DIALOGO TRA AMICI A CAMELOT
Lillo e il suo desiderio d'incontrare le stelle
di Graziella Mavilia
 Una vera “squadra” quella del centro diurno
“Camelot”, presso la cittadella sanitaria “L. Mandalari” di Messina, formata da
tanti ragazzi pieni di vitalità e con tante iniziative, davvero, interessanti,
che vivono quegli ambienti con tanta armonia e serenità, e ai quali capita,
spesso, durante il giorno, di riunirsi
non solo per intraprendere nuove iniziative collettive, ma, soprattutto, per
instaurare sane discussioni e costruttivi dialoghi di gruppo. Lillo, è uno di loro, fa parte della
squadra di Camelot, e mi riferisce che gli accade, spesso, di sentire una
musica che non è terrena, ma proviene dal cielo. “M’incanta, a tal punto, che incomincio ad estraniarmi dal contesto e rimango
ammaliato da quelle note che provengono dalle stelle. Vengo attirato dalla melodia
e comincio a fantasticare pensando che questo sia un segnale di richiamo,
perché le stelle mi vogliono accanto”.
E, ancora, “Quand’ero piccolo, ero, già, una stella e le altre lo sapevano, loro mi
aspettavano e non si davano pace del perché mi trovassi sulla terra, lontano da
loro. A volte, salgo con la fantasia su in cielo a viaggiare insieme alla luna
che mi segue ovunque”. Matilde, una cara amica di Lillo, spesso,
gli chiede, “ma come fai a parlare con le
stelle, la luna, l’arcobaleno?” e lui, con molta flemma e seraficamente, le
risponde, “le stelle, la luna, sono miei
amici e ogni qualvolta sono chiamato ad uscire con loro devo, assolutamente,
farlo, altrimenti non mi fanno più dormire. Inoltre, tutte le cose che accadono
durante il viaggio sono come dei segnali che il cielo mi manda”.
Francesco, altro amico del gruppo, dice di
lui, “Lillo è una persona buona e
generosa, a volte, strana, che deve usare più forza per non farsi trattare
male. Questo suo modo di evadere dalla realtà è da rispettare, in quanto, egli
non fa male a nessuno”. Aggiunge, ancora, in questo dialogo interessante,
“la mia vita terrena è regolata dalle
stelle, che decidono, in modo perentorio, quel che io devo fare e, anche, se
devo scendere dall’autobus, quando mi viene comandato, devo farlo, o se mi
viene detto di uscire al buio, io devo obbedire. Non ricordo quando sia
successo, ma un giorno mi sono sentito toccare e ho sentito una voce che mi ha
sussurrato queste parole: ‘Sono vicino a te, ti seguirò, sempre, come un angelo’”.
Anche, Anna, un’amica del gruppo di
Camelot, vuol dire qualcosa. “Quando ho
conosciuto Lillo, l’ho conosciuto come una persona molto timida, ma col tempo
ho scoperto in lui, davvero, una bella persona, sempre, disponibile”. Dalla sala, una voce ricorda ai ragazzi che
è arrivata l’ora di dedicarsi all’interessante attività di ceramica artistica. È
l’assistente che li chiama a raccolta. Il dialogo riprenderà, sicuramente, dopo,
poiché tanti sono gli scambi di opinione che, giornalmente, uniscono i ragazzi,
in modo solidale, a saper convivere insieme, legati gli uni agli altri da tante
iniziative che li vedono, sempre, i protagonisti principali.
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