PREMIO “ADOLFO CELI” 2013 – MESSINA
RENZINO E LUCETTA di NINO e VITA SPADA
di Lally Famà
Sabato 17 novembre c.m., alle ore 21,00, al teatro stabile “Zancle”, presso l’Istituto
“Sordomuti di Cristo Re”, di Messina, l’Associazione
Culturale Teatrale “Ledimigi”, nell’ambito della 6a Rassegna teatrale “Zancle”, Premio “Adolfo Celi” 2013, con la
direzione artistica di Mimmo Giuliano, ha messo in scena la parodia giocosa in due
atti, I Promessi Sposi, di Aldo Lo
Castro, della Compagnia teatrale “Colapesce”, di Pace del Mela (Messina), con la
regia di Nino e Vita Spada. Scene di Nino Spada.
La commedia teatrale è
stata rivista e rivisitata dal regista in chiave dialettale (messinese).
Personaggi e interpreti della piece: Piergiuseppe Bitto (Renzino); Nina Impalà
(Lucietta); Nicola Spavara (Don Abbondo); Nino Mondì (1° Bravo); Carmelo
Crisafulli (2° Bravo); Graziella Materia (Perpetua); Vita Pollino (Agnese);
Francesco Mazzagatti (Don Rodriguez); Nino Spada (Fra Cristoforo); Italo
Gandolfo (L’Innominabile); Salvatore Ferrito (Don Basilio); Francesca Scalzo
(Gertrude); Federica Calapà (Filomena); Aldo Castro (Ciccio).
La storia si svolge in terra sicula, dove un ‘ignaro’
“Don Abbondo” viene cercato presso la propria abitazione dai due “Bravi” di
“Don Rodriguez” (ricco proprietario di terre dei luoghi), ma da un’ipoacusica
“Perpetua” verrà riferito che egli non è in casa e che dovranno attenderne il
ritorno (Perpetua continuerà, per tutto l’intero lavoro, a fraintendere tutto
ciò che le verrà riferito o richiesto, con inevitabile ilarità da parte degli
spettatori presenti in sala).
Il parroco del paese, “Don Abbondo”, appunto, dovrà
festeggiare, il giorno seguente, lo sposalizio di due giovani del paese,
“Renzino e Lucetta”, ma i “Bravi” avranno il compito di ‘invitare’
(minacciosamente) il pauroso parroco a impedire le nozze dei due promessi.
Questo matrimonio non
s’ha da fare, né domani, né mai! “Don Rodriguez”, infatti,
ha messo gli occhi su Lucetta e non ha nessunissima intenzione di mollare la
preda, la quale, grazie all’aiuto della madre “Agnese” e del prete “Fra
Cristoforo” (sicuramente, meno pauroso di Don Abbondo), viene mandata all’isola
di Ponza, dove vive la “Monaca di Ponza” (Gertrude). Ma l’imperterrito Don
Rodriguez, con l’ausilio dell’“Innominabile”, suo amico e compare di malaffare,
riesce a rintracciare Lucetta, che, i due Bravi credono di aver rapito. A
giungere in terra natia, però, sarà Gertrude (Monaca di Ponza). Un andirivieni
di personaggi, di fraintesi, un voler tentare di strappare la giovane alle
grinfie del ricco proprietario che non si dà pace e che vuole averla a tutti i costi, fanno sì che alla fine
questo muoia, improvvisamente, colto da malore. E, a questo punto, non rimane
che dare il via alla tanto sospirata e attesa festa dei due promessi sposi,
dove lo stesso “Innominabile”, colto dai rimorsi per una vita governata dalla
sua stessa malvagità e dalla troppa tracotanza, spinto da una forma di
riconversione, decreterà l’avvio alle nozze.
-L’opera de I
Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni
(scrittore, poeta e drammaturgo italiano), appartenente alla prima metà dell’800,
in una prima stesura, portava il titolo di Fermo
e Lucia (1821 e il 1823), solo successivamente, il titolo fu modificato e
il testo rivisitato, per i tanti tratti storici ivi contenuti (che furono
abbreviati) e, quindi, pubblicato, nel 1827; fu, anche, rivisto dall’Autore, per
quella che era la forma linguistica del periodo, che, per renderlo accessibile
alla lettura degli italiani, scelse il modello fiorentino-.
La
rivisitazione del regista Nino Spada, alla commedia, ha fatto sì che tutti i
personaggi ed interpreti indossassero, giocosamente, i loro panni, e, per i
modi, le movenze, ma soprattutto, per i ‘linguaggi’ (talvolta, anche ‘coloriti’!),
tipici della nostra terra, hanno saputo rendere piacevole la serata al pubblico
presente in sala.
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