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 giovedì 13 febbraio 2014

PROVINCE IN SICILIA

L’Assemblea Regionale Siciliana ha tempo sino al 15 febbraio per votare la riforma delle Province

di Tiziana Santoro


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Il Decreto di legge “Cracolici” presenta incongruenze tali da risultare, facilmente, impugnabile da parte della Commissione dello Stato.

La Giunta Crocetta è, dunque, dovuta intervenire per evitare di far sprofondare la controversa questione nel vortice dispendioso dei ricorsi.

Il presidente della Regione Sicilia – per mezzo delle norme-stralcio – ha posto le basi per il commissariamento, prorogando le nomine dei commissari in carica sino ad ottobre del 2014.

Nel difficile conteso del quadro nazionale, che prevede lo slittamento dell’Udc a destra e la crisi intestina del Pd, la Regione Sicilia si prepara alle prossime elezioni europee giocando la carta del Commissariamento per controllare il territorio e agire, in autotutela, contro la presunta incostituzionalità dei provvedimenti contenuti nel Ddl “Cracolici”.

Leggendo il testo balza agli occhi l’incompatibilità tra l’articolo 1 del suddetto disegno di legge, che riconosce l’autorità amministrativa e finanziaria dell’ente Consorzio, e l’articolo 3 che consente ai sindaci l’accesso alle nomine di presidente e di membri in seno alla Giunta e all’Assemblea, legittimando, di fatto, la somma dei poteri nelle mani dei medesimi soggetti coinvolti.

Se ciò fosse messo in atto si contravverrebbe alla sentenza 143/10 della Corte Costituzionale che vieta ad uno stesso individuo di rivestire più cariche, contemporaneamente.

Il passaggio dalle Libere Province al Libero Consorzio rischia, inoltre, di tradursi in un’azione formale e priva di alcuna sostanzialità – dal momento che nonostante sia previsto un cospicuo ridimensionamento dei fondi – non è stato deciso di erogare i servizi attraverso alcun piano programmatico alternativo e compatibile con le risorse economiche disponibili.

Stando al Ddl “Cracolici” verrebbe meno, altresì, anche il principio di eleggibilità diretta, per cui spetterebbe all’Assemblea del Libero Consorzio il compito di eleggere il “sindaco-presidente” che, a sua volta, provvederebbe ad eleggere gli 8 “sindaci-assessori” della Giunta, generando un notevole conflitto di interessi e un’imparzialità nello svolgimento delle funzioni amministrative e finanziare.

Se al momento, tuttavia, l’unico antidoto all’incompatibilità ed ineleggibilità degli amministratori sembra essere la proroga dei commissari, si attende di vedere quale soluzione sapranno prendere le autorità competenti per scongiurare il sopraggiungere di uno stato di commissariamento perenne.


 


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