MALTA
Sant’Agata, la Santa Catanese è la Santa Padrona di Malta
di Fra Mario Attard
 Lunedì
5 febbraio, tutta la Chiesa ha celebrato la festa della martire catanese Sant’Agata.
Questa santa catanese, martirizzata nella persecuzione dell’imperatore Romano
Decio (249-251) nella Città capitale siciliana di Catania, ha un culto molto
antico. Infatti, è una delle martiri più venerate dell’antichità cristiana.
Inoltre, Sant’Agata non solo è riuscita a portare la Chiesa a respirare coi
suoi polmoni dell’oriente e occidente, ma anche ha unito per sempre la Sicilia
e Malta. Tanto è vero che la celebre catanese è la santa padrona di Catania e,
con la Repubblica di San Marino, e anche la santa padrona di Malta. Ma chi era
veramente questa donna che il vescovo, San Metodio Siculo, nel suo Discorso su
sant’Agata, l’ha definita come quella che “la sua bontà corrisponde così bene
al nome e alla realtà”?
Esiste
poca informazione precisa sulla santa vergine e martire catanese. Si dice che
Sant’Agata nacque a Catania nel 231 da una famiglia nobile e benestante. San
Metodio Siculo descrive, con grande sensibilità, il suo nome: “Ora, Agata
significa ‘Buona’”. L’esempio della sua convincente testimonianza è tanto forte
che ci ispira a seguire il nostro vero Sommo Bene, Dio. Come aggiunge alcuni
versi dopo lo stesso San Metodio: “Agata
ci attrae, persino, con il proprio nome, perché tutti volentieri le vadano
incontro ed è di insegnamento con il suo esempio, perché tutti, senza sosta,
gareggino fra di loro per conseguire il vero bene, che è Dio solo”.Agata
è una delle sette sante donne, a parte ovviamente la Santissima Vergine Maria, che
si menzionano nella prima preghiera eucaristica. Anche se il suo martirio è
autentico, non abbiamo le precisazioni di esso. I racconti che narrano il suo
martirio seguono il percorso comune fatto da tanti altri racconti delle vergini
martiri giovani. Ossia, la richiesta per il matrimonio, il ricatto della
denuncia perché la martire era cristiana, l’interrogazione, la tortura, la
resistenza con l’aiuto soprannaturale, e, infine, il trionfo con una morte
santa.
La
storia di Agata ci dice che nonostante lei dedicò se stessa a Dio un preconsole
romano, Quintiniano, tentava di persuaderla per dare se stessa a lui. Sennò era
prontissimo a denunciarla come cristiana. Agata, risoluta nelle sue scelte per
il Signore, rifiutò le sue proposte mondane. A causa di questo suo rifiuto, il
preconsole l’imprigionò e la fece torturare fino a farle strappare i seni con
grosse tenaglie. Interessante che nelle prigioni sotterranee di Mdina, a Malta,
c’è una rappresentazione suggestiva di questo brutale evento, cioè dell’asportazione
del seno della santa. Dopo questa orribile tortura, l’hanno bruciata sul rogo.
Secondo l’Acta Sanctorum, la morte di Sant’Agata sia avvenuta nel 251. Come
sappiamo, Sant’Agata è la santa padrona delle donne affettate da patologie al
seno, infermieri e tessitrici siciliane. E anche invocata contro incendi ed
eruzioni e disastri ambientali.
Il
collegamento di Sant’Agata a Malta è fortissimo. Subito si pensa della
tradizione maltese che dice che durante la persecuzione dell’imperatore romano
Decio (249-251), Agata riuscì a fuggire dalla Sicilia con altre persone e si
rifugiò qui a Malta. Anche se, secondo alcuni storici, la sua permanenza al
nostro Paese era transitoria, la santa passò il suo tempo a Malta in una cripta
rocciosa vicino a Rabat. Lì, Agata pregava e insegnava la fede cristiana ai
bambini. Dopo che trascorse qualche tempo là, ritornò in Sicilia e fu martirizzata.
I miei antenati Maltesi hanno dedicato lo stesso luogo dove stava e anche una catacombe
nella vicinanza. Col passare del tempo, una cappella fu costruita esattamente
sulla cripta dove Sant’Agata visse a Rabat.
A
Malta, esistono ben quattro cappelle dedicate a Sant’Agata. Questi si trovano a
Mdina, Żurrieq e gli altri due a Rabat. Una delle cappelle a Rabat è medievale,
mentre l’altra è quella trogloditica nelle catacombe paleocristiane del vicino.
Alcuni affreschi che si trovano in questi siti sono, persino, del dodicesimo
secolo. Si nota che l’iscrizione sulla parte destra dell’ingresso della
cappella trogloditica può essere più antica fino ad arrivare al sesto secolo.
Questo conferma la tradizione forte e antica della devozione a questa santa
catanese nella nostra Isola di Malta. Sant’Agata è ben inserita nell’albo delle
strade maltesi. Infatti, troviamo tre strade che portano il nome Sant’Agata a
Malta. Queste si trovano a Rabat, Sliema e Żejtun. La piazzetta che è di fronte
alla cappella dedicata alla santa porta proprio il suo nome. Ci sono anche
quattro statue che rappresentano Sant’Agata che sono messe a lato delle strade
maltesi. Uno gli trova a Rabat, Żebbuġ, Mdina e Siġġiewi.
Ma
come Sant’Agata è diventata compatrona di Malta con san Paolo l’apostolo? C’è
un’interessante leggenda collegata con la santa che spiega questo fatto. È
proprio grazie a essa che Sant’Agata fu dichiarata santa padrona di Malta.
Questa leggenda bellica è fortemente legata con l’invasione musulmana turca
condotta da Sinam Pascha contro Malta, nel 1551. I musulmani turchi sono
sbarcati a San Pawl il-Baħar (San Paolo al Mare). Da lì, continuarono il loro
percorso fino a Imtarfa. Questa fu una manovra preparatoria all’attacco
definitivo del Grande Assedio che Malta subì dai turchi, nel 1565. Le truppe
nemiche assediarono Mdina, nota storicamente come Città Notabile. I Maltesi
soffrirono tanto a causa di quell’assedio feroce. E quando le forniture
alimentari quasi hanno toccato il fondo la popolazione, si salvò mediante un
miracolo.
Si
dice che una suora di clausura nel Monastero Benedettino di Santa Scolastica
dove allora era, dove oggi c’è Misraħ il-Bastjun (Piazza Bastione), ricevette
una visione celeste. Lei confidò la sua esperienza con il vicario generale di
quell’epoca, Don Giuseppe Manduca. La suora disse che Sant’Agata l’ha detto che
se i maltesi volevano vincere e i musulmani lasciano in pace tutti gli abitanti
di Mdina, militari e civili entrambe, dovevano andare a messa e dopo portano la
sua statua in processione lungo le mura della Città. Alla fine della
processione, dovevano mettere la sua santa immagine sulle mura affacciando il
nemico.Il
vicario fece esattamente come gli disse la suora. Lui stesso celebrò la messa.
Presente a questa messa speciale c’era il governatore di Mdina, Adomo, insieme
coi cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, i nobili e tutta la popolazione
della Città capitale maltese. Finita la messa, compirono la processione secondo
la richiesta della suora a causa della visione che ebbe dal cielo. Davanti a
questa manifestazione, i musulmani turchi ebbero talmente un forte spavento che
si confusero e andarono via. Sfortunatamente, alla loro ritirata, versarono la
loro rabbia sull’isola sorella di Gozo, al punto che devastarono tutto ciò che
trovarono intorno.
Come
ringraziamento per questa liberazione, il 5 febbraio d’ogni anno, si
organizzava una processione per ricordare questo prodigioso evento. Questa
processione fu celebrata dal capitolo della cattedrale con la distinta
partecipazione delle personalità più importanti dell’isola e anche d’una grande
parte della popolazione di Malta. Fino a oggi, la processione si sta svolgendo
dalla cattedrale fino alla cappella di Sant’Agata. Come commemorazione di
questo avvenimento, il vicario, Don Giuseppe Manduca, sponsorizzò il quadro di
Sant’Agata. Oggi, questa pittura si trova nel Museo della Cattedrale mentre
nell’attuale cappella vediamo soltanto la copia dell’originale dipinto.
Ora,
rivolgiamoci tutti, maltesi e siciliani, alla nostra comune Santa padrona Sant’Agata,
e preghiamola con fede: “Vergine santa e
martire di Cristo, ti preghiamo proteggici e insegnaci per non avere paura da tutti quelli che uccidono
il corpo ma non possono uccidere l’anima. Insegnaci e sostienici per essere forti durante i nostri guai, bisogni, paure e
stanchezza. Aiutaci ad affrontare questi
momenti con la purezza, saggezza, pazienza, bontà, e con lo spirito di santità
e amore sincero, nella verità e la
potenza di Dio. Incoraggiaci a lasciare lo Spirito Santo a fortificarci con le
armi della giustizia nella buona e la cattiva sorte. Proteggici, O Agata,
nostra comune padrona. E, come una volta, la tua immagine piena di gloria ha
fatto fuggire il nemico del corpo proteggici anche oggi dal nemico sottile che gira intorno a noi pronto a divorare
chi trova di mezzo. O vergine gloriosa e martire di Cristo, che, d’una età così
giovane hai dato te stessa completamente a Cristo e ti sei assomigliata all’Agnello senza macchia, intercedi per
noi e rafforzaci nella nostra fede e fedeltà verso Cristo e il suo Vangelo
senza paura e procrastinazione affinché possiamo guardare con te Dio faccia a faccia in cielo. Amen”.
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