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 sabato 18 gennaio 2014

RECENSIONI LIBRARIE

Rosalia Simone D’Aliberti – Il fiume e la luna

di Redazione


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I racconti del libro Il fiume e la luna, di Rosalia Simone D’Aliberti, sono piccole perle di lirismo narrativo, in un periodo della Sicilia tirrenica e nebroidea, ambientato negli anni ‘40 e ‘50.

Le vicende dei protagonisti s’intrecciano e rimandano agli anni del fascismo, allo sbarco degli alleati, alla vicenda di Salvatore Giuliano, all’avvento del cinema in provincia. Incuriosiscono alcuni riferimenti socio-antropologici come la leggenda legata alla nascita del paese di Furnari, le rievocazioni di feste paesane, devozioni religiose, usi e costumi locali.

Il titolo del libro nasce dalla presenza del fiume e della luna, che assurgono ad archetipi dell’immanenza e della trascendenza, insite nelle vita di ogni uomo, oltre che nelle poesie di apertura e chiusura, in quasi tutti i racconti, spettatori di un dualismo che informa il mondo dei protagonisti.

Così, da una parte vi sono gli “ultimi”, i poveri, mentre dall’altra “i potenti”, per censo o per ricchezza o, semplicemente, “i nuovi borghesi”, la cui vita scorre tra i paesi di Furnari, Falcone, Montalbano, Pattie Mazzarrà Sant’Andrea.

Un dualismo che sembra anche etico: emergono nel mondo contadino i valori forti del sacrificio e del lavoro, la compassione e la condivisione, la consolazione derivante dalla fede e dall’amore autentico, dall’affetto dei parenti più stretti o degli animali, compagni di viaggio, con cui condividono gioie, ricordi e confidenze, laddove il mondo “altro”, si presenta come sordo al rispetto e alle giuste rivendicazioni dei lavoratori, egoista ed arrogante, persino nell’invidiare ai primi e nel pretendere per sé il ricco mondo interiore di bellezza, speranze, sogni, miope all’evolversi dei tempi.

Anche lo stile narrativo di Rosalia Simone D’Aliberti sposa, dualisticamente e, tuttavia, armonicamente, espressioni dolci e accorate, ma anche forti, afrasi e termini dialettali unite ad un lessico tutto siciliano dei protagonisti, per lo più analfabeti, con cui l’Autrice, che pur vive una realtà privilegiata, si schiera.

Aleggiano sull’intero libro opposti luoghi dell’anima: il “fiume”, ora placido ora veemente e tumultuoso– come lo è l’anelito a conquistare migliori condizioni di vita, a realizzare i sogni d’amore a lungo sospirati e coltivati – ela “luna”, che diventa testimone di vite e di storie, non sempre a lieto fine, ma tutte di struggente bellezza ed impatto emotivo, al cui chiarore spesso si placano le ansie degli umili di vedere soffocate straordinarie potenzialità di riscatto e di felicità.


 


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