Nello stadio (senza nome) di Messina, sito
nell’area sportiva del torrente San Filippo, inizia la storia di Leon,
fantasista di rango, sceso in serie “D”, con la missione di portare in alto l’ACR
Messina. L’honduregno, che parte dalla panchina, ancora non è al massimo della
forma, ma la classe non è acqua, ed allora, ecco, dopo alcuni tentativi andati
a vuoto, il classico colpaccio su palla inattiva, dai venti metri tira una
saetta, che manda in visibilio il tifo biancoscudato.
Mancava proprio questo al team peloritano,
mancava il cecchino che risolvesse la gara, perché la squadra si muove sprecando
tanto, e squadrette come il Sambiase, alla fine riescono a chiudere i varchi,
per provare a strappare il punticino.
La scorsa settimana abbiamo toccato il
tasto allenatore e non andremo oltre; la società è attenta e valuterà, per
adesso si deve combattere e sudare su tutti i terreni di gioco di questa serie “D”,
che sta stretta al blasone dell’ACR.
Un pubblico unico sia nei numeri, che nel
tifo, uno stadio, sicuramente, troppo grande che incute paura agli avversari, e
una città che non può più aspettare: questa e la fotografia della situazione
attuale. Domenica è stato ricordato, con cori e striscioni, il tifoso laziale
Gabriele Sandri, tragicamente, scomparso cinque anni fa.
L’occhio del tifoso giornalista ha un modo
di vedere più tenue, perché si cerca di non estremizzare. Alla fine, vedere che
re Giorgio Corona si affanna e si danna l’anima a correre a tutto campo e per l’intera
partita, quando dovrebbe risparmiarsi, per essere spietato sotto la porta
avversaria; vedere Parachì, sempre presente e sempre vicino alla marcatura, a
noi potrebbe bastare, perché alla fine contano le vittorie e non il bel gioco.
Quindi, appuntamento a domenica prossima
convinti di fare altri tre punti, magari con un Leon ‘in più’ nel motore, fin
dall’inizio gara, poi per la vetta si vedrà; per adesso, bisogna portare il
fieno in cascina, prima che arrivi l’inverno.
Il Città di Messina con una doppietta di
Assenzio ferma l’Agropoli e resta agganciato alle squadre di vertice, due volte
in svantaggio e, per due volte, mister Rando è riuscito a bilanciare il
risultato, strappando un punto importante dalla terra campana.
Sono venti i punti in classifica: un bel numero
tondo bello a vedersi, che fa morale per tutto l’ambiente giallorosso.
Per il CdiM non è oro tutto quello che
luccica. La gara ha mostrato qualche sbavatura difensiva, la linea arretrata è,
sicuramente, il settore dove mister Rando dovrà lavorare di più.
Domenica, allo Stadio “Celeste” si giocherà
contro il Ribera. Avanti piano e con la determinazione e la cattiveria sportiva
di sempre.