CRACOVIA
Pier Giorgio Frassati, testimone di Misericordia
di Alfonso Saya
 Papa Francesco,
non poteva fare scelta migliore da offrire ai milioni di ragazzi che, da ogni
parte del mondo, si ritroveranno a Cracovia, scegliendo come Testimone di
Misericordia, Pier Giorgio Frassati, definito da S. Giovanni Paolo II, “L’uomo
delle otto beatitudini”, poiché le ha tradotte alla perfezione, nel breve arco
della sua esistenza, le ha personificate, le ha messe in atto come la Beatitudine
della Misericordia. “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia,
che è un fuoco che a poco a poco deve distruggere la nostra personalità per
palpitare solo per i dolori degli altri”, sosteneva il grande Papa. Non
poteva, quindi, Papa Francesco, fare miglior scelta di lui, come fulgido
Testimone della Misericordia che si è prodigato, è fu definito “il facchino dei
poveri” nell’assistenza ai bisognosi, agli ammalati. Era un giovane “moderno”, aperto
ai problemi della cultura, dello sport, era un “alpinista tremendo”, amava le
vette, amava le ebbrezze… due mesi prima della laurea in ingegneria, la sua
esuberante giovinezza, dicevo, veniva stroncata da una poliomielite fulminante
contratta nell’assistere gli ammalati.
È morto a Torino il 4 luglio 1925, a 24 anni.
La sua breve vita è stata intensa, operosa: “Bisogna
vivere, non vivacchiare!” Questo era il suo motto e lo ha messo in pratica.
“Bello è vivere – diceva ancora – in quanto al di là v’è la nostra vera vita! La
Fede datemi nel Battesimo, mi suggerisce con voce sicura. Da te non farai mai
nulla ma se Dio avrai per Centro, in ogni tua azione, allora arriverai fino
alla fine”. Ha sperimentato, in pienezza, la forza e la gioia del Vangelo.
In occasione della sua festività liturgica, il 4 luglio scorso, è partita l’urna
con le sue spoglie, dalla Cattedrale di Torino, per compiere una peregrinazione
attraverso il Nord Italia e l’Europa, per giungere a Cracovia, per la Giornata mondiale della gioventù con
Papa Francesco.
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