RECENSIONE LIBRARIA
Giuseppe Finocchio – Il mare vetrato
di Redazione
 Alla prima silloge giovanile, di
Giuseppe Finocchio, dal titolo Versificare
invernale, edita dal Gabbiano, di Maria Froncillo Nicosia, nel settembre
del 2010, segue il suo recente lavoro il Mare
vetrato, edito dalla Pungitopo
editrice, di Gioiosa Marea e finito di stampare nel marzo 2014, con prefazione
di Maria Gerace. Nel Mare vetrato, l’amore è vissuto e descritto con una precisione
saffica, il verso contiene e lascia trasbordare la componente passionale e
sanguigna del sentimento vissuto in profondità, annodato all’anima, esplosivo
di colori e di una sinestesia incalzante. Al di là del vetro, che contiene e
protegge una certa dimensione clandestina del sentire, si apre il paesaggio
marino, il paesaggio dello Stretto, ma anche Messina con i suoi scorci
brulicanti, le case abbarbicate su colline di sabbia, l’eclettismo dei suoi
monumenti; momenti di memoria vissuti in modo duale, ma anche profondamente
solitario, che scava dentro per far sgorgare immagini sempre nuove con una
certa naturalezza, salmastra.
Un amore tante volte negato, ma altrettante volte
vissuto fino ad avvolgere i sensi, in un tutt’uno, nel quale la natura, con le
cicale, la luna e le maree, partecipa metamorfica ed amplificatrice nel dipanarsi
della storia in versi. Come la vastità del mare, il
sentimento nel Mare vetrato è al
contempo ampio, si ciba di frenesie distanti e di un improvviso risalire dei
sensi, bacchico, suadente, nudo. Volteggia il verso e lascia nel lettore un
certo stupore, una curiosità crescente. La poesia che corre il rischio di
perdersi nel dipanarsi dei versi. ma che, al contempo, continuamente si ritrova
e si rigenera. Un navigare, un volteggiare, un naufragare dolce e salmastro che
ci conduce in un viaggio sul filo della notte e dei sensi.
Note sull’autore: Giuseppe Finocchio, nasce a Messina nel 1981.
Laureato in “Conservazione dei Beni Culturali” e con specializzazione in “Archeologia
Cristiana”, coltiva, da sempre, la passione per la scrittura. Ha già pubblicato
le poesie Zancle e Tremotum (Giulio Perrone) e la silloge Versificare invernale (Edizioni Il
Gabbiano). I versi di Sole nero hanno
ricevuto la menzione d’onore al Premio
“Terremoti di Carta” 2013.
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