RECENSIONE
“Sulla strada” di Marylou e Dean
di Tiziana Santoro
 Menzionato
da Richard Lacayo tra i migliori romanzi del XX secolo, La strada di Jack Kerouac non è solo il manifesto della Beat
Generation, ma è, soprattutto, il romanzo di Dean e Marylou, così come Sal li
rappresenta e descrive, senza afferrarli mai. La voce narrante è quella di Sal,
alter ego dello scrittore, italo-americano d’estrazione borghese, costantemente
combattuto tra la voglia di conoscere il mondo e la stabilità degli affetti e
della casa. I suoi compagni di viaggio e amici sono tutti artisti,
intellettuali contro-tendenza dediti all’abuso di droghe e alcolici a ritmo di
musica jazz e be-bop. Insieme vagano per il West in autostop, autobus o mezzi
di fortuna, intrecciano le loro vite alle persone che incontrano, senza mai
entrare in relazione con gli altri. In preda alla noia, in contestazione con la
società borghese e materialista, si mettono in viaggio alla ricerca di
emozioni, vagano senza meta inseguendo illusioni e sogni transitori. Tra i
personaggi-chiave c’è Dean “l’eroe con le basette”, originario di Denver,
orfano di madre, abbandonato dal padre alcolizzato, trascorre gli anni della
formazione tra le sale da biliardo, il riformatorio e la biblioteca. Dean sogna
di diventare scrittore e si affida a Sal, amico e compagno di viaggio.
Quando
Sal incontra Dean con lui c’è la giovanissima moglie, Marylou: bionda, carina,
con un’infinità di riccioli, occhi fissi e spalancati (…) come un’emancipata
lunga donna surrealista di Modigliani (…) dolce, carina, ma anche tremendamente
stupida e capace di cose orribili. In un romanzo che pullula di figure
femminili-comparsa, terreno di caccia dei protagonisti o porti sicuri d’approdo
dopo intrepide esperienze, Marylou si distingue per le sue intemperanze e i
colpi di testa. Compagna di viaggio della brigata, segue il marito dibattuta
tra l’amore, la passione per lui e il desiderio di domarlo e far valere le sue
ragioni. Con lei Dean litiga di continuo, poi, però, vaga da uno Stato all’altro
alla sua ricerca per supplicarla di tornare con lui. Nonostante le numerose
frequentazioni, Dean impazzisce sempre per lei, che stanca di assecondarlo lo
pianta più volte e prosegue il suo viaggio da sola, accompagnandosi ad altri
uomini e insinuandosi tra lui e l’amico Sal, indispettito e, al tempo stesso,
soggiogato dalla bellezza e dalle vane promesse e incoraggiamenti di Marylou.
Dean
per i suoi amici è l’idiota sacro (…), uno scoppio selvaggio e vitale di gioia
(…) avido di pane e d’amore (…) eccitato dalla vita (…), un imbroglione con la
voglia di vivere e mescolarsi alla gente. In un gruppo di uomini che lo
assecondano e di donne che lo aspettano, Marylou è la sua antagonista, alza la
cresta, gli dimostra che anche lei può andare dove vuole, con chi vuole e
godersi la vita. Incapace di gestire Marylou, dopo numerosi e burrascosi
tentativi di riappacificazione, Dean capisce di amarla follemente, si reca da
lei con una pistola in mano, le propone un patto di amore e morte e le chiede
di ammazzarlo. Marylou, ancora una volta decide diversamente e convince Dean a
desistere dal piano. Ossessionato dall’idea di riconquistarla, Dean ci riprova,
ma durante una colluttazione il suo pollice si piega sulla fronte di Marylou e
si rompe. In modo grottesco e surreale, tra le risa della ex-compagna si
consuma l’ultimo e definitivo addio.
Il
povero Dean continuerà a vagare con mezzo pollice amputato per la cancrena
insieme a Sal e a destreggiarsi tra le mogli Camille e Inez. Dean nutre il suo
sogno maschilista per cui “ogni uomo ha
il suo castello”, quello in cui la
donna lo asseconda, lo aspetta e lo compiace. Così, si lascia sfuggire Marylou,
le cui notizie rimbalzano continuamente sino a giungere alle sue orecchie, e
prova a crearsi una famiglia assecondando i suoi pregiudizi, ma ben presto si
ritrova con 4 figli e un’infinità di seccature, a destreggiarsi tra le lacrime
e i capricci di Camille e Inez, entrambe insoddisfatte e in difficoltà
economiche. Tutto intento a trasformare in logica quella che non era altro che
incalcolabile dolorosa confusione (…) Dean si ritrovò sposato tre volte e
divorziato due. Nonostante i tentativi di metter su casa e di dedicarsi a
mediocri lavori, Dean s’interroga sino all’ultimo dialogando con Sal: “Qual è la tua strada amico? ... La strada
del santo, la strada del pazzo, la strada dell’arcobaleno, la strada del pesce
piccolo, una strada qualunque.
È una strada che porta
chiunque dovunque comunque. Chi dove come? (…) una cosa voglio sempre dirti,
Sal, senza mezzi termini, non importa dove sono, dove vivo, il mio baule spunta
sempre da sotto il letto e io sono pronto a partire o a farmi buttare fuori. Ho
deciso di lavarmi le mani di tutto (…) noi sentiamo il tempo… sappiamo
rallentarlo e camminare e guardare e divertirci”.
Mentre Dean si dilania confusamente tra Camille e Inez si susseguono le notizie
su Marylou: è stata vista con la proprietaria di un night, dentro una cadillac,
ha sposato un commerciante d’auto, è in attesa di un figlio. Mentre la vita dei
protagonisti si snoda attraverso viaggi, incontri, eventi, Marylou è sempre
meno messa a fuoco, non si sa mai con precisione dove sia o con chi sia, né
cosa stia facendo, perennemente sfugge, tuttavia, è una presenza che aleggia
come un fantasma e si insinua continuamente nei discorsi e nella mente di Dean
e Sal.
Se
è vero che in amore vince chi fugge, Marylou aveva capito che quell’amore
violento e invidioso per uno che era così straordinariamente se stesso, tutto
rabbia e sdegno e incoerenza (…) non avrebbe mai dato frutti (…) capiva che era
assolutamente pazzo. Alla fine, chi ha fatto realmente perdere le sue tracce è
lei, l’unica che per strada ha preferito andare da sola. Mai realmente
cambiato, né più consapevole, sotto la minaccia della vecchiaia che avanza, a
Dean non resta altro da fare che tornare da Camille la più costante, la più
amareggiata e la più saggia delle sue mogli.
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