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 martedì 23 agosto 2011

I TESORI DELLA CITTÀ DI MESSINA

SANTA MARIA DELLA VALLE: LA BADIAZZA

di Orazio Annetti


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Messina è una città dalle antichissime tradizioni, sia religiose che folkloristiche. E ciò che rimane oggi, di questa secolare storia, non è altro che un agglomerato di edifici che testimoniano la grande storia della nostra città nel in epoca passata. Fra questi vi è una chiesa che, tutt’oggi, è oggetto di studi per la sua antica tradizione e che vede periodi, totalmente, scarni di testimonianze scritte, di cui non rimane altro che una blanda tradizione orale: stiamo parlando della chiesa di Santa Maria della Valle, detta Badiazza.

Il nome stesso fa intendere come la costruzione, di epoca normanna e databile all’XI-XII secolo circa, sia stata dedicata alla Santissima Vergine Maria. Infatti, il termine Badiazza era già, abbondantemente, in uso alla fine dell’ottocento anche se la sua variante Badìa si riallaccia, probabilmente, alla presenza delle monache benedettine che vivevano al suo interno. Si sa, inoltre, che la chiesa fu abbandonata dalle stesse, precisamente, nel 1347.

Quale fu l’uso della chiesa prima e dopo è ancora oggi oggetto di studio. La chiesa, un tempo, era ricca di marmi e mosaici, da quanto risulta dai pochi resti trovati dopo le operazioni di restauro e conservazione cui è stata sottoposta. Bisogna, infatti, ricordare che, in base ad alcune incisioni dell’ottocento, la chiesa è stata quasi per intero riempita e ricoperta dai detriti trasportarti dalla fiumara che, ancor oggi, la fiancheggia, rendendola un vero e proprio edificio fantasma.

Durante gli ultimi lavori di restauro sono stati riportati alla luce alcuni preziosissimi mosaici, tra cui uno che ne raffigura, probabilmente, San Pietro. Dell’insediamento originario, però, rimane solo la cattedrale. Al suo fianco una volta esisteva un edificio contiguo alla chiesa stessa, che viene identificato dagli studiosi come il luogo ove si trovavano gli alloggi delle monache e, probabilmente, degli ospiti che utilizzavano la struttura quando venivano in visita a Messina. Non si hanno, a tutt’oggi, dei documenti che ci permettano di rintracciare la presenza di altri ordini al suo interno per cui, ufficialmente, la chiesa risulta abbandonata, come già detto in precedenza, dal 1347. In alcuni libri viene definita come chiesa-fortezza, perché, effettivamente, la struttura possente e mastodontica fa pensare ad un uso che va ben oltre quello della semplice celebrazione della messa. Una leggenda racconta di una sacra immagine della Vergine Maria con al fianco una scala che fu prima trafugata e, successivamente, portata a Messina da una nave proveniente dall’oriente. Al momento della partenza, però, questa nave non riuscì a salpare e il capitano, sentendo la voce di una giovane donna piangere, fece chiamare l’arcivescovo di Messina e gli chiese di collocare il dipinto all’interno di una cattedrale in cui sarebbe rimasta per sempre in bella vista. Fu, così, deciso di trasferire l’immagine all’interno della Badiazza, motivo per cui, infatti, la chiesa è anche conosciuta come Santa Maria della Scala.

Dopo molti secoli d’incuria, comunque, la chiesa è stata riportata ad uno stato che la rende visitabile, anche se ancora non è stata aperta al pubblico tranne che per sporadiche occasioni.

Si spera, naturalmente che, oltre alla riqualificazione, prima o poi si riesca a decifrare il passato di questa chiesa-cattedrale che, già di per sé, arricchisce, notevolmente, il prestigio storico e culturale della nostra città.


 


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