STORIA
Cromwell in Irlanda
di Enzo Farinella
 Oliver
Cromwell, il “boia di Dio”, come gli irlandesi lo chiamarono, giunse in Irlanda
nel 1649 con 20.000 soldati ben addestrati e ben equipaggiati e un efficiente
corpo di artiglieria. Fiero delle sue vittorie in Inghilterra e Scozia e
ubriaco di fanatismo feroce, fu un nemico acerrimo, deciso a sottomettere l’Irlanda
e conquistare il suo popolo per il quale nutriva un odio intenso, perché cattolico
e istruito. Cromwell passò attraverso l’Irlanda come un uragano, uccidendo
lungo la sua marcia, non lasciando via di scampo a nessuno e distruggendo
chiese e conventi.
Al
suo arrivo, assediò Drogheda, una ridente cittadina situata tra Dublino e
Belfast e, oggi, Città gemella della siciliana Bronte. Tramite una breccia
aperta nelle mura delle Città, le sue truppe la conquistarono. 4.000 Persone
circa morirono nell’assedio di Droghda del 1649, secondo fonti degne di fede.
Soldati e civili ne furono vittime. Una delle tante proprietà della Chiesa, devastate
e desacrate dalle forze Parlamentari di Cromwell, fu la Chiesa di San Pietro.
Il suo campanile, in cui avevano trovato rifugio circa 100 persone, venne
bruciato in uno dei tanti atti selvaggi, perpetrati dalle sue truppe.
Poco
dopo Drogheda, fu la volta del massacro di Wexford e poi, nel 1650, di
Kilkenny, difesa, eroicamente, dai Butler, tanto ammirati dal Granduca dei
Medici, Cosimo III – Thomas Butler, Conte di Ossory, figlio del primo Duca di
Ormond, fu uno di questi eroi, mentre la sorella Maria Butler, Lady Cavendish,
fu una bella donna imponente. I loro ritratti si trovano, oggi, uno agli Uffizi
di Firenze e l’altro nella sede dell’Ambasciata italiana a Londra. Tante altre
atrocità ebbero luogo durante la campagna di Cromwell in Irlanda.
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