TORINO
I Rosolinesi in Piemonte trattano la scottante problematica dei flussi migratori in Italia
di Domenico Interdonato
 Il
tema dell’immigrazione è stato il filo conduttore del seminario organizzato
dall’Associazione Rosolinesi in Piemonte, presso la sala conferenze del ristorante
Vecchia Roma di Rivoli. L’evento è stato seguito da Salvatore Petriglieri,
corrispondente del Progetto Sicilia nel Mondo a Torino. Con relatori il
rosolinese emerito prof. Carmelo Vigna, docente di Filosofia della Morale all’Università
Cà Foscari di Venezia, il prof. Luca Savarino, docente di Bioetica all’Università
del Piemonte Orientale di Vercelli e il prof. Biagio Cacciola, docente di
Filosofia, Scienze dell’Educazione e Psicologia Sociale all’Università La
Sapienza di Roma. Ospite istituzionale il presidente del Consiglio Comunale di
Torino, Fabio Versaci, a dimostrazione dell’interesse della Città a mantenere
vivo il rapporto con i cittadini e le associazioni, e perché l’argomento
affrontato coinvolge tutta l’area metropolitana torinese.
Presenti,
inoltre, Pietro Paolo Poidimani, presidente di Globe Italia – Associazione
degli Italiani nel Mondo, Michele Saporito, presidente dell’Associazione dei
Siciliani di Gassino Torinese, Giuseppe Lo Curto, vicepresidente dell’Associazione
Sikania di Settimo Torinese e Ferrante De Benedictis, presidente dei Giovani
Ingegneri di Torino. Vigna ha subito affrontato l’aspetto etico della
problematica, evidenziando il bisogno/dovere di accogliere gli immigrati,
finché sia possibile garantire loro una condizione di vita dignitosa:
certamente difficile quando il numero degli arrivi è cospicuo e gli spazi di
accoglienza ristretti, per non parlare, poi, delle scarse possibilità di
inserimento nel tessuto sociale. Tuttavia, finché è possibile bisogna “saper
dare senza se e senza ma” anche solo per il giovamento dell’umano che è in noi.
Successivamente,
è intervenuto il prof. Luca Savarino sulle dinamiche umane nell’ambito della
scienza della vita e della cura della salute. In una società pluralista che
presenta posizioni, bisogni, storie, religioni e culture diverse, le scelte
razionali che vengono compiute in ogni ambito non sono sempre condivise da
tutti, anche quando, come è giusto e inevitabile per motivi economici, si
privilegia l’interesse dei molti anziché del singolo. Non possiamo curare tutti
come, pure, non possiamo accogliere tutti: bisogna farsene una ragione senza,
però, rinunciare a curare.Il
prof. Biagio Cacciola, invece, ha puntato il dito sulle strumentalizzazioni
internazionali delle “primavere arabe”, in alcuni casi scatenate ad arte, come
quella libica, che hanno aggravato il problema dell’immigrazione. Incapace è,
poi, la politica nazionale ed europea nel trovare soluzioni condivise all’epocale
fenomeno migratorio, regnando il disaccordo. Sarebbe opportuno coinvolgere la
NATO nella ricerca di una soluzione partecipativa di tutti gli stati dell’organizzazione.
L’importante
argomento ha stimolato l’interesse e la curiosità dei presenti, che hanno
formulato domande diverse ai relatori, ricevendone, prontamente, altrettante
esaurienti risposte. Ne è emerso che non esiste una soluzione univoca al
complesso problema dell’immigrazione di massa, ma se tutti i paesi interessati
fossero più solidali e coesi fra di loro, dimostrando migliore comprensione e
solidarietà per chi versa in condizioni di bisogno primario, si potrebbero
attuare senz’altro misure idonee a salvaguardare la vita umana e la dignità
delle persone in arrivo. Alla fine della conferenza è seguito il pranzo sociale
al quale hanno partecipato tutti i presenti.
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