CHIESA E MODERNITÀ
La bellezza salverà il mondo
di Alfonso Saya
Il mondo in cui viviamo
ha bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione. La bellezza, così
come la verità, è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini, è il frutto
prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge
nell’ammirazione. È il messaggio di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo!”. L’arte è un mistero, com’è un
mistero la vita, e resterà tale poiché appartiene ad una dimensione prettamente
spirituale che trascende l’uomo avviluppato e legato alla materia. L’arte, in
quanto rivela la bellezza, rivela Dio, rappresenta l’invisibile che si cela nel
visibile. Non può, però, rappresentare la bellezza nella sua perfezione, nella
sua essenza. L’uomo è vincolato dalla materia e può contemplare la bellezza e,
quindi, Dio faccia a faccia come dice San Paolo, solo dopo che si svincola
dalla materia, cioè, con la morte. Solo allora, conoscerà, perfettamente, la
bellezza e la verità, cioè, Dio. Questa è la regola. Ad ogni regola, non manca
l’eccezione che è costituita da pochi uomini, i Santi che hanno vissuto “tra
Cielo e terra” come, per esempio, Padre Pio, che hanno pregustato il Paradiso,
la bellezza nella sua essenza, che hanno vissuto nel mondo, ma non erano del
mondo. Oggi, purtroppo, non è più così, almeno in tante chiese moderne, poiché
imperversa il brutto. Le chiese moderne sono simili, al dire di padre Davide
Turoldo, a garage, ove è parcheggiato Dio. L’arte ha imboccato le vie della
città secolare, archiviando i temi religiosi, i simboli, le narrazioni, le
figure e tutto quel grande “codice” che era stata la Bibbia. Vi è la
divaricazione tra arte e fede. Alcuni vescovi si sono arresi al mondo e si sono
rivolti ad architetti, pittori e scultori atei. L’esempio è la Chiesa moderna
di San Giovanni Rotondo, basta guardare quella Croce: “Chi non mostra Gesù,
nasconde Dio per la gioia del Maligno che si prende la scena”. La Chiesa
moderna di San Giovanni Rotondo è, dicevo, l’esempio più scandaloso. Renzo
Piano, si dichiara, apertamente, ateo, non è stato ispirato dalla Fede ed ha
costruito la suddetta chiesa che non ha niente a che vedere con una chiesa
cattolica. Ha scelto una forma inedita, la forma della conchiglia, di una
spirale che non è un simbolo cristiano. Al centro della spirale non si trova
niente, ci dovrebbe essere il cuore della chiesa, cioè il tabernacolo, “l’urna
del Dio fattosi Pane”, oppure il Crocefisso; c’è, ripeto, il nulla!
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