CULTURA POPOLARE
L'Opera dei Pupi
di Redazione
 Le rappresentazioni
dell’Opera dei Pupi e le pitture dei carretti, sono certo i fenomeni più noti
ed appariscenti del folklore siciliano. Tema quasi esclusivo, comune ai due
generi, è l’epopea cavalleresca, con particolare riferimento alle gesta dei
paladini di Francia. L’Opera dei Pupi, la cui nascita risale alla seconda metà
dell’800, è frutto della rivisitazione romantica delle grandi leggende popolari
del Medioevo Europeo. Il revival romantico trova in Sicilia, e riattiva, una
sopravvivenza dell’epopea francese portata dai normanni e, largamente, diffusa
tra noi, come testimonierebbe l’onomastica (Chiaramonte, Orlando, Rinaldo…) e
la toponomastica (Montalbano, Oliveri, Capo d’Orlando…). Le rappresentazioni
dell’Opera erano caratterizzate, in passato, da una straordinaria
partecipazione e identificazione del pubblico, che non di rado scendeva,
materialmente, “in campo”, in difesa dell’eroe buono (un Orlando, un Rinaldo…),
minacciato dal cattivo Gano o dal moro Rodomonte. A lungo l’Opera ha costituito,
per spettatori adulti e piccini, la scena del mondo, il luogo in cui
l’immaginario collettivo era coltivato, educato, condotto a calarsi nella
realtà. Le storie rappresentate
dai pupari avevano come tema conduttore la Storia dei Reali di Francia, a cominciare
dalla guerra di Troia fino alla Rotta di Roncisvalle, divise per cicli, della
durata di un anno e mezzo circa, di rappresentazioni continue ogni sera.
È
lecito, pertanto, sostenere che la cultura dei nostri padri e dei nostri nonni
avesse già elaborato il “serial”, la “soap opera” ante litteram. Solo che esso
era, incomparabilmente, più vivo e affascinante delle peripezie delle famiglie
di Beautiful, nelle quali ci immergiamo ammaliati nel buio delle nostre stanze,
controllati a vista dai televisori.
Nei pupi, il popolo
siciliano trovò qualcosa su cui proiettare il proprio animo, la focosità,
l’amore, i sentimenti tipici della nostra gente. L’Opera, dunque, associa alla
storia del Medioevo e ai poemi epici studiati in classe, un parallelismo frutto
di un riadattamento, prettamente, popolare, in cui i personaggi sono simboli e
modelli nei quali si identificano il carattere, i difetti e le virtù della
gente comune (infame e traditore come Gano, coraggioso e leale come Orlando,
scaltro, ribelle e donnaiolo come Rinaldo).
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