MESSINA
Ganzirri – Festa di San Nicola. La storia
di Redazione
 Dal
2 al 12 agosto a Ganzirri, si terranno i solenni festeggiamenti in onore del
patrono San Nicola, organizzati dalla parrocchia San Nicola di Bari di Ganzirri
con i patrocini del ministero dei beni e delle attività culturali e del
turismo, dell’Ars, degli assessorati regionali dei Beni Culturali e del
Turismo, del Comune e della Città metropolitana di Messina. Il programma
prevede giovedì 2, alle ore 21.30, “I Giovedì di San Nicola”, evangelizzazione
nelle vie, Domenico Lisciotto e II Gorizia; martedì 7, alle 21.30, adorazione
eucaristica sul lago antistante la chiesa; mercoledì 8, alle 21.00, IX Sagra
del Pane e musica con Giovanni Pispisa al campetto della scuola elementare;
giovedì 9, alle 21.30, “I Giovedì di San Nicola”, evangelizzazione in piazza
Cutugno; sabato 11, dalle 18 all’1.30, la “Notte Bianca per San Nicola”, nel
centro storico del villaggio marinaro con live music, street band, giochi,
sport, attività culturali, mostre artistiche e fotografiche, dj set, danza,
street food, artigianato, tradizioni, concerti, reading, artisti di strada,
volontariato e sociale, esposizioni di auto e vespe d’epoca, bande
musicali. La serata ricca di eventi sarà un contenitore di attività che
coinvolgeranno 40 associazioni, 500 volontari e 10 location. Infine, domenica
12 gli appuntamenti avranno inizio alle ore 9.00 con la celebrazione
eucaristica; alle 17.00, la sfilata della banda musicale “Giuseppe Verdi” di
Graniti, con l’esecuzione di marce sinfoniche in piazza Cutugno; alle 18.00, la
solenne celebrazione eucaristica e la processione del simulacro di San Nicola;
alle 24.00, lo spettacolo pirotecnico concluderà la serata.
LA STORIA
La
devozione al Santo deriva dai miracoli compiuti in mare durante la sua vita, un
mare inteso non solo come distesa di acque, ma anche universo legato
all’invocazione del nome di Nicola da parte di marinai, naviganti e pescatori
nelle loro realtà quotidiane. A Ganzirri, il culto del Santo Patrono Nicola è
chiamato a unificare nella sua festa i due tronconi della comunità locale, i
pescatori e i cocciolari, altrimenti rivali e da sempre in forte ostilità tra
loro, in quanto esprimenti due forme contrapposte di economia. I “cocciolari”
vantano, dal 15 ottobre 1791, una concessione del Re Ferdinando sulle “terre”
sottostanti le acque dei laghi. Il Pantano è, infatti, suddiviso in 180
particelle catastali; una di queste è di proprietà della Chiesa di San Nicola
di Ganzirri e i cocciolari a rotazione la coltivano, versando i proventi nelle
casse della Parrocchia. I pescatori, invece, dedicano speciali orazioni e
invocazioni al Santo e al momento del varo della barca gridano “in nomu di
Maria e di Santa Nicola”, mentre nel caso di un abbondante pescato segue
l’acclamazione di ringraziamento “binidittu” (riferito al Patrono).
Nell’antica
caccia al pescespada, si può riscontrare che alla sacralità della devozione al
Santo la cultura “ganzirrota” accosta un gesto scaramantico chiamato “a cardata
da cruci”: appena issato sulla barca, il pescespada morente viene segnato a
forma di croce sul viso, adoperando quattro dita della mano. Tale rituale
esorcizza la morte violenta inflitta a un essere vivente e allontana il
pericolo costituito dal sangue del pesce, i cui poteri misteriosi vengono
immediatamente annullati. I pescatori, fino a qualche decennio fa, dal ricavo
del pescato quotidiano, destinavano un quarto di parte alla raccolta per la
festa patronale. Nel corso degli anni, pescatori e cocciolari hanno offerto al
Patrono in dono ex voto la costardella d’oro, il tonno d’oro, il pescespada
d’oro, la vongola d’oro … per propiziarsi i favori del Santo. Il 6 dicembre,
giorno della festa liturgica del Patrono, vengono distribuiti i “panuzzi di San
Nicola”, piccolissimi pani rotondi con l’immaginetta del Santo.
I
naviganti e i pescatori li portano con sé per protezione dalle sventure in
mare. I festeggiamenti hanno origini antichissime alla prima decade dello
stesso mese. Alexandre Dumas, nel suo viaggio in Sicilia nel 1835, assistette
ai momenti di festa a Ganzirri. Domenica 30 agosto, egli si trovò a casa del
capitano Giuseppe Arena, a Pace. Dopo aver pranzato, s’incamminarono verso il
Pantano. Appena arrivati, lo scrittore scorse bancarelle cariche di frutta e
udì musiche danzanti. Egli raccontò con stupore: “… è una danza meravigliosa …
si danza da soli, in due, in quattro, in otto e in un numero indefinito di
partecipanti … ognuno di loro saltellava con quanto fiato aveva in corpo … la
musica metteva in movimento tutta quella gente che non era in un solo punto, ma
era disseminata sulle rive del lago.
L’orchestra
si componeva di due soli musicisti, uno suonava il flauto e l’altro una specie
di mandolino … contai una settantina di musicanti … Nel punto culminante della
festa, verso le tre, la cassa di San Nicola uscì dalla chiesa … subito le danze
cessarono; ognuno accorse e prese posto nel corteo e la processione cominciò a
fare il giro del lago, accompagnata dai botti ininterrotti di un migliaio di
mortaretti. Questa nuova occupazione durò circa un’ora e mezzo, poi la cassa
rientrò in chiesa con i preti e la folla si sparpagliò nuovamente sulle rive
del lago”.
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