Il
26 aprile 2015, nel Michigan, ha aperto un museo interamente dedicato alla
storia del razzismo negli Stati Uniti, il Jim Crow Museum of Racist
Memorabilia. Obiettivo di questo museo è l’insegnamento della tolleranza.
Categorie: gli esseri umani hanno la tendenza a classificare esperienze, cose e
persone partendo dalla individuazione di somiglianze. Pensare mediante
categorie ci aiuta a fare ordine e dare un senso alla enorme massa di
informazioni che proviene dall’esterno, consentendoci di analizzarle
rapidamente. Il pensare per categorie non si basa sulla conoscenza precisa e
diretta di un fatto o di una certa persona ma distorce la realtà, ma si basa
sugli stereotipi, cioè delle idee abbastanza semplici che riteniamo valide per
tutte le persone che appartengono a un gruppo che ci vengono fornite anche
dalla società.
Categorie
e stereotipi permettono di costruire aspettative sul modo in cui le altre
persone agiscono, rendendone prevedibile il comportamento. Quando attribuisce
caratteristiche negative a tutti i membri di un gruppo di persone per il solo
fatto che sono membri di quel gruppo, lo stereotipo diventa un pregiudizio.
Quando il pregiudizio si applica a un intero popolo si parla di razzismo. Nel
razzismo, cioè consideriamo che l’appartenenza a una popolazione o il colore
della pelle siano di per sé sufficienti a racchiudere l’intero carattere di una
persona, in un modo che non ammette eccezioni.
Secondo
la Teoria dell’Identità Sociale, è come se io mi sentissi un tutt’uno con il
gruppo (o i gruppi) a cui appartengo e a cui mi legano idee politiche,
religione, fede calcistica o gusti musicali: le risposte che posso dare alla
domanda “chi sono?” derivano anche dalle caratteristiche dei gruppi a cui mi
sento vicina. Ma andiamo ai fumetti e ai film degli X-Men. Gli X-Men hanno
sempre rappresentato il fumetto più ‘progressista’ della Marvel: avendo per
principali soggetti una comunità di esclusi, repressi, clandestini odiati dalla
società civile, non potevano che fare proprie le battaglie di tutte le
minoranze. Dalla critica al razzismo, a quella all’omofobia, gli X-Men sono
stati i paladini degli oppressi, delle vittime di stereotipi facili.
Gli
X-Men sono un gruppo di supereroi dei fumetti creati dagli statunitensi Lee e
Kirby nel lontano 1963. L’idea di base è che gli X-Men nascano con un gene
nuovo, il gene X, che gli umani non hanno e che conferisce loro delle
super-abilità. Gli X-Men sono divisi in due fazioni principali, una guidata dal
professor X che sogna un mondo in cui umani e mutanti vivano in armonia, e un’altra
che fa capo a Magneto. Magneto, è un ebreo che teme che l’odio e la violenza da
lui vissuti nei campi di concentramento nazisti possano ripetersi nei confronti
dei mutanti; privo dell’illusione di serena convivenza vagheggiata dal
professor X, Magneto sostiene la superiorità degli X-Men ed è ostile agli
umani.Gli
X-Men sono odiati, spaventano e sono disprezzati dall’umanità per il solo fatto
di essere mutanti, cioè sulla base di un pregiudizio. Riprendendo le
considerazioni fatte prima sulla psicologia del pregiudizio e il razzismo, all’inizio
c’è la categorizzazione sociale: gli umani collocano tutti gli X-Men in un’unica
categoria, utilizzando come criterio la mutazione genetica. Il passo successivo
riguarda l’identità sociale, cioè il fatto che il modo in cui sono deriva anche
dalle caratteristiche che hanno i gruppi a cui appartengo.
Confrontandoli
con se stessi, gli umani vedono gli X-Men come mostruosi e pericolosi, li
temono. Quando gli umani cominciano a pensare che è meglio eliminare gli X-Men,
al pregiudizio razzista si aggiungono la discriminazione e la persecuzione: il
governo fa costruire dei robot Sentinella per combattere e annientare gli
X-Men, approva un Atto di Registrazione dei Mutanti, sviluppa una tecnologia
che li guarisca dal gene-X, attua l’Operazione: Zero Tolerance. Vi sono poi
diversi gruppi che hanno per obiettivo lo sterminio degli X-Men e che ricordano
il Ku Klux Klan, ad esempio, gli Amici dell’Umanità, i Purificatori, la Chiesa
dell’Umanità.
A
dispetto delle loro super-abilità, non è facile la vita per gli X-Men. Come
dice Magneto nel primo film sugli X-Men: Non esiste nessun paese tollerante.
Non esiste pace, né qui né in nessun altro posto. Donne, bambini, intere
famiglie distrutte semplicemente perché erano nati diversi. I fumetti non sono
frutto della fantasia, ma raccontano anche ai giovanissimi la storia e il mondo
che ci circonda. Possiamo sfruttarli per renderli e renderci ancora più
consapevoli di quanti siamo influenzati dalla massa. Dovremmo insegnare e
ricominciare a conoscere l’altro nella sua individualità, nella sua diversità e
ricchezza. La Psicologia Sociale ci aiuta a comprendere i nostri schemi
mentali. Sta a noi Romperli.
Dott.ssa Crisafulli Liliana