RECENSIONE
Alfonso Saya – Canti d’amore
di Redazione
 Mi ha commosso una bellissima lettera dell’arcivescovo
emerito di Messina, mons. Giovanni Marra, a cui ho donato la mia silloge di
poesie, “Canti d’amore”. Mi scrive
testualmente il Presule: “Un libro che si
sfoglia con piacere, perché, con immagini e poesie, racconta, anzi canta l’amata
Messina, la Madonnina del Porto, la Fede e le tante persone che hanno Servito,
con passione la Città. È un libro, memoria storica della città, capace di far
rivivere nel mio animo, tanti ricordi e suscitare commozione”. Di seguito
la recensione di Alessandro Corsi.
Come il flusso generoso di acqua fresca che dalla
naturale sorgiva si apre all’uomo per donargli ristoro, così l’arte
poetica di Alfonso Saya si fa arco, con semplicità e purezza di intenti, nell’animo
umano. I suoi versi, pigolii, garbati richiami alle rigorose realtà e verità
quotidiane, dai contenuti ricchi di valori culturali, umani e religiosi. La
ricerca della verità, a costo anche di incomprensibili rivalse è, senza dubbio,
il suo più grande ideale. Il poeta non striscia ma si eleva dalla terra e
interpreta gli eventi con l’intelligenza del sentimento. I versi di Alfonso
Saya sono pennellate che raffigurano situazioni, paesaggi, gesti, moti dell’animo,
protesi alla conoscenza e alla riscoperta della bellezza e della genuinità
delle cose. Amore, Bontà, Purezza, Vita, Creato, Cielo sono i temi dominanti
che colorano, danno vita e fecondità ai suoi scritti. Nelle sue liriche
emergono toni e ritmi freschi, impregnati del gusto del bello e del più sublime
amore. Un pò di malinconia (quale poeta ne scampa) scorgiamo in “Guardo il cielo stasera”. Qui il poeta,
in una nitida sera trapuntata di stelle che “brillano fiamme d’amore”, si affligge perché “questo triste, opaco pianeta del male, non alza gli occhi al cielo e
non vede le cose belle che sono le luci di Dio”. Ne “la violetta bruna, frasca, odorosa, vellutata” che parla all’anima
di “virtù semplici oggi ignorate” ,
nel “Sentiero di Isaia”, ricordando
uno dei profeti maggiori, principe dell’Antico Testamento, canta al mondo, il
suo sogno: “Cadono i muri/cadono gli
egoismi/le paure/spunta un mondo senza frontiere/spunta una nuova
civiltà…/fiorirà la pace…”. Sogna il poeta, un mondo senza odio né egoismi,
illuminato dall’amore e dalla pace. Molte altre cose resterebbero da dire
ancora di questo concittadino poeta ma lo spazio è tiranno. Una cosa, però
possiamo affermarla: Alfonso Saya va letto, perché i suoi versi sono ossigeno
alle più intime fibre dell’anima; va amato perché tenero come un bambino ed
efficace per la sua esperienza giornalistica e didattica, elogiato per la sua
tenacia, la sua schiettezza e per l’amore che egli porta ai fatti dell’Arte,
della Cultura e della Storia della sua Messina.
Alessandro Corsi
|