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 lunedì 25 agosto 2014

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Papa Francesco richiama i cristiani in preghiera

di Redazione


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In questo tempo di vacanza, di riposo e divertimento, nel mondo imperversa la guerra: Gaza, Irak, Ucraina, Libia… e Papa Francesco, con tanta audacia, invita i cristiani a pregare e si propone di mettersi in mezzo agli schieramenti che si contrappongono per indurli alla tregua. La storia tace, i patti non sono rispettati, le parole non hanno più senso, le idee sono vuote, ma è l’ora d’incontrare la verità e l’amore, la giustizia e la pace, la pietà e la compassione. Se in base ai criteri umani prevale la logica del dominio e della forza per giustificare qualsiasi ragione o punto di vista particolare che conduce alla violenza ed alla morte, solo guardando dall’alto con gli occhi di Gesù si possono trovare le soluzioni nel rispetto delle parti.

Gesù sana ogni debito salendo sulla Croce, offrendosi vittima innocente di espiazione per il male dell’umanità, riconcilia gli animi lacerati ed abbatte ogni muro di divisione. In Gesù, troviamo la pace che viene dall’alto, ma non inizia da lontano perché sta nel cuore di ciascun uomo di buona volontà e si esprime per contatto diretto. I problemi del mondo si sistemano quando si sta bene a cominciare dal “vicino”, dai luoghi che frequentiamo, dalle persone che incontriamo, dalle azioni che facciamo.

Occorre iniziare a dichiarare e mettere in pratica l’intenzione di pace, facendo guerra al proprio orgoglio, alla superbia, all’arroganza, alla presunzione e stabilire rapporti di benevolenza con i propri vicini, negli ambienti di lavoro, per ogni occasione d’incontro. La guerra lontana è vicina quando vige un sistema di prevaricazione, nel modo di trattare con le persone, quando si pratica la mormorazione e la maldicenza, quando si usa violenza sui bambini, sulle donne, sugli anziani e gli ammalati, quando si sfrutta il più debole e si calpesta il diritto, quando s’instaura una relazione di sopra-sotto senza rispetto per la diversità e la differenza, senza riguardo per la religione e la cultura, senza tenere presente il punto di vista dell’altro, la sua umanità, la sua esperienza, il suo valore.

Il richiamo di Papa Francesco alla preghiera è voluto perché, in questo momento, è l’unica arma possibile da usare per riconoscersi figli dello stesso Dio Padre e Creatore, per sentirsi parte dello stesso Corpo, per vivere dello stesso Respiro, accogliendo il dono della Pace, la grazia della Misericordia, il bene della Salvezza per tutti, grazie al sacrificio di Gesù Cristo, Salvatore e Signore. In questo modo soltanto, impegnandosi in una supplica d’intercessione comunitaria e con la coscienza di essere limitati, affidandosi alle mani di Dio, Signore della storia, si esce fuori dalla sofferenza della persecuzione, della tribolazione, della fame, della sete e della morte!

Lettera firmata da Santo Trimarchi


 


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