Siamo
sinceri! Anche noi ‘del mondo sommerso’, spesso, veniamo colpiti, seppure
involontariamente, da una strana forma di esterofilia e non facciamo altro che
organizzare le nostre immersioni pensando al Mar Rosso, o alle Maldive o ad
altri paradisi marini sparsi per il globo.
È il
caso questo, del quale mi accingo adesso a parlare, della splendida isola di
Lipari, la vecchia Meligunis, tanto cara ai greci e ai romani. Praticamente
tutto l’anno, grazie al clima mite, è possibile godere della bellezza dei suoi
fondali. Tanti i siti d’immersione destinati a diversi, più o meno, esperti.
Senz’altro
irreale appare il fondale di Punta Castagna, un pianoro che si estende a una
profondità di -10 metri, ricoperto di polvere bianca proveniente dalle cave di
pomice. Superato questo giardino immacolato, si estende una splendida cigliata
che si perde nel blu profondo. Spugne, gorgonie, saraghi, castagnole e cernie
sono gli abitanti abituali di questo immenso condominio marino. Intorno ai 40
metri, percorrendo le lunghe pareti a strapiombo, è possibile godere di una
ricchissima flora, pinneggiando tra paramucee e banchi di anthias. Gorgonie
rosse tappezzano le pareti della Secca del Bagno, formata da tre faraglioni
sommersi. È, senza dubbio, una delle più suggestive immersioni quella nelle
acque dell’isola di Lipari. Il grado di difficoltà è medio e la profondità
ideale per godere delle bellezze sottomarine è tra i 40 e i 45 metri. Con un po’
di pazienza è possibile ammirare le grosse cernie che hanno fatto la propria
tana lungo i massi che segnano il percorso di questa bella e suggestiva “passeggiata”.
E
se non vi bastano gli splendori sommersi di Lipari, vi lasciamo alla scoperta
dello Scoglio dei Monaci. Stavolta siamo a Salina. Lungo una batimetria di -35
metri si scende lungo un canalone le cui pareti sono immerse tra i rami delle
gorgonie. Aragoste e cernie non mancano di ravvivare l’immersione quasi si
trattasse di un vero e proprio comitato d’accoglienza.
Concluse
le immersioni non resta che godere dei panorami che offre l’isola, come l’arco
naturale di Pollara, romantica meta per dare l’arrivederci a questo ennesimo,
piccolo angolo di paradiso.
E
il tutto è “made in Sicily”.