PROGETTO
L’assistente virtuale di Google può aiutare anche chi è muto
di Redazione
 L’assistente virtuale di Google può
aiutare anche chi è muto e, quindi, non è in grado di impartire comandi vocali.
A renderlo possibile è un ingegnere italiano, Lorenzo Caggioni. Nella sede milanese
di Big G, ha sviluppato il progetto che è stato presentato durante la Google
I/O, la conferenza annuale degli sviluppatori in corso a Mountain View, in
California. Il progetto si chiama Diva (acronimo di DIVersely Assisted) e
permette, a chi è affetto da disabilità verbali, di accedere all’assistente
vocale di Google senza usare la voce. L’idea è nata dalla volontà di Caggioni
di costruire un dispositivo che permettesse al fratello minore Giovanni –
affetto da disabilità che gli impediscono di parlare – di poter ascoltare
musica con maggiore autonomia sfruttando l’assistente virtuale. La soluzione è
un pulsante collegato a una “scatola” che ha il compito di convertire il
segnale del pulsante in un comando da inviare all’assistente.
“Mio
fratello Giovanni ha 21 anni e la sua passione sono la musica e i film. Ma
essendo nato con cataratte congenite,
sindrome di Down e sindrome di West, non riesce a parlare. Questo significa che
ha bisogno della famiglia o degli amici
per far partire o per fermare una canzone o un video”, racconta in un post
Caggioni, Strategic Cloud Engineer in Google dal 2010. “Abbiamo cominciato con un
pulsante che invia un singolo comando, ma le funzionalità potrebbero essere
estese per far fronte a diverse
situazioni – spiega Caggioni –. Ora stiamo esplorando la possibilità di
attaccare a diversi oggetti di tag
Rfid (etichette elettroniche che possono essere individuate a radiofrequenza),
in modo da associare un comando diverso a
ciascuna etichetta. In questo modo, una persona potrebbe usare un pupazzo per far partire un cartone
animato in Tv oppure un CD per attivare la musica, semplicemente avvicinando a Diva l’oggetto”. (Ansa)
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