scattato l’immediato arresto per traffico internazionale di
stupefacenti. La nave in fiamme procedeva intanto la sua navigazione senza
governo, determinando anche una chiara minaccia e pericolosità per la
navigazione, pertanto, è stato predisposto un’adeguata cornice di sicurezza al
fine di evitare che altre unità navali in transito potessero essere coinvolte
in incidenti.
Dopo aver domato
l’incendio con l’ausilio di un rimorchiatore, alcuni militari sono saliti a
bordo della nave per prelevare dei campioni di sostanza stupefacente, ancora
idonea a sostenere l’impianto accusatorio nei confronti del Comandante e
dell’equipaggio della nave, coinvolti nel traffico internazionale di
stupefacenti. A conclusione dell’operazione sono stati assicurati alla
giustizia nr.9 soggetti di nazionalità Siriana, Indiana e Tanzaniana.
Sempre nell’ambito del
contrasto al narcotraffico internazionale in data 18 aprile 2013 il Ministero
degli Interni comunicava, attraverso la Direzione Centrale dei Servizi
Antidroga, che una Motonave denominata “ADAM”, battente bandiera Isole Comore
era coinvolta in un traffico illegale per il trasporto di un ingente
quantitativo di sostanze stupefacenti, la quale avrebbe imbarcato tale sostanza
lungo le coste del Marocco a mezzo di Motopesca coinvolti nell’illecito
traffico. In tale contesto sono stati impiegati diversi mezzi navali ed aerei
tra cui anche un aereo del tipo ATR42. Nel momento in cui la nave è entrata
nelle acque territoriali italiane, due unità navali di tipo Pattugliatori
Veloci, procedevano ad intimare l’ALT secondo le previste procedure
internazionali “C.I.S.”. A tale intimazione, il comandante della nave non
ottemperava e, al tempo stesso, poneva un improvviso cambio di rotta nel
tentativo di abbandonare le acque nazionali. Le azioni di fuga intraprese dalla
nave, venivano interrotte nel momento in cui alcuni militari delle fiamme
gialle facenti parte del “team di abbordaggio”, riuscivano a salire a bordo e
prendere il possesso della nave ed assumerne il governo. Dai controlli
effettuati veniva rilevato che nello spazio compreso tra il castello di prua e
la “mastra della stiva” era stipato un ingente quantitativo di sostanza
stupefacente, racchiuso in involucri di juta.
Al termine delle
operazioni di ricognizione la sostanza stupefacente veniva quantificata in 591
involucri del peso cadauno di circa 26/27 chilogrammi per un totale complessivo
di circa 15,700 chilogrammi.
La nave posta in
sequestro è stata condotta nel Porto di Marsala e posta a disposizione dell’A.G
procedente. I 6 soggetti componenti dell’equipaggio, dediti all’illecito
traffico, di nazionalità Siriana sono stati tratti in arresto.
Sempre nel settore del
contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, in data 12 aprile 2013 è
stato segnalato il coinvolgimento della Motonave “OSMAN HASRETLER” di nazionalità
Turca, nel traffico internazionale di un ingente quantitativo di sostanza
stupefacente proveniente dal Marocco e diretto in Libia. Anche in questo caso,
per potere effettuare l’operazione, è stato chiesto allo Stato di bandiera
l’autorizzazione all’applicazione dell’art.17 della Convenzione di Vienna.
Nonostante i militari della Guardia di Finanza avessero intimato l’ALT, secondo
le previste procedure internazionali, il comandante della motonave in questione
procedeva la navigazione senza ottemperarvi, pertanto, si è dovuto procedere ad
un’azione di forza effettuato un abbordaggio in movimento da parte di alcuni
membri delle fiamme gialle appositamente addestrati per questi tipi
d’interventi. Durante tale circostanza, alcuni membri dell’equipaggio procedevano
a disfarsi di parte del carico gettandolo in mare, ma l’intervento dei
finanzieri ha impedito ai soggetti in questione di disfarsi completamente del
carico e ad immobilizzare gli stessi, procedendo, nel contempo, a rinvenire la
restante parte del carico di hashish che veniva quantificata in 855,872
chilogrammi.
La motonave battente
bandiera Turca è stata posta sotto sequestro e messa a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria procedente, mentre i 6 membri dell’equipaggio sono
stati tratti in arresto per le violazioni connesse al traffico di stupefacenti.
Il traffico di sostanze
stupefacenti è ormai consolidato come il settore più redditizio delle
organizzazioni criminali. La continua azione di sorvoli e monitoraggi
effettuati degli elicotteri del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di
Messina, in cooperazione con le
pattuglie automontate dei
finanzieri appartenenti al Nucleo
di Polizia Tributaria di Catania, ha permesso in data 19 settembre 2013
il rinvenimento di una piantagione di cannabis sita nel territorio catanese,
occultata in mezzo ad un agrumeto, per un totale di 804 piante ed il peso
complessivo di kg.2570, nonché l’arresto di 4 persone di origine rumena ed una
di nazionalità italiana, proprietaria del terreno, ritenute responsabili
dell’illecita attività.
Oltre alle piante di
cannabis sono state sequestrate varie attrezzature che servivano per la
coltivazione, la concimazione e l’irrigazione dell’illegale piantagione.
Nell’ambito di
specifiche indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Catania, già
posta in essere attraverso un’attività info-investigativa messa in atto dai
finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, riguardante il
contrasto dei reati ambientali perpetrati nell’utilizzo degli impianti di discarica
situato nel Comune di Motta S. Anastasia, nel territorio della provincia di
Catania, grazie all’ausilio dell’impiego degli elicotteri del Gruppo Aeronavale
della Guardia di Finanza di Messina effettuato in data 5 aprile 2013, sono
stati documentati mediante ricognizioni aeree e video riprese fotografiche, gli
scarichi di acque reflue (percolato) con sversamento nel suolo e nel
sottosuolo, con evidenti ripercussioni di natura ambientale in una vasta area
del comprensorio etneo.
Le indagini hanno,
altresì, permesso di rilevare che la società interessata non ha osservato le
prescrizioni per l’utilizzo dell’impianto di discarica. Con il provvedimento in
rassegna sono stati sottoposti a sequestro circa 292 metri cubi (pari a
Kg.289.080) di percolato.
Con l’attivazione
dell’operazione di servizio denominata “Metropolis” svolta in 20 febbraio 2013
nel territorio della Locride in provincia di Reggio Calabria, è stato chiesto
dal Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Reggio Calabria il
supporto dei velivoli della dipendente Sezione Aerea di Manovra di Catania,
allo scopo di fornire un’adeguata copertura aerea alle pattuglie operanti a
terra, nell’ambito di una vasta e complessa ordinanza di sequestri ed arresti,
condotta dalle fiamme gialle su ordine della Procura Distrettuale Antimafia di
Reggio Calabria, riguardanti le attività illecite e i soggetti della
“ndrangheta” nei cui confronti la prefata A.G. ha emesso l’applicazione di vari
provvedimenti cautelari personali e reali.
La presenza del
velivolo, ha consentito il controllo dall’alto dei luoghi interessati durante
tutte le fasi d’intervento, al fine di individuare/reprimere eventuali
tentativi di fuga da parte dei soggetti destinatari di tale provvedimento.
Per le suddette
operazioni sono stati impiegati 270 uomini che hanno portato al sequestro di un
patrimonio di beni per complessivi euro 442.550.000,00.
Anche per la vasta
attività di indagine condotta in data 6 novembre 2013, dai militari del Nucleo
di Polizia Tributaria G.I.C.O. di Reggio Calabria, è stato fornito il supporto
aereo degli elicotteri in dotazione al Gruppo Aeronavale di Messina. I predetti
velivoli hanno proceduto ad effettuare la copertura aerea alle pattuglie
operanti a terra nel corso delle operazioni che hanno visto interessato lo
S.C.I.C.O. di Roma, per l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare e contestuale
decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio
Calabria su richiesta della D.D.A. della stessa città nei confronti di 47
soggetti.
Tra questi figurano
professionisti e imprenditori a vario titolo collegati alle cosche della
“ndrangheta” perché responsabili dei reati di associazione a delinquere di
stampo mafioso. Le attività criminose comprendevano: trasferimento fraudolento
di valori, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture per
operazioni inesistenti, favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita
concorrenza ed estorsione. L’attività in parola si è conclusa con il sequestro
di 14 società e delle quote pari al 5% di una S.A.S., per un valore complessivo
di 90 milioni di euro.
Oltre alle importanti
operazioni sopra tratteggiate, numerose sono state le coperture aeree fornite
dagli elicotteri della dipendente Sezione Aerea di Manovra di Catania,
nell’ambito delle attività di p.g. disposte dalle Procure della Repubblica di
Catania e Reggio Calabria, connesse all’esecuzioni di custodia cautelare nei
confronti di clan malavitosi operanti nei territori del Catanese e del Reggino.
In tali circostanze, le pattuglie operanti a terra sono sempre state monitorate
dall’alto, durante le fasi operative con l’ausilio delle sofisticate
apparecchiature elettroniche di scoperta di cui sono dotati gli elicotteri
della Guardia di Finanza. Ogni attività ha permesso, oltre a garantire la
cornice di sicurezza, anche a chiudere le vie di fuga che spesso venivano utilizzate
da soggetti latitanti che, in tali circostanze, cercavano di sfuggire alle
azioni a tenaglia messe in opera dai militari delle fiamme gialle.
IL COMANDANTE DEL
GRUPPO AERONAVALE
Col.
pil. Giuseppe Minutoli