ESTROSO GELATAIO
Il genio del gelato: Pietro Di Noto
di Graziella Lo Vano
 Il turista che si appresta a visitare
la Sicilia per le sue opere d’arte, architettoniche e paesaggistiche che gli
resteranno senz’altro impresse nella mente, porterà per sempre tra i suoi
ricordi più cari anche il sapore delle specialità culinarie e dolciarie di
questa splendida terra, punto di incontro di culture e di razze. Infatti, il
gelato artigianale nasce proprio in Sicilia quando gli arabi che occuparono l’Isola,
introdussero gli agrumi e la tecnica di miscelare la frutta con la neve.E quando la gelateria viene prodotta
artigianalmente da maestri gelatai, che hanno fatto di questa passione la loro
vita, il risultato non può che essere eccezionale. Stiamo parlando di Pietro Di
Noto, “gelataio” – così egli ama definirsi –, ma la sua fama e bravura lo
identificano tra i maggiori maestri gelatai a livello internazionale, al quale
sono pervenuti innumerevoli riconoscimenti dall’Italia e dall’estero,
qualificandolo tra i migliori al mondo. Tra tutti ricordiamo, a Catania, per i
suoi brevetti, quale Genio di Sicilia, e il “Taste Award” di Bruxelles, dove si
è classificato primo in una selezione di oltre 2.500 partecipanti chef, pasticceri
e gelatieri provenienti da tutti il mondo con il gelato Maciste Nutraceutico e
senza zucchero (il futuro).
È questo, infatti, il lavoro che
Pietro Di Noto si è scelto ormai da più di trent’anni, mettendoci passione ed
estro, e lo dice lui stesso, in maniera semplice e paciosa, così come si
esprime: “Non potendomi comprare la felicità, sono diventato gelataio – chiosa
con un sorriso sornione –. Con spontaneità, semplicità, ma soprattutto bonomia
parla e si infervora del suo lavoro che appare come una missione. Lo
incontriamo nella sua Castel di Tusa, ridente cittadina che si affaccia sulla
costa Tirrenica, poco conosciuta forse dai grandi circuiti turistici, ma
particolarmente suggestiva con la risacca che lambisce la sua spiaggia, la
piazzetta, meta di vacanzieri in cerca della fresca brezza marina per gustare
un ottimo gelato, appunto, del bar Di Noto. Un’orchestrina anima la
degustazione, mentre i bambini sugli scivoli e sulle altalene volteggiavano
felici. Un’atmosfera pacata e talmente serena, da dare un vero respiro a chi
considera la vacanza come riposo e svago.
Nel suo caratteristico e raccolto
bar, c’è l’imbarazzo della scelta nel preferire l’uno o l’altro gelato. Non
solo perché la famosa gelateria Di Noto conserva le antiche ricette millenarie,
ma anche perché le specialità sono tante e diverse: si va dal gelato
tradizionale sano e genuino, senza aggiunta di conservanti o coloranti,
preparato con frutta fresca, dal pistacchio di Bronte, alle mandorle di Avola.
Poi, c’è anche la novità del gelato preparato con il latte di bufala, che per
le sue peculiarità è particolarmente indicato sia per i bambini che per gli anziani.
Ma la continua ricerca del maestro gelataio Di Noto ha prodotto delle novità
quali il gelato al cannolo siciliano, quello digestivo alla manna di
Castelbuono o quello alla zucca presentato di recente in note trasmissioni
televisive della RAI, dove ormai è di casa, grazie alla sua professionalità e
fantasia e dove ha anche presentato con successo al grande pubblico, la granita
all’acqua di mare, prodotta proprio con acqua di mare depurata.
Infatti, sono decine e decine i suoi
assaggi, per cui quando viene invitato in ricevimenti tra i più esclusivi del
jet set internazionale, riesce a stupire e confondere gli ospiti con oltre
cinquanta gusti. Con il suo estro, oltre che a creare ricette nuove per gelati
e pasticceria, ha realizzato dei brevetti internazionali. La prima invenzione è
stata realizzata nel 1988 e chiamata “Mosè”, sulla produzione di energia
elettrica dagli oli vegetali di scarto e non. Il secondo brevetto è stato il
Brikone, nato nel 2012, che contiene una miscela liquida senza conservanti o
coloranti, confezionata e surgelata, garantisce una conservazione ottimale per
mantenere inalterati profumi e sapori della gelateria siciliana. Altro brevetto
internazionale particolarmente interessante, immesso in commercio è il “BoxGelina”,
sul quale Di Noto e il suo collaboratore Stefano Russo, hanno lavorato diversi
anni. Si tratta di una vaschetta riutilizzabile che ha la particolarità di
poter trasportare prodotti alimentari, ma anche farmaceutici. Realizzata in
polietilene, mantiene una temperatura costante di meno 20 gradi, per circa 7
ore, senza alimentatore. Abbassando ulteriormente la temperatura a meno 50
gradi, Gelina, sarà, invece, adatta al trasporto, in tutte le parti del mondo,
di alimenti facilmente deperibili, perché la sua autonomia è di 36 ore, il che
la rende idonea anche al trasporto di organi per i trapianti. Il boxgelina può
essere rigenerato ed essere riutilizzato per diversi anni.
L’ultimo brevetto verrà presentato
alla stampa, il 12 settembre prossimo, e sarà Icegelina, una vaschetta
biodegradabile da trasporto alimentare. E ancora altri ve ne sono di prossima
uscita. Ma a un estro fantasioso qual è lui, poteva mancare la passione per la
scrittura? Ha già pubblicato, infatti: un libro di aforismi “Sintesi di vita”,
un romanzo “L’onore”, e poi “Consigli per un esperto viaggiatore”, di prossima
pubblicazione ha un noir dal titolo “Per amore di Caino”. E ha già altri
progetti in corso. Sfoglio il libro degli aforismi che mi porge tra le mani.
Qua e là leggo: Il danaro è
indispensabile, ma non è essenziale;
A parlare per prima è sempre la faccia e
non la bocca; La Famiglia per l’uomo
è come il faro per le navi; Artisti si nasce, l’arte non si compra né s’impara,
si ha nel sangue. Sta forse tra queste righe il segreto della sua
genialità, all’attaccamento alla famiglia e alla propria terra? Dal 1990 ad
oggi, ha realizzato oltre 50 punti vendita sparsi per il mondo tra bar,
ristoranti, gelaterie e pasticcerie generando oltre 500 posti di lavoro. E chi
si trova a visitare Roma non può non affacciarsi al Caffè Di Noto a Piazza Colonna
di fronte Palazzo Chigi per assaporare almeno uno dei gelati prodotti da questo
estroso “gelataio”.
Gli chiedo, infine, perché con la sua
frenetica attività lavorativa che lo porta a viaggiare spesso per il mondo e
con tutto questo bagaglio di idee, continua a restare in questa dura terra
siciliana di confine. Mi risponde serafico che per lui, sarebbe molto più semplice
andare via, ne avrebbe innanzitutto un ritorno economico vantaggioso. Ma il suo
sogno è quello di dare lavoro a migliaia di siciliani, per cui non ha nessuna
intenzione di spostare la produzione dalla Sicilia, che, quindi, rimane a
Castel di Tusa e perché: “Voglio dare
qualità alla mia vita, qui ho la mia famiglia, i miei amici, la mia terra che è
fonte di ispirazione continua. È qua che voglio continuare a restare e lavorare
anche per dare fiducia e speranza ai miei conterranei, e cercare di mettercela
tutta, proprio restando nella mia Sicilia”.
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