OSSERVATORIO
Astronomia: Il VST e la cattura di un gabbiano celeste in volo
di Sergio Lanfranchi
 Il VST (VLT Survey Telescope), l’ultimo
telescopio installato all’Osservatorio del Paranal dell’ESO, uno dei più grandi
telescopi al mondo, con un diametro di 2,6 metri, viene utilizzato, affiancato
da una fotocamera da 268 megapixel, per osservazioni astronomiche da terra. Il
VST, progettato per fotografare grandi aree in profondità e in modo veloce ha,
tra l’altro, due specchi, M1 con un diametro di 2.61 m e M2 con un diametro di
93,8m. Dedicato ai programmi per survey del cielo, studia i corpi del Sistema
Solare, gli oggetti Trans-Nettuniani, i transiti di pianeti extrasolari e tanto
altro ancora, producendo immagini che rivelano le sorgenti che verranno
successivamente studiate nei particolari.Di notevole importanza i dati
rilevati per la comprensione della struttura e dell’evoluzione della nostra
galassia, per lo studio delle supernove, delle galassie vicine e delle nebulose
extragalattiche. “Una culla calda ed energica di nuove stelle”
è stata definita una regione formata da elio, idrogeno e polvere, individuata
di recente dal VST, VLT Survey Telescope dell’Eso. Un affascinante insieme di
oggetti che ha stupito quanti hanno avuto il piacere di osservarlo. La “Nebulosa
del Gabbiano”, così chiamata per la somiglianza con un gabbiano in volo, che si
trova tra le costellazioni del Cane Maggiore e dell’Unicomo, a una distanza di
circa 3700 anni luce in una zona della Via Lattea, comprende tre grandi nuvole
di gas, tra queste la Sharpless 2-296, che simula le ali del gabbiano, composta
da materiale incandescente con striature di polvere scura che si perdono tra le
stelle, misura circa 100 anni luce da una punta all’altra. Il VST (VLT Survey
Telescope dell’ESO, European Southern Observatory, o Osservatorio Australe
Europeo) rivela la sua anatomia, tutte le caratteristiche della nebulosa fino
al suo interno e gli oggetti astronomici che la compongono.Una nebulosa di emissione definita
regione HII (regione acca primo) che si forma per addensamento e indica la
formazione attiva di nuove stelle che, ionizzando il gas circostante e
facendolo brillare, con le radiazioni che emettono colorano le nuvole. Appena
sotto le ali, nell’immagine si può osservare una nube più compatta che forma la
testa del volatile. Una stella grande e molto luminosa, chiamata HD 53367, più
solida del Sole, rappresenta l’occhio del gabbiano. Lo spettacolo unico che si
crea, per la grande varietà di forme e immagini, accende la fantasia persino
degli astronomi.
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