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 venerdì 9 agosto 2019

MITI E LEGGENDE

Il regno di Colapesce

di Domenica Timpano


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Molte leggende, tramandate da padre in figlio, a volte prendono lo spunto da avvenimenti remoti, realmente, accaduti, altre volte invece, sono frutto solo della fervida fantasia popolare. In entrambi i casi, però, i racconti vengono colorati e arricchiti di particolari esagerati, ingigantiti, fantastici, che conferiscono alla storia un fascino particolare.La città di Messina ha una grande quantità di leggende, davvero straordinarie, a cominciare da quella che narra di un uomo che era metà uomo e metà pesce.

“Colapesce” era il suo nome. Egli era figlio di un pescatore e divenne presto famoso per le imprese straordinarie che era capace di compiere in fondo al mare, che era il suo regno. Lì egli viveva molta parte della sua vita, circondato da meravigliose creature marine. Avuta notizia di questo essere ammaliante, Federico II, re di Sicilia ed imperatore, volle conoscerlo e, per rendersi conto delle sue capacità, provò a metterlo alla prova gettando in mare prima una coppa, poi una corona e, infine, un anello, a profondità sempre più abissali.

Se Cola fosse riuscito nell’impresa di recuperare quegli oggetti, avrebbe avuto in premio, come sposa, sua figlia. Il giovane si tuffò e riaffiorò la prima volta con la coppa del re, poi con la sua corona, ma la terza volta, ahimè, non riemerse.Infatti, Colapesce vide che una delle tre colonne, quella di Capo Peloro, su cui si regge la Sicilia, secondo la tradizione popolare era inclinata e stava per spezzarsi mettendo a rischio la città di Messina che sarebbe sprofondata negli abissi. In uno slancio d’amore, egli sacrificò la sua vita e rimase in fondo al mare per sostenere, sul proprio dorso, la sua città. Tutte le volte che Messina sussulta per le scosse telluriche, si fa riferimento a Colapesce che, per la stanchezza del grave peso, cambia posizione.

La leggenda di Cola ha dato origine a numerose produzioni poetiche, teatrali e ad un premio internazionale che viene conferito, a Messina, nel mese di novembre, a personalità del mondo della cultura, delle scienze, dell’industria, dello sport, dello spettacolo. All’interno del premio, un riconoscimento di gratitudine va, ogni anno, agli italiani che hanno perso la vita a Nassiria.


 


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