I TESORI DELLA CITTÀ DI MESSINA
SANTA MARIA DELLA VALLE: LA BADIAZZA
di Orazio Annetti
 Messina è una città dalle antichissime
tradizioni, sia religiose che folkloristiche. E ciò che rimane oggi, di questa
secolare storia, non è altro che un agglomerato di edifici che testimoniano la
grande storia della nostra città nel in epoca passata. Fra questi vi è una
chiesa che, tutt’oggi, è oggetto di studi per la sua antica tradizione e che vede
periodi, totalmente, scarni di testimonianze scritte, di cui non rimane altro
che una blanda tradizione orale: stiamo parlando della chiesa di Santa Maria
della Valle, detta Badiazza.
Il nome stesso fa intendere come
la costruzione, di epoca normanna e databile all’XI-XII secolo circa, sia stata
dedicata alla Santissima Vergine Maria. Infatti, il termine Badiazza era già,
abbondantemente, in uso alla fine dell’ottocento anche se la sua variante Badìa
si riallaccia, probabilmente, alla presenza delle monache benedettine che
vivevano al suo interno. Si sa, inoltre, che la chiesa fu abbandonata dalle
stesse, precisamente, nel 1347.
Quale fu l’uso della chiesa prima
e dopo è ancora oggi oggetto di studio. La chiesa, un tempo, era ricca di marmi
e mosaici, da quanto risulta dai pochi resti trovati dopo le operazioni di
restauro e conservazione cui è stata sottoposta. Bisogna, infatti, ricordare
che, in base ad alcune incisioni dell’ottocento, la chiesa è stata quasi per
intero riempita e ricoperta dai detriti trasportarti dalla fiumara che, ancor
oggi, la fiancheggia, rendendola un vero e proprio edificio fantasma.
Durante gli ultimi lavori di restauro
sono stati riportati alla luce alcuni preziosissimi mosaici, tra cui uno che ne
raffigura, probabilmente, San Pietro. Dell’insediamento originario, però,
rimane solo la cattedrale. Al suo fianco una volta esisteva un edificio contiguo
alla chiesa stessa, che viene identificato dagli studiosi come il luogo ove si
trovavano gli alloggi delle monache e, probabilmente, degli ospiti che
utilizzavano la struttura quando venivano in visita a Messina. Non si hanno, a
tutt’oggi, dei documenti che ci permettano di rintracciare la presenza di altri
ordini al suo interno per cui, ufficialmente, la chiesa risulta abbandonata,
come già detto in precedenza, dal 1347. In alcuni libri viene definita come
chiesa-fortezza, perché, effettivamente, la struttura possente e mastodontica
fa pensare ad un uso che va ben oltre quello della semplice celebrazione della
messa. Una leggenda racconta di una sacra immagine della Vergine Maria con al
fianco una scala che fu prima trafugata e, successivamente, portata a Messina da
una nave proveniente dall’oriente. Al momento della partenza, però, questa nave
non riuscì a salpare e il capitano, sentendo la voce di una giovane donna
piangere, fece chiamare l’arcivescovo di Messina e gli chiese di collocare il
dipinto all’interno di una cattedrale in cui sarebbe rimasta per sempre in
bella vista. Fu, così, deciso di trasferire l’immagine all’interno della
Badiazza, motivo per cui, infatti, la chiesa è anche conosciuta come Santa
Maria della Scala.
Dopo molti secoli d’incuria,
comunque, la chiesa è stata riportata ad uno stato che la rende visitabile,
anche se ancora non è stata aperta al pubblico tranne che per sporadiche
occasioni.
Si spera, naturalmente che, oltre
alla riqualificazione, prima o poi si riesca a decifrare il passato di questa
chiesa-cattedrale che, già di per sé, arricchisce, notevolmente, il prestigio
storico e culturale della nostra città.
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