mercoledì 18 ottobre 2017
ROMETTA MAREA
Sant’Andrea di Rometta e la sua Storia
di Alessandro Corsi
 Incorniciato da una florida
vegetazione, da distesi giardini e piccoli orticelli, che testimoniano l’operosità
dell’uomo e il vincolo alla propria terra, a pochi passi dal casello
autostradale, c’è un paese, frazione del Comune di Rometta, che vanta origini
greco-romane, noto al turismo vacanziero. Questo paesetto è abbarbicato sul
costone delle colline prospicienti il torrente Saponara e la storia che, in origine,
non appartenesse a Rometta, perché feudo baronale, ha del leggendario. Le fonti storiche narrano di re,
di monasteri, di feudi e titoli nobiliari. Il vallone “Acqua del Bosco” (o
burrone Sant’Anna) divide il paesetto in due quartieri, quello di Sant’Andrea e
di Santo Rocco.
Il primo conserva, ancora, l’antica
villa della famiglia Pino, di fattura ottocentesca, i contrafforti di sostegno
di un terrazzo della casa baronale della famiglia Anastasi. Nell’altra parte,
vi sono i ruderi di una cappella, anch’essa ottocentesca. Monumento all’arte e
alla religiosità è la Chiesa dedicata alla Madonna del Sabato e ai Santi Andrea
e Cono (nella foto), risalente al 1600 come rileva il prof. Saverio Ponz De
Leon. La voglia di riscoprire le
proprie radici e l’orgoglio di appartenenza pervadono gli anziani ed anche i
giovani custodi della storia dei loro antenati e della loro identità. La
Madonna del Sabato è la celeste avvocata di Sant’Andrea e di questo titolo si
onorano fregiare gli abitanti, qualificandosi col nome di “Sabatini”.
Un antico Rito, detto “dei Sette
venerdì”, che precede i festeggiamenti alla Divina Protettrice, coinvolge
il popolo. Nei sette venerdì, due ore dopo il tramonto, viene eseguita una
cantica denominata “l’evviva Maria”. Questo Rito, molto suggestivo, è, davvero, uno spettacolo che fa vibrare
dentro le più intime fibre della religiosità, di quella umanità semplice e
schietta di altri tempi, che è possibile riscoprire, anche oggi, in un
fazzoletto di terra chiamato Sant’Andrea.
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