PATOLOGIE
Giornata mondiale dell’epatite (WHD)
di Redazione
 Ogni
anno, il 28 luglio si celebra la Giornata mondiale dell’epatite (WHD). La data
del 28 luglio è stata fissata in onore al dott. Blumberg, Baruch Samuel, nato
il 28 luglio del 1928, e insignito, nel 1976, del premio Nobel per la medicina
e la fisiologia per le scoperte concernenti il virus dell’epatite B e i lavori
per lo sviluppo del primo vaccino antiepatite B. Diversi virus possono
provocare epatiti. I principali sono i virus dell’Epatite A (HAV), B (HBV) e C
(HCV). L’epatite A, oltre ad avere una modalità di trasmissione diversa dalle
altre (la trasmissione avviene per via oro-fecale), non cronicizza mai. Al
contrario, i virus delle epatiti B e C, si trasmettono attraverso liquidi
biologici, quali sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti e
anche da madre infetta al bambino al momento del parto; inoltre, le epatiti B e
C tendono a cronicizzare e a provocare nel tempo cirrosi e tumore epatico. Le
epatiti B e C sono considerate una minaccia per la salute pubblica.In
occasione della giornata mondiale del 2018, l’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) ha fissato il tema “Eliminare l’epatite”. L’obiettivo è di ridurre,
entro il 2030, del 90% le nuove infezioni e del 65% la mortalità. Attualmente,
esistono vaccini contro l’epatite B e farmaci efficaci per curare l’epatite C,
l’eliminazione dell’epatite virale è, pertanto, un obiettivo realizzabile.
La
situazione nel mondo
Epatite virale B
Secondo
studi pubblicati dall’OMS, la prevalenza globale di infezione da HBV nella
popolazione generale, nel 2015, era del 3,5%. La proporzione delle persone
affette varia a seconda della fascia di età, la prevalenza rimane alta nelle
coorti di nati prima che il vaccino fosse disponibile. Attualmente, grazie all’uso
diffuso del vaccino, si registra, tra i bambini sotto i 5 anni di età, una
bassa incidenza di infezione cronica da HBV.
Epatite virale C
Diversi
studi evidenziano che l’incidenza di infezione da HCV è diminuita dalla seconda
metà della 20° secolo. Tuttavia, le stime suggeriscono che nel mondo, nel 2015,
c’erano ancora 1,75 milioni di nuovi casi di infezioni da HCV (tasso di
incidenza globale: 23,7 per 100 000). Aree ad alto tasso di infezione si
trovano nella regione del Mediterraneo orientale (62,5 per 100 000) e nella
regione europea (61,8 per 100 000).
La
situazione in Italia
In
Italia, l’incidenza dell’epatite B, negli ultimi decenni, è progressivamente
diminuita grazie, soprattutto, alla strategia di vaccinazione, che ha creato
una coorte di soggetti immunizzati fino ai 35 anni. Il trend in diminuzione è
proseguito negli ultimi 10 anni: l’incidenza è passata da 1,6 casi per 100.000
abitanti, nel 2006, a 0,7, nel 2015, con più evidente riduzione nel gruppo ≥25
anni, grazie al crescente numero di coorti immunizzate. Anche l’epidemiologia
dell’epatite C è cambiata negli ultimi decenni, con una progressiva diminuzione
dell’incidenza dovuta soprattutto alle migliorate condizioni igieniche,
maggiore consapevolezza delle modalità di trasmissione, sistemi di prevenzione
e screening per le trasfusione e le procedure sanitarie. L’andamento
decrescente è proseguito anche negli ultimi 10 anni: l’incidenza è passata da
0,5 casi per 100.000 abitanti nel 2006 a 0,2, nel 2015. In Italia, nel 2016,
sono stati trattati con i farmaci ad azione antivirale diretta di seconda
generazione (DAAS) 64.227 pazienti affetti da epatite C. (fonte –
salute.gov.it)
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