SAGGIO
Letizia Franzone – Il Cammino della Misericordia
di Alfonso Saya
 Il
piccolo-grande Saggio di Letizia Franzone, presentato nell’Auditorum della
Basilica Cattedrale di Taormina, in occasione del Consiglio regionale dell’Unione cattolica stampa italiana, è in
perfetta sintonia con l’anno giubilare straordinario della Misericordia, come
si evince dal titolo “Il cammino della
Misericordia”. Nei tempi bui, in cui viviamo, sotto il potere del “principe
delle tenebre”, in cui l’ uomo è sviato e disorientato perchè si è allontanato
dalla “strada maestra”, in nome di una libertà intesa come libertinaggio, la
Parabola del “Figliol prodigo” è di
palpitante attualità. L’Autrice ne fa, da teologa qual è, un’esegesi
meravigliosa e ripercorrendo con palpabile emozione, il cammino esistenziale
del figliol prodigo, sia nell’ abbandono della casa paterna e sia nel ritorno,
vede in essa, la Metafora dell’immagine dell’ uomo in generale, l’”Adamo” che
siamo tutti noi, mi esprimo con le parole del “Principe dei teologi”, il Papa
emerito, Benedetto XVI. Dio rispetta il dono della libertà che gli ha elargito,
e, in silenzio, lo lascia partire per un paese lontano”, cioè un paese o un
mondo lontano, dal mondo della Casa paterna e si rompe, quindi, la relazione
intima con Lui.
Si allontana da ciò che che è proprio, connaturato, da ciò che
che è autentico e dilapida le sue sostanze con una vita dissoluta che a lui
sembra una “vita in pienezza” e se la gode. È difficile, chiosa il Papa
emerito, vedere in ciò proprio lo spirito della moderna ribellione contro Dio e
la sua Legge in cui ogni desiderio è diritto? Giunge così, all’estrema
alienazione ed immiserimento e a questo punto, avviene la svolta: “Mi alzerò ed andrò dal padre mio...” dopo
aver attraversato “tutti i deserti della
vita” ritorna a Casa, a se stesso e al Padre. Fa il viaggio a ritroso, “il cammino verso la Misericordia” del
Padre che lo “attende davanti all’uscio
del cuore” e appena “lo vide da
lontano, gli corse incontro e lo abbracciò”. Il figliol prodigo, così
conclude la sua meravigliosa esegesi, Letizia Franzone, dopo aver percorso le
più svariate strade della menzogna, dopo aver consumato la sua vita nella
dissolutezza, ridotto alla miseria più nera, trova il coraggio (Mi alzerò...)
di rientrare in se stesso, “l’agostiniano
redi in te ipsum”, e inizia così il cammino verso la Misericordia.
Nel
figliol prodigo, ripeto, l’Autrice vede la Metafora dell’uomo del nostro tempo
e di ogni tempo che si allontana dall’Amore di Dio. Dopo aver dissipato la sua
dignità in luoghi di menzogna e di turpitudine, sente la nostalgia della Casa
paterna, per riscoprire lo “stupore dell’Amore
e della Misericordia” che “ha si gran
braccia che prende ciò che si rivolge a lei”.
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