PATRONA DELLA CITTÀ
La Devozione e il Culto dei Messinesi alla Madonna della Lettera
di Alfonso Saya
 Come dimostra la
Tradizione secolare della Sacra lettera, la devozione e il culto della Madonna
omonima, chiamata dai Messinesi, “a Bedda Matri”, ha un valore storico, risale
al periodo apostolico, La Tradizione si basa su un Fatto che non ha niente di assurdo
e di fantastico. IL fatto è che San Paolo, l’Apostolo delle genti, nel 42 d.C.,
venne a Messina, ha convertito i Messinesi alla Fede cristiana e al suo ritorno
in Palestina, un’Ambasceria cittadina, l’ha voluto seguire per visitare la
Madre di Dio e, in segno di gratitudine, ha ricevuto da Lei la Lettera in cui
si proclama la Perpetua Protettrice della Città: “Vos et ipsam civitatem benedicimus”. AvendoLa come perpetua
Protettrice, col pegno della Sacra epistola, al dire del Samperi (Iconografia della
gloriosa Madre Dio) la città di Messina ha ricevuto mille e mille benefici
dalla Beata Vergine e anche per la mutua rispondenza dei suoi cittadini in aver
edificato Tempi e Altari in ogni tempo, consacrandoli in memoria dei benefici
ricevuti, al Santissimo nome di Lei.
Non si possono, così di passaggio, continua
il Samperi, a sufficienza, ridire i favori e le grazie concedute ai Messinesi,
per vie straordinarie e prodigiose; quante volte l’abbia liberata dagli assedi,
da morbi contagiose e pestilenze, dalla fame, dai terremoti, dalle poderose
armate dei nemici, manifestandosi a questi con le insegne di Messina, la Santa
Croce, e tal’hora con l’arco e le saette. Particolare è l’assistenza della gran
Regina dei Cieli, straordinaria la Sua protezione verso il popolo messinese
devoto, afferma ancora il Samperi, fin dalla culla. Dice, infatti,
testualmente: “Non v’è homo che spiri
sotto questo mamertino cielo, che non spiri Maria, non v’è bambino che non esca
sotto gli auspici di Maria, che non succhi bamboleggiando, col latte, la
devozione di Maria. Maria sta impressa nelle labbra, sta in ogni tempo, stampata
nei cuori dei Messinesi, onorata come Regina e Avvocata, diletta Genitrice”.
(Della Lettera Madre e Regina, salva Messina, salva Messina! È questo il grido
tradizionale dei Messinesi)
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