FRAMMENTI DELL’INTERIORITÀ UMANA
ANIMALITÀ COME ANIMA DELL’UOMO (PRIMA PARTE)
di Tommaso Calarco
Nasco come piccolo cosmo in evoluzione,
nessuno può in alcun modo, nemmeno lontanamente, intuirne la fioritura di
mondi, galassie, costellazioni..
Certo è, che l’uomo, in sé, contiene
archetipe risonanze, che si trasmutano, diventando vere personalità, a volte
identificate come patologie di natura psichiatrica, altre semplicemente,
affollano il nostro “interiore” in compagnia di un “io” che non sempre, bene
amministra.
Sin dalla preistoria l’uomo è stato
coinvolto dalla fascinazione del mondo animale, alternando ad una
sacralizzazione, una demonizzazione dello stesso, inerendone, spesso, il
simbolismo all’interiorità profonda; animale appunto, che ci induce a
relazionarci con quell’istintività senza coscienza né morale – giustificata e
purificata in quanto, solo, caratteristica del bestiale – in noi diviene “l’altrimenti,
“l’illimite”, “l’inaudito”. Tale raffronto ci disturba, inquieta, si pone come
matrice indagatrice dei nostri sentimenti, passioni, relazioni.
Etimologicamente, il sostantivo maschile animale, deriva dall’aggettivo anima, in latino: che riguarda l’anima,
gli esseri animati. Questo strano connubio sembra attraversare, trasversalmente,
i due mondi, quello umano e quello animale.
Insiemi, tanti, incontabili, si
includono, intersecano, sovrappongono, raccontano..
Al prossimo approfondimento.
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