IL TACCUINO DI NUCCIO FAVA
Quella lunga serata con Fiorella Mannoia
di Nuccio Fava
 Non
era proprio previsto che andassi all’Auditoriom Parco della Musica. Volevo,
anzi, tornare in serata stessa nella mia casa tra Orvieto e Bagnoregio per
ritrovare quiete e silenzio, ormai impossibili a Roma anche a notte fonda. Fiorella
regge magnificamente la scena, la sua voce ed energia restano quelle degli
inizi. Smuove emozioni profonde che ti restano dentro, ma anche riflessioni e
pensieri. Che in qualche modo ti accompagnano e ti spingono a unirti al canto e
a danzare: lo fanno in tanti sulle gradinate della Cavea dell’Auditorium,
specie ragazze e ragazzi.L’atmosfera
è quella della festa alla quale Fiorella si rivolge “Mi sento a casa mia in ogni parte d’Italia, ma Roma è una patria
davvero speciale. Sono con la testa sotto i vostri piedi”. Non si sente in
competizione con il grande raduno di Modena per Vasco Rossi, coperto in diretta
dalla Rai.
Un’artista
come Fiorella Mannoia non ama raffronti fuori luogo, prosegue per la sua
strada, arricchendo di continuo la sua ricerca musicale e civile. Lo si è visto
con il secondo posto raggiunto in quel grande baraccone che è diventato
Sanremo. Il nuovo direttore generale, dopo il contratto a Fazio, ha promesso
ogni sforzo per assicurarsi Benigni e affidare alla Clerici la conduzione del
festival. Speriamo ci sia risparmiata la sezione speciale dei bimbi sotto i
dieci anni e un “angolo del cuoco” riservato agli stessi concorrenti.Di
poltiglie siffatte la Mannoia non è mai stata responsabile, gelosa della sua
ispirazione genuina, del suo fluire canoro che mette gaiezza e sollecita anche “presenza
e impegno”. Da qualche anno, Fiorella è promotrice di “Progetto Axé Italia”,
una Onlus che appoggia una ONG con sede a Salvador de Bahia, sensibilizzando e
affrontando l’enorme tema dell’educazione dei “bambini di strada”. Un progetto educativo ormai trentennale, di
grande valore etico-civile anche nel nostro Paese: si pensi alla grave quota di
dispersione scolastica, non solo nei quartieri degradati di Napoli, ma almeno
in tutto il Centro Sud e alle nuove e crescenti emergenze per il dramma dell’immigrazione,
gli zingari e i tanti senza lavoro e senza tetto.
Fiorella,
nel suo album, si dedica a questa frontiera, intitolandolo appunto “Combattente”. Lo svolge con ardore e in
modo affascinante, ma vale anche come invito a ciascuno di noi per prendere
posizione. Non voltandosi altrove, impegnandosi, concretamente, per una società
migliore e più giusta. A partire dai ragazzi di strada e dal loro principale
bisogno che è quello di essere accompagnati in un originale e singolare
percorso educativo, che li renda sempre più essere umani liberi e maturi.
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