ARTISTI
La Poesia di Sebastiano Sanguedolce
di Alfonso Saya
 Leggendo i componimenti
di Sebastiano Sanguedolce, mi son venute in mente le parole dell’indimenticabile
poeta Nino Ferraù: “Ognuno parli coi
propri mezzi, il proprio stile, con la propria anima e coi propri gusti”. Sanguedolce,
ubbidisce ai suddetti canoni e la sua arte non divorzia dalla naturalezza,
scaturisce dalla sua linfa segreta, dall’amore che non ha altra sorgente che il
Creatore. Dove c’è bellezza, naturalezza, armonia, nobiltà e sincerità, al dire
ancora del poeta Ferraù, si salva tutto il resto. La poesia non si giudica dal
di fuori, dalla sua corteccia, dalla sua camicia ma dalla “forza” del suo
contenuto. Quello che conta, soprattutto, è la bellezza sostanziale più che la
bellezza formale. Le poesie del nostro poeta, traboccano di sentimenti di amore
come quello per la mamma. Toccanti i versi: “Attendo l’apertura del reparto dell’ospedale dov’è ricoverata la mamma,
onde incrociar i miei occhi ridenti, con quelli lucidi ed un pò spenti di lei, Rosa
adorata”. Versi che raggiungono, veramente, vertici di alto lirismo. Non
mancano i sentimenti per la propria terra, “il natio sito mio” che s’intrecciano
con quelli della mamma. Richiama il Leopardi, ma in contrapposizione, perchè lo
definisce, “il dolce borgo dove son nato” e non “il natio borgo selvaggio”. Lo
descrive nelle sue pittoresche bellezze: “A
mò di concava sella, s’adagia su morbido pendio/ girando gli occhi a tutto
tondo/ per godere delle sue bellezze naturali/ che invitano al riposo e al
canto”. La sua poesia rispecchia la bellezza della sua anima, dei suoi pensieri
e dei suoi sentimenti, va significando ciò che l’Amore gli detta dentro.
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