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 giovedì 24 ottobre 2013

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Una mia personale riflessione sull’Istituto Salesiano “San Luigi”

di Redazione


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Leggendo e rileggendo quanto pubblicato dal vostro giornale, con il titolo Che perdita la chiusura dello storico Oratorio Salesiano San Luigi, a firma di Alfonso Saya, ex allievo e docente e, soprattutto amico di vecchia data dello scrivente, mi vengono da fare alcune riflessioni inerenti la chiusura dell’ultra centenario Istituto-Oratorio Salesiano “San Luigi”.

Sono trascorsi oltre due anni dalla chiusura definitiva, avvenuta per l’esattezza l’1 settembre 2011, senza che i vertici della Congregazione Salesiana abbiano concluso la vendita della mega struttura, privandone la fruizione ad oltre cento tra ragazzi e ragazze, partecipanti al “Grest”, tutti affezionati all’Oratorio, Opera principe di Don Bosco. Inoltre, nella struttura si celebrava la santa Messa festiva nell’annessa accogliente chiesa, oggi chiusa al culto, dove erano soliti presenziarvi gli ex allievi dell’istituto con le loro famiglie. Si poteva, a mio dire e di tanti altri, continuare l’attività oratoriana fino a quando non avvenisse la cessione. Invece, si è avuta tanta premura di chiudere, nonostante i numerosi gridi di allarme ed accorati appelli (come dice il prof. Saya), lanciati sulla stampa locale, che preannunciavano, secondo fondate voci circolanti, una prossima chiusura. E così è stato, purtroppo, avallato dall’assoluto silenzio dei Superiori Salesiani.

C’è da dire, ed è giusto precisarlo, che per primi a mal digerire la decisione assunta dalla Congregazione siano stati i Salesiani di Messina, in particolare quelli che hanno operato al “San Luigi”. Il rapporto dei Salesiani con la città di Messina risale al 1893, anno di arrivo dei primi Salesiani proprio al “San Luigi”, inviati, allora, da Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, voluti a Messina dall’arcivescovo di quel tempo, mons. Giuseppe Guarino, approntato sul “sistema ideale” per educare i giovani, fondato da Don Bosco su tre valori: Ragione, Religione, Amorevolezza, ciò che si tramanda ancora oggi. Sì, Alfonso, Don Bosco può ritornare al “San Luigi”, nei suoi centodiciotto anni di attività scolastica ed oratoriana ha “sfornato” una miriade di validi professionisti, in tanti tutt’ora in piena attività, e di “buoni cristiani ed onesti cittadini”, per il costante produttivo impegno dei Salesiani. I suoi “Figli”, con in testa l’arcivescovo, mons. Calogero La Piana, ne vogliono ardentemente il “ritorno”. E chissà che la nomina recentissima di don Giuseppe Ruta a Superiore Salesiano regionale della Sicilia, per lunghi anni operante nella nostra città, amico dei messinesi, possa far auspicare la possibile riapertura, magari in spazi ridotti, dell’oratorio.

Nei giorni 15 e 16 del mese di novembre p.v., sostando nella nostra città l’urna contenente le spoglie del fondatore Don Bosco, in occasione del bicentenario dalla nascita, possa il Santo e Maestro dei giovani intercedere la riapertura dello storico oratorio Salesiano “San Luigi”.


Nino Berenato - ex allievo dell’Oratorio Salesiano “San Luigi”


 


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