AVVISO: Questo sito a breve non sarà più raggiungibile, Filo Diretto News con le sue notizie ed i suoi servizi sono disponibili al nuovo indirizzo web: www.filodirettonews.it
Oggi è 
 
 
   
Prima Pagina > Cultura e Società > Media > Intervista a Giorgio Guazzi, pioniere dell'aerografia

 mercoledì 25 giugno 2014

IL PERSONAGGIO

Intervista a Giorgio Guazzi, pioniere dell'aerografia

di Francesco Raffa


alt

Nel precedente articolo, abbiamo analizzato l’aerografo in ogni sua parte, la sua storia ed il suo inventore. Oggi, scopriamo l’impiego di questo strumento misterioso e a molti sconosciuto.

Per capire l’utilità dell’aerografo, nei suoi campi di utilizzo, bisogna, prima di tutto, soffermarsi a pensare il perché vada usato un attrezzo che spruzzi del colore, piuttosto, che un pennello: questo ci potrà aiutare a comprendere, non solo lo strumento in sé, ma, anche, l’artista.

Possiamo osservare, attraverso, alcuni disegni rupestri lasciati dai nostri antenati, la volontà di rappresentare la realtà in modo dettagliato: si tratta di disegni realizzati con una mistura di acqua e colore soffiata attraverso un osso cavo, dunque, un aerografo a tutti gli effetti, e ciò, perché, attraverso questa tecnica, si ottengono delle sfumature migliori e si può – volendo – anche, usare il proprio corpo come mascheratura, il palmo della mano, il piede, etc..

La ricerca della perfezione e del reale, ci ha portato alla fotografia e, oggi, a sistemi fotografici e video di qualità eccellenti (si pensi al full HD o a sistemi come il 3D); rimanendo in campo artistico pittorico, l’aerografo resta, ancora oggi, uno strumento valido nelle mani di un artista, con determinate doti, ovviamente!

Particolarmente, adatta per eseguire lavori di alta precisione, l’aerografia trova vasti campi d’applicazione, tra cui: l’illustrazione pubblicitaria; la pittura; l’esecuzione di murales; la decorazione di auto e moto, ma, anche, di qualsiasi altra superficie, opportunamente, preparata.

Lavorando nel campo dell’aerografia da diversi anni, ho avuto modo di sperimentare molte tecniche arrivando alla consapevolezza che aerografare significa imparare a conoscere tecniche pittoriche, che vanno oltre l’uso specifico dell’aerografo – come ad esempio: lo stencil – e applicarsi nello studio della preparazione dei materiali.

Oggi l’aerografia, in Italia, coinvolge un grosso numero di artisti, operanti su tutto il territorio, ed è facile trovare su internet (ma, spesso, anche per le strade nelle città) notizie e informazioni di fiere dedicate, eventi a tema, o corsi di formazione.

Situazione diversa era, fino a qualche tempo fa, quando, parlando di aerografia si rischiava di essere scambiati per alieni, tanto che i pionieri di questa tecnica artistica hanno dovuto far fronte a molti problemi e difficoltà nell’affermarsi, ostacoli che, però, li hanno portati ad avere, oggi, un nome ed una qualità di un certo livello.

Di chi parlo? Sinceramente, non mi sento in grado di parlarne, personalmente, e nominarne solo alcuni, rischiando, anche, di dimenticarne altri, ma ho l’onore d’intervistare un artista che ha ispirato tanti giovani nel campo dell’aerografia (in primis il sottoscritto): parlo di Giorgio Guazzi, che, con la sua bravura ed esperienza, ci regala un intervento prezioso.

Salve Giorgio, dopo una presentazione da pioniere dell’aerografia in Italia, e non esagero se dico nel mondo, visti i risultati, tu come definiresti la tua carriera artistica?

La mia carriera professionale è stata caratterizzata da una prevalente attività artigianale, più che artistica (bisogna, sempre, distinguere le tecniche dai valori espressi). Premesso ciò, devo precisare che lavorando per una committenza, spesso, non preparata, raramente, questi individuavano anche la parte creativa/artistica, perché, il loro scopo era, prevalentemente, quello di promuovere i loro prodotti o i servizi che fornivano. Definire una carriera è impresa ardua, e... detta alla Manzoni, lascio ai posteri la sentenza! Devo però esprimere la soddisfazione di aver ottenuto risultati gratificanti, anche se, tardivamente, che sono stati il frutto di sacrifici in 50 anni di lavoro. La notorietà nell’aerografia è, anche, dovuta alle pubblicazioni su riviste internazionali e nazionali, a internet, facebook e manifestazioni alle quali ho partecipato, fin dagli anni ‘80. Concludo con la seguente definizione: una carriera faticosa e tutto sommato gratificante, ma che, per me, non è ancora terminata”.

Cosa ti ha spinto a fare dell’aerografia e dell’arte, in generale, la passione della tua vita?

L’aerografia è una tecnica che ho appreso, gradatamente, che, unita ad altre, mi ha permesso di esprimere con passione, ciò che sentivo. Un inizio al buio, perché, tutti sappiamo che, 50 anni fa, non c’erano riferimenti a cui attingere, quindi, per molti è stata una lunga salita, dove, forse, il termine più appropriato è quello di ‘NAIF’”.

Credo sia inutile parlare di tecnica, in quanto, non avremmo il tempo per approfondire bene l’argomento, ma voglio farti una domanda più ‘intima’ che ti pongo come artista: “cosa provi nel dipingere un lavoro personale?”.

Ciò che provo nel dipingere è di difficile spiegazione, però, c’è il desiderio intimo di vincere la sfida e di goderne i frutti. Penso sia una condizione comune”.

Come scegli il soggetto?

La scelta dei soggetti è legata agli ‘umori’ quotidiani, o ad alcuni stimoli scaturiti dalle cose o persone che ti circondano. Poi ci sono i ricordi, che per me rappresentano la parte più importante”.

Ti è capitato di riscontrare delle differenze tra ciò che avresti voluto esprimere e ciò che, in realtà, gli altri vedono nei tuoi lavori?

Ciò che esprimiamo è molto soggettivo ed è naturale riscontrare, nel prossimo, reazioni diverse da quelle attese. Però, se faccio dell’iperrealismo, difficilmente, ciò avviene, perché, prevale la tecnica e il significato passa in terz’ordine”.

C’è qualcosa che vuoi dire e consigliare a chi si affaccia, oggi, nel campo dell’aerografia?

A chi si affaccia in questo mondo per me fantastico, dico che.. LA FRETTA È NEMICA DELLA QUALITÀ. Qualsiasi forma d’arte, indipendentemente, dalle tecniche, ha un inizio, ma non se ne conosce la fine!”.



 


Altre Notizie su

Cultura e Società > Media






 
Sostenitori
 
 
© 2011/25 - Filo Diretto News | Reg. Tribunale di Messina n° 4 del 25/02/2011 | Dir. Resp. Domenico Interdonato | Condirettore Armando Russo
Redazione - Via S. Barbara 12, 98123 Messina - P.Iva 02939580839