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 lunedì 17 febbraio 2014

GUARDIA DI FINANZA – COMUNICATO

Consuntivo delle attività di servizio dell’anno 2013 del Gruppo Aeronavale di Messina

di Redazione


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Notevoli i risultati diversificati nei vari settori d’intervento che hanno interessato l’attività operativa relativa all’anno 2013, presentata dal Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina.

Il Reparto, istituito il 13 settembre 2004 per fronteggiare la crescente minaccia proveniente dalle rotte mediterranee e dal contesto socio criminale operante in Sicilia e Calabria, svolge l’azione preventiva/repressiva mediante il pattugliamento in cielo ed in mare con i propri mezzi aeronavali nello scenario operativo di competenza e nei comparti d’intervento assegnati, quali: polizia economica e finanziaria; contrasto all’immigrazione clandestina; contrasto al traffico internazionale di stupefacenti; concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica.

L’attività operativa di servizio ha interessato il soccorso di migranti e il contrasto al fenomeno delle organizzazioni dedite a tale illecito traffico, ai vari sequestri ricadenti nel settore degli stupefacenti tra cui anche il sequestro di piantagioni di cannabis, alla cooperazione con i reparti territoriali del Corpo nell’attività di esecuzione di ordinanze di custodia cautelare nel settore della polizia giudiziaria, nonché interventi a tutela dell’ambiente.

Nella stagione estiva del 2013, è stato predisposto un capillare intervento nelle aeree maggiormente frequentate da diportisti e vacanzieri, effettuando tutta una serie di controlli a carico dei possessori di natanti e, sul territorio a carico dei possessori di immobili di lusso che, per tipologia, facevano presupporre una capacità contributiva tale da essere assoggettata a beni di lusso.

Gli effetti di tali controlli incrociati con le banche dati in uso alle fiamme gialle, hanno permesso di segnalare all’Agenzia delle Entrate numerosi soggetti che andranno ad essere oggetto di più approfonditi accertamenti al fine di stabilire il reale indicatore di ricchezza. Nell’ambito dei controlli effettuati nell’arcipelago Eoliano sono stati eseguiti 15 controlli ad imbarcazioni di lusso, mentre tra i controlli effettuati sul territorio a mezzo dei velivoli in dotazione al Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina sono stati segnalati circa 14 immobili di lusso tra cui ville con piscine e maneggi.

Nel settore della pesca sono stati effettuati numerosi controlli ai fini dell’accertamento della percezione di illeciti contributi dei fondi comunitari istituiti con il D.M. 23.05.1997 e D.M. 25.07.2002. In tale ambito l’attività di controllo è stata indirizzata per accertare l’asserita dismissione ovvero, l’attestata riconversione delle attività da pesca da parte degli operatori del settore che di fatto, invece, hanno continuato a detenere ed utilizzare gli attrezzi dismessi e/o riconvertiti (spadare, ed altre reti da posta derivante). Nei casi riscontrati è stato anche contestato l’art.640/bis del c.p. per truffa aggravata.

Per quanto attiene il comparto delle accise, sono stati effettuati anche diversi controlli in materia di prodotti petroliferi agevolati nei confronti delle imbarcazioni aventi titoli all’impiego di tali prodotti. L’attività è stata indirizzata principalmente alle verifiche sulla regolare tenuta dei c.d. “libretti di controllo” sui quali devono essere annotati gli imbarchi ed i consumi dei prodotti agevolati.

Importanti sono le direttive riguardanti il settore dell’immigrazione, tra cui spicca lo strumento normativo contenuto all’interno del c.d. “Pacchetto sicurezza”, varato nel luglio 2009, che ha introdotto il “reato di immigrazione clandestina”, con procedimenti penali per direttissima e conseguente inasprimento delle pene per i trafficanti di uomini.

Le aree maggiormente interessate per il contrasto dell’immigrazione clandestina e per le organizzazioni che sono a capo di tale fenomeno, sono state le coste ionico siciliane e quelle a sud della Sicilia che si affacciano nel Canale di Malta. Le predette coste e zone di mare, sono state teatro di un’intensa attività operativa con la quale si è dovuto intervenire nella prevenzione/repressione di numerosi sbarchi.

Importanti sono stati i risultati di servizio conseguiti, quali: l’identificazione ed il fermo di 1256 immigrati extracomunitari; il soccorso di 3210 immigrati extracomunitari; l’arresto di 75 scafisti per reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina; il sequestro di 16 imbarcazioni di vario tipo e di una Motonave; l’effettuazione di 25 interventi di soccorso.

Tuttavia l’emergenza non può considerarsi conclusa, infatti, gli organismi malavitosi si sono già messi in opera ricercando altre vie per i loro traffici illegali, ove in atto è stata osservata un’intensificazione degli sbarchi di clandestini verso le coste calabre del versante ionico, mediante l’impiego di velieri ucraini e turchi nonché di navi madre in transito per quelle rotte. Nell’ambito delle attività sopra descritte, il Gruppo Aeronavale di Messina in data 10 gennaio 2013 ha proceduto al primo sequestro di una nave madre nell’ambito dell’applicazione dell’art.11 della legge 189/2002 c.d. “Bossi - Fini”.

Tale attività per la sua singolare tipologia, è stata promossa dall’Agenzia Europea delle Frontiere Esterne “FRONTEX” che ha voluto accreditare questo modus operandi attraverso una serie di conferenze, una delle quali si è svolta in sede estera ad Atene nell’ambito del “WORK SHOP” tenuto in data 20 - 21 marzo 2013.

Inoltre in data 11 – 12 settembre 2013 il Gruppo Aeronavale di Messina, si è reso protagonista del primo sequestro di nave “madre” operato in acque internazionali a circa 200 miglia a Sud-Est di Capo Murro di Porco (SR).

Anche per il decorso 2013 è stata attuata l’Operazione Internazionale congiunta denominata “HERMES EXTENSION 2013”, già promossa dall’Agenzia Europea “FRONTEX”, in considerazione del continuo stato di emergenza umanitaria connessa all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa diretti sull’isola di Lampedusa.

Per tale eccezionale emergenza di sbarchi d’immigrati clandestini, giunti con ogni tipo di imbarcazione sull’isola di Lampedusa, la Guardia di Finanza ha intensificato il dispositivo di salvaguardia con il rafforzamento di ulteriore invio di mezzi aeronavali su quell’isola per fronteggiare gli eventi migratori provocati dal progressivo aggravarsi della situazione geopolitica del quadrante nord-africano che si affaccia nel Mediterraneo.

L’attività espletata nella zona di mare dell’isola di Lampedusa, ove le unità navali ed aeree della Guardia di Finanza sono state rischierate in vari periodi del decorso 2013, ha permesso di conseguire i seguenti risultati di servizio: salvataggio e soccorso di circa 2986 immigrati clandestini; sequestro di 31 imbarcazioni di tipo Motopeschereccio e natanti di vario tipo.

Alle ore 07,15 del giorno 3 ottobre 2013 la 2^ Sala Controllo Operativo di Lampedusa apprendeva la notizia che nelle acque antistanti la predetta isola e più precisamente in località Tabaccara, era avvenuto il ribaltamento di un barcone carico di clandestini. Le unità navali del Corpo venivano immediatamente inviate sul luogo della sciagura ed ivi giunte i militari constatavano una scena sconvolgente. Decine di corpi riversavano senza vita nelle fredde acque del mare, a cui avevano affidato le loro speranze di una vita migliore.

Con grande commozione sono state avviate le operazioni di ricerca, rivolte principalmente al ritrovamento di superstiti da salvare a cui offrire l’immediato soccorso ed il recupero dei corpi ormai privi di vita.

In questa ennesima tragedia in mare ove hanno perso la vita 311 persone, ne sono state strappate 155 le quali, senza il provvidenziale e tempestivo intervento di soccorso

da parte delle forze di polizia sopraggiunte sul luogo del disastro, non avrebbero potuto continuare a sperare in una vita migliore.

Ciò che non sarà mai dimenticato è il triste ricordo di quegli uomini, donne, ragazzi e bambini senza vita chiusi dentro un sacco di plastica e caricati dentro i camion frigorifero, per poi essere allineati all’interno dell’hangar dell’aeroporto di Lampedusa.

Successivamente a tale tragico evento, e purtroppo seguita a distanza di pochi giorni ed esattamente in data 11 ottobre 2013, un’analoga sciagura che ha visto anche in questa occasione il ribaltamento di un altro barcone con oltre 400 persone a bordo tra cui molte donne e bambini. Il triste evento ha distrutto intere famiglie che erano partite dal loro paese in cerca di un futuro migliore. Anche in questa occasione l’intervento dei finanzieri ha permesso, quanto meno, di limitare il crescente numero di persone che sparivano nel fondo del mare. Nell’immane tragedia, le fiamme gialle, sono riusciti a salvare una neonata a cui è stata ridata la speranza alla vita.

L’azione di contrasto all’immigrazione clandestina ed ai fenomeni criminali ad essa connessi ha subito una serie di mutamenti, a seguito dell’emanazione di specifiche leggi nazionali e comunitarie. Il caposaldo del quadro normativo di riferimento delle leggi nazionali è, come noto, il D.L. 25 luglio 1998 nr. 286, il quale ha delineato le misure di contrasto all’immigrazione clandestina. La richiamata legge ha subito profonde modifiche con il D.L. 30 luglio 2002 nr. 189 (c.d.) “Bossi-Fini”, prevedendo, all’art.11, una sostanziale modifica dell’art. 12 del decreto 286/98. In particolare, il richiamato art. 11, al comma 9 bis e ter, prevede che “la nave militare italiana e/o in servizio di polizia che incontra nel mare territoriale o nella zona contigua una nave di cui si ha fondato motivo di ritenere che sia adibita al trasporto illecito di migranti, può fermarla, sottoporla ad ispezione e, in presenza di elementi che confermino il coinvolgimento della stessa nel traffico in argomento, sequestrarla e condurla in un porto dello Stato”.

In tale particolare settore, il Gruppo Aeronavale di Messina, nell’ambito dell’attività di servizio, effettua approfonditi monitoraggi delle direttrici di passaggio dai mari aperti verso le coste nazionali di tutti i natanti degni di particolare interesse, ed esegue, quando possibile, appropriate visite a bordo nei limiti del rispetto imposti dal diritto nazionale ed internazionale. A tale attività vengono affiancati ed analizzati tutti gli elementi informativi, acquisiti nel teatro operativo oltre a quelli appresi mediante le comunicazioni formali emanate.

In tale contesto in data 10 gennaio 2013 alle ore 12,45, il velivolo del Corpo del tipo ATR42, avvistava a miglia 45 da Capo Spartivento (RC) la “M/N FEDEL MOON” battente bandiera Panamense, già segnalata per probabile traffico di immigrati clandestini e, per tale motivo, veniva attivato un sistema di ombreggiamento occulto a mezzo delle dipendenti unità navali.

La predetta nave, costantemente tenuta sotto controllo radar, riduceva la propria velocità a 2.2 Kts e proseguiva lungo la nuova rotta rilevata che faceva presagire l’avvicinamento verso la costa piuttosto che l’ingresso nello Stretto di Messina, per poi arrestare il proprio moto, a poco più di un miglio da Capo Spartivento (RC).

A causa di tale comportamento veniva effettuata una visita a bordo da parte dei militari appartenenti al Gruppo Aeronavale di Messina, i quali dopo aver effettuata un’accurata ispezione dei locali della nave, rinvenivano 28 immigrati clandestini nascosti all’interno del gavone di prua. La Motonave in argomento veniva, pertanto, sequestrata ai sensi delle norme sopra indicate e condotta nel porto di Reggio Calabria per essere messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Tra le attività segnalate dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, ha avuto particolare rilievo il sequestro della Motonave denominata “GOLD STAR” battente bandiera della Tanzania avvenuto nei giorni tra il 5 ed il 7 settembre 2013. Tale operazione è stata condotta a largo delle acque di Capo Passero, in acque internazionali ed in forza dell’autorizzazione concessa dallo Stato di bandiera.

La nave in questione al cui interno erano occultati circa 30.000 chilogrammi di hashish, è stata data alle fiamme da parte dei membri dell’equipaggio, allorquando si sono resi conto di essere stati individuati e scoperti dalle unità navali della Guardia di Finanza.

A causa delle alte fiamme alimentate dall’ingente quantitativo di stupefacente, i componenti dell’equipaggio della nave, dediti all’illecito traffico, sono stati costretti ad abbandonare la nave tuffandosi in mare al fine di mettersi in salvo e, successivamente, soccorsi e recuperati a bordo delle unità navali del Corpo. Per i trafficanti è scattato l’immediato arresto per traffico internazionale di stupefacenti. La nave in fiamme procedeva intanto la sua navigazione senza governo, determinando anche una chiara minaccia e pericolosità per la navigazione, pertanto, è stato predisposto un’adeguata cornice di sicurezza al fine di evitare che altre unità navali in transito potessero essere coinvolte in incidenti.

Dopo aver domato l’incendio con l’ausilio di un rimorchiatore, alcuni militari sono saliti a bordo della nave per prelevare dei campioni di sostanza stupefacente, ancora idonea a sostenere l’impianto accusatorio nei confronti del Comandante e dell’equipaggio della nave, coinvolti nel traffico internazionale di stupefacenti. A conclusione dell’operazione sono stati assicurati alla giustizia nr.9 soggetti di nazionalità Siriana, Indiana e Tanzaniana.

Sempre nell’ambito del contrasto al narcotraffico internazionale in data 18 aprile 2013 il Ministero degli Interni comunicava, attraverso la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, che una Motonave denominata “ADAM”, battente bandiera Isole Comore era coinvolta in un traffico illegale per il trasporto di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti, la quale avrebbe imbarcato tale sostanza lungo le coste del Marocco a mezzo di Motopesca coinvolti nell’illecito traffico. In tale contesto sono stati impiegati diversi mezzi navali ed aerei tra cui anche un aereo del tipo ATR42. Nel momento in cui la nave è entrata nelle acque territoriali italiane, due unità navali di tipo Pattugliatori Veloci, procedevano ad intimare l’ALT secondo le previste procedure internazionali “C.I.S.”. A tale intimazione, il comandante della nave non ottemperava e, al tempo stesso, poneva un improvviso cambio di rotta nel tentativo di abbandonare le acque nazionali. Le azioni di fuga intraprese dalla nave, venivano interrotte nel momento in cui alcuni militari delle fiamme gialle facenti parte del “team di abbordaggio”, riuscivano a salire a bordo e prendere il possesso della nave ed assumerne il governo. Dai controlli effettuati veniva rilevato che nello spazio compreso tra il castello di prua e la “mastra della stiva” era stipato un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, racchiuso in involucri di juta.

Al termine delle operazioni di ricognizione la sostanza stupefacente veniva quantificata in 591 involucri del peso cadauno di circa 26/27 chilogrammi per un totale complessivo di circa 15,700 chilogrammi.

La nave posta in sequestro è stata condotta nel Porto di Marsala e posta a disposizione dell’A.G procedente. I 6 soggetti componenti dell’equipaggio, dediti all’illecito traffico, di nazionalità Siriana sono stati tratti in arresto.

Sempre nel settore del contrasto al traffico internazionale di stupefacenti, in data 12 aprile 2013 è stato segnalato il coinvolgimento della Motonave “OSMAN HASRETLER” di nazionalità Turca, nel traffico internazionale di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente proveniente dal Marocco e diretto in Libia. Anche in questo caso, per potere effettuare l’operazione, è stato chiesto allo Stato di bandiera l’autorizzazione all’applicazione dell’art.17 della Convenzione di Vienna. Nonostante i militari della Guardia di Finanza avessero intimato l’ALT, secondo le previste procedure internazionali, il comandante della motonave in questione procedeva la navigazione senza ottemperarvi, pertanto, si è dovuto procedere ad un’azione di forza effettuato un abbordaggio in movimento da parte di alcuni membri delle fiamme gialle appositamente addestrati per questi tipi d’interventi. Durante tale circostanza, alcuni membri dell’equipaggio procedevano a disfarsi di parte del carico gettandolo in mare, ma l’intervento dei finanzieri ha impedito ai soggetti in questione di disfarsi completamente del carico e ad immobilizzare gli stessi, procedendo, nel contempo, a rinvenire la restante parte del carico di hashish che veniva quantificata in 855,872 chilogrammi.

La motonave battente bandiera Turca è stata posta sotto sequestro e messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente, mentre i 6 membri dell’equipaggio sono stati tratti in arresto per le violazioni connesse al traffico di stupefacenti.

Il traffico di sostanze stupefacenti è ormai consolidato come il settore più redditizio delle organizzazioni criminali. La continua azione di sorvoli e monitoraggi effettuati degli elicotteri del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina, in cooperazione con le pattuglie automontate dei finanzieri appartenenti al Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, ha permesso in data 19 settembre 2013 il rinvenimento di una piantagione di cannabis sita nel territorio catanese, occultata in mezzo ad un agrumeto, per un totale di 804 piante ed il peso complessivo di kg.2570, nonché l’arresto di 4 persone di origine rumena ed una di nazionalità italiana, proprietaria del terreno, ritenute responsabili dell’illecita attività.

Oltre alle piante di cannabis sono state sequestrate varie attrezzature che servivano per la coltivazione, la concimazione e l’irrigazione dell’illegale piantagione.

Nell’ambito di specifiche indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Catania, già posta in essere attraverso un’attività info-investigativa messa in atto dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, riguardante il contrasto dei reati ambientali perpetrati nell’utilizzo degli impianti di discarica situato nel Comune di Motta S. Anastasia, nel territorio della provincia di Catania, grazie all’ausilio dell’impiego degli elicotteri del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina effettuato in data 5 aprile 2013, sono stati documentati mediante ricognizioni aeree e video riprese fotografiche, gli scarichi di acque reflue (percolato) con sversamento nel suolo e nel sottosuolo, con evidenti ripercussioni di natura ambientale in una vasta area del comprensorio etneo.

Le indagini hanno, altresì, permesso di rilevare che la società interessata non ha osservato le prescrizioni per l’utilizzo dell’impianto di discarica. Con il provvedimento in rassegna sono stati sottoposti a sequestro circa 292 metri cubi (pari a Kg.289.080) di percolato.

Con l’attivazione dell’operazione di servizio denominata “Metropolis” svolta in 20 febbraio 2013 nel territorio della Locride in provincia di Reggio Calabria, è stato chiesto dal Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Reggio Calabria il supporto dei velivoli della dipendente Sezione Aerea di Manovra di Catania, allo scopo di fornire un’adeguata copertura aerea alle pattuglie operanti a terra, nell’ambito di una vasta e complessa ordinanza di sequestri ed arresti, condotta dalle fiamme gialle su ordine della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, riguardanti le attività illecite e i soggetti della “ndrangheta” nei cui confronti la prefata A.G. ha emesso l’applicazione di vari provvedimenti cautelari personali e reali.

La presenza del velivolo, ha consentito il controllo dall’alto dei luoghi interessati durante tutte le fasi d’intervento, al fine di individuare/reprimere eventuali tentativi di fuga da parte dei soggetti destinatari di tale provvedimento.

Per le suddette operazioni sono stati impiegati 270 uomini che hanno portato al sequestro di un patrimonio di beni per complessivi euro 442.550.000,00.

Anche per la vasta attività di indagine condotta in data 6 novembre 2013, dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria G.I.C.O. di Reggio Calabria, è stato fornito il supporto aereo degli elicotteri in dotazione al Gruppo Aeronavale di Messina. I predetti velivoli hanno proceduto ad effettuare la copertura aerea alle pattuglie operanti a terra nel corso delle operazioni che hanno visto interessato lo S.C.I.C.O. di Roma, per l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare e contestuale decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria su richiesta della D.D.A. della stessa città nei confronti di 47 soggetti.

Tra questi figurano professionisti e imprenditori a vario titolo collegati alle cosche della “ndrangheta” perché responsabili dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Le attività criminose comprendevano: trasferimento fraudolento di valori, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita concorrenza ed estorsione. L’attività in parola si è conclusa con il sequestro di 14 società e delle quote pari al 5% di una S.A.S., per un valore complessivo di 90 milioni di euro.

Oltre alle importanti operazioni sopra tratteggiate, numerose sono state le coperture aeree fornite dagli elicotteri della dipendente Sezione Aerea di Manovra di Catania, nell’ambito delle attività di p.g. disposte dalle Procure della Repubblica di Catania e Reggio Calabria, connesse all’esecuzioni di custodia cautelare nei confronti di clan malavitosi operanti nei territori del Catanese e del Reggino. In tali circostanze, le pattuglie operanti a terra sono sempre state monitorate dall’alto, durante le fasi operative con l’ausilio delle sofisticate apparecchiature elettroniche di scoperta di cui sono dotati gli elicotteri della Guardia di Finanza. Ogni attività ha permesso, oltre a garantire la cornice di sicurezza, anche a chiudere le vie di fuga che spesso venivano utilizzate da soggetti latitanti che, in tali circostanze, cercavano di sfuggire alle azioni a tenaglia messe in opera dai militari delle fiamme gialle.


IL COMANDANTE DEL GRUPPO AERONAVALE

Col. pil. Giuseppe Minutoli


 


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