PALAZZO ZANCA – MESSINA
FLAVIA VIZZARI – “RACCONTANDO IN VERSI”
di Pasquale Ermio
 È stata
presentata, lo scorso 8 settembre, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca,
a Messina, la silloge poetica, pubblicata dalla Bastogi Edizioni, Raccontando in versi, della attiva e
dinamica artista messinese, poetessa Flavia Vizzari.
All’evento,
condotto e moderato da Alba Terranova, presente l’autrice, hanno dato il
proprio contributo d’intervento lo scrittore Angelo Coco, il prof. Nino
Comunale, il poeta Pasquale Ermio, come relatori, nonché, l’assessore uscente
alle politiche scolastiche del comune di Messina, arch. Salvatore Magazzù. Ai
relatori, a titolo di ringraziamento, l’artista Vizzari ha consegnato delle
tele Merletti d’esistenza, di sua
creazione e realizzazione, per le quali ha scritto versi di dedica la poetessa
Cristina Lania.
Nell’occasione,
abbiamo avuto modo di raccogliere alcuni pensieri espressi dalla poetessa
Vizzari, su come vive la poetica. Le sue
poesie nascono da sentimenti interiori,
che si tramutano in versi, seguendo solo il desiderio di comunicare emozioni.
Non sempre è possibile sfogarsi ad ogni istante della propria vita, e trascrivere in versi ciò che,
fortemente, si prova. Scrivere è – per Flavia Vizzari – un mezzo utile, anche, per superare momenti
di difficoltà o per manifestare emozioni di gioia. Il suo pensiero verso il
lettore è soltanto quello di poter essere utile con le poesie, narrando
esperienze e, quindi, emozioni che possano servire come confronto di
sperimentazione del vissuto, di esperienze comuni. Certamente, la poetessa non scrive mai per assecondare il lettore o
con lo scopo di destare consensi. Ma, dopo aver fatto leggere le sue prime
poesie, dopo l’esperienza del primo libro “…
e chiovi”, ha percepito di ottenerlo (il
consenso), e questo le è servito da
stimolo, non per scrivere di più, ma per raccogliere, in una nuova seconda
pubblicazione, quanto aveva già scritto.
Il libro Raccontando in versi, di Flavia Vizzari,
merita un’approfondita lettura, anche, per la valenza del suo contenuto
generale. “Non è facile ‘raccontare in versi’.., ma Flavia c’è riuscita –
scrive, così, Giacomo Manzoni, nella Presentazione che apre la silloge Raccontando in versi, di Flavia Vizzari.
L’impressione è che la poetessa ci sia riuscita bene, grazie alla giusta combinazione,
nei versi delicati, ma incisivi, di cuore e mente, di sentimento e intelletto,
di interiorità e pensiero.
Ciò è
espressione di una maturità personale e poetica, sempre in evoluzione, che
attinge, anche, ai racconti ascoltati, di cui Flavia ha fatto tesoro, nelle
esperienze di vissuto. Dice bene e centra il messaggio del “racconto”, Mauro
Montacchiesi, quando, nella Prefazione, esprime: “Le sue poesie vanno lette sulle righe e tra le righe. Solo, così, si
potranno ghermire le sue umane pulsioni vibranti di etica, di impegno
relazionale e di intensi moti affettivi”.
Nella
motivazione del Primo premio ricevuto al Concorso
“Pennacalamaio-Zacem 2012”, per la silloge Altro racconto, che costituisce la terza sezione del libro, le
altre due sono Sensazioni e Gli amorevoli ricordi, Francesca M.
Ferraris sintetizza: “Flavia Vizzari
proietta se stessa al di fuori del proprio sé e.. compie un’ampia riflessione
sulla sua esistenza, sul suo rapporto con la poesia”. In effetti, Flavia
tenta entrambe le cose, ponendo quesiti, ancora, insoluti e spinta da un
desiderio di realtà e di verità. La poetessa con i versi, tramanda, anche,
storie altrui, dopo averle fatte proprie e aggiungendo qualcosa di sé, com’è
tipico di chi racconta. Le caratteristiche di un racconto sono una storia, una
memoria, un contenuto significativo, l’evoluzione attraverso il movimento, l’attesa
di una meraviglia, un finale che lasci qualcosa, magari il desiderio di
raccontare, ancora. Narrare è un dono verso chi manifesta disponibilità all’ascolto,
con giusta attenzione, e verso se stessi. Soltanto così, il racconto può
esprimersi con una sua inarrestabile vitalità. Nel leggere Raccontando in versi, ci si proietta nel posto simbolico occupato
dal tuareg (Deserto, dipinto di
Flavia Vizzari, in copertina), che diventa punto di osservazione e di ascolto.
Nel risveglio di memoria, intriso di colori, il deserto è, soltanto, apparente.
I nostri luoghi, ai quali siamo,
fortemente, attaccati, per primi, ci
narrano la vita e ci insegnano ad amare, mentre noi non sappiamo chi siamo, non
conosciamo mete (affermano alcuni versi). In solitudine, nel silenzio, si
avvertono Sensazioni (10). L’osservazione
e la meditazione svelano le visioni più profonde, promuovono la ricerca di
legami, in un orizzonte che, inteso come limite, è assente. L’immersione è
totale, e come In sogno, si viene
rapiti da un Angelo che accompagna Nel lungo viaggio. Il Pensiero vola come un aquilone, sorvola mari e monti e i tetti delle
case. La nostra vita, come acqua di un fiume, ora calma, ora impetuosa,
costeggia le rive che la guardano passare. Si procede nel percorso, sempre e
comunque. Al di là degli eventi, belli o tristi, delle sofferenze proprie e
altrui, del timore di perdere le preziose certezze raggiunte, come il senso
dell’amicizia che è sentimento puro, non giostrato, perché,
gode di stima, si colgono nuove
sensazioni di giorni nel tempo. Non ti fermare. In preda a una sorta di
rapido silenzioso nistagmo, si scorgono i cambiamenti, si svelano i déjà vu. Li riconosco.
Barlumi di pensiero rischiarano l’incupimento
e il grigiore dei silenzi dell’anima e prevale il desiderio di un vivere bene,
per la felicità.
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