ROMANZO
Giuseppe Tornatore – La corrispondenza
di Tiziana Santoro
 Gli editori
Antonio e Olivia Sellerio, hanno chiesto al regista Giuseppe Tornatore di
riportare su carta la sua ultima impresa cinematografica: “La corrispondenza”. È lo stesso autore del romanzo a raccontare la
fatica e le numerose fasi di elaborazione e rielaborazione che hanno condotto
alla realizzazione del film. Egli si sofferma a riflettere sulla
destrutturazione che subisce la creazione dell’autore attraverso la critica dei
giornalisti, del pubblico, ma soprattutto del popolo di internet. Quest’ultimo,
sottraendosi ad ogni forma di censura, liberamente si appropria dell’opera per “esaltarla,
umiliarla, migliorarla, peggiorarla, rovinarla e addirittura cancellarla”
attraverso una riscrittura interattiva, rispetto alla quale l’artefice perde il
suo potere e persino il diritto di ogni paternità. Nel riportare la sua idea
sotto forma di romanzo, il regista intravede l’opportunità di riscattare l’autenticità
della sua ispirazione, preservandola dalla supremazia dell’immagine attraverso
la forza della parola. Con questo spirito Tornatore riscrive, egli stesso, la
sua opera e se ne riappropria “agile come il vento”. Il romanzo, sapientemente
scritto, restituisce al lettore una trama che sovverte le logiche
spazio-temporali e fa rivivere, oltre la morte del protagonista, l’amore
clandestino tra due amanti. Tornatore condisce la trama muovendo da una
riflessione sull’universo, di cui l’uomo è parte, per interrogarsi sull’amore,
sul cambiamento e sulla morte. Ad inchiodare il lettore è il senso del mistero
che irrompe nelle vite dei personaggi come nelle leggi dell’universo che Ed,
professore di astrofisica, intuisce senza poterne a pieno comprendere le
logiche né sovvertirle. Idealizzato, se visto dagli occhi della giovane amante,
Ed è nella sostanza un uomo che, come tutti gli uomini, vuole sfuggire alla
morte per non essere dimenticato da chi ama e sfrutta il suo intuito e le sue
competenze informatiche per perpetuare il legame con Amy oltre il tempo e lo
spazio, che limitano i comuni mortali. Così, quell’amore clandestino, che in
principio era illusione e fuga dalle responsabilità familiari e dalla noia
quotidiana, è destinato ad una nuova sublimazione che è essa stessa ingannevole
e fallace. Ed, prima di morire, dedica i suoi ultimi giorni a scrivere e filmare
corrispondenze per Amy, puntualmente annunciate da lettere e messaggi sul
cellulare della ragazza. La protagonista, complice dell’amante, inizialmente
asseconda il piano di quest’ultimo, finché non realizza che dell’amato è
rimasto “un frammento di tempo recente”, “un’ immagine”, “un buco di tempo
remoto che è solo racconto”. Così accade che Amy, libera dal legame e dall’illusione
che esso ha comportato, inizia a vivere il suo tempo e a cercare dentro se
stessa la riconciliazione con la madre, ad affrontare il senso di colpa per la
morte del padre in un incidente stradale in cui lei stessa era coinvolta, a
portare a compimento gli studi universitari, sino alla prefigurazione di un
rinnovato futuro. La lezione di vita, ora, non arriva più dal professore/amante,
ma dall’universo il quale rivela che “i luoghi e le cose non sono mai gli
stessi, cambiano incessantemente, cambiano con noi, con l’energia che ci
trasforma senza tregua.” Cosa rimane dell’amore dunque? Nessuna sostanza nella
realtà, esso fugge sul filo della rete, è immagine sul monitor, parole su un
display che hanno vita propria, indipendente dai protagonisti e dalla verità
delle loro esistenze e del loro essere. È questo forse l’amore ai tempi di
internet? Un amore che vive solo tramite un mezzo informatico, ma che non ha
mezzi per calarsi nell’autenticità della vita, la quale implica lo sforzo
empatico della condivisione. Ecco che il tentativo di Ed di sublimare la sua
relazione con Amy si rivela un sostanziale flop, davanti alla difficoltà insormontabile
di condividere con lei i disagi della malattia e le problematiche legate alla
sua relazione con la moglie e i figli. Amy, senza l’intervento di Ed, ha
affrontato la figlia ostile dell’ex amante, ha rivelato e legittimato il suo
ruolo nella vita dell’uomo ed ha posto quelle domande a cui il professore non
ha mai dato risposte. Nessun amore, dunque, ma pretesto e occasione di crescita
ed affermazione di sé. Cosa rimane di Amy nell’ultimo capitolo della
narrazione? Solo il calco deforme del suo viso segnato da un vecchio dolore, un
volto in cui lei stessa non si riconosce più: “ Quel corpo – scrive Tornatore - le
pare di un’altra è un viso enigmatico in cui l’espressione si ripete in una
moltiplicazione irrisolta, le sembra la metamorfosi di un passato ormai
distante”. L’ultima immagine di Amy che rimane al lettore è quella di una
donna che si allontana lungo la strada e un futuro colmo di incognite e
possibilità, le stesse possibilità che le leggi dell’universo legittimano.
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