MENTE E CORPO
Invecchiare in salute… anche recuperando
di Antonino Arcoraci
 Nel novembre
2015, FEDERSPeV Sez. di Messina e AMMI, presenti il gerontologo Vittorio
Nicita Mauro, la psicologa psicoterapeuta Marina Quattropani, il
neuropsichiatra Luigi Lucchesi, il fisiatra Filippo Cavallaro, la presidente
dell’Ass. scientifica “Eclipsin”
Stefania La Foresta e l’esponente della Consulta delle Organizzazioni sociali
Santo Santonocito, con il contributo di due presenze importanti: Anna Bottari
93 anni e Ada Arena 89, hanno organizzato una tavola rotonda sul tema mirando a
sottolineare e diffondere il concetto di Carlo Alberto Tregua, giornalista
siciliano, “Occorre invecchiare, non
diventare vecchi”. Questo, nella osservanza, nella quotidianità, di quanto
sostenuto da Ippocrate: “Le parti del
nostro corpo dotate di una funzione, se esercitate con moderazione e impegnate
in attività per loro abituali, si mantengono sane e invecchiano più lentamente;
se vengono invece lasciate inattive, presentano difetti di sviluppo, si
ammalano facilmente e invecchiano rapidamente”. Ha introdotto il prof.
Antonino Arcoraci, il tema è stato sviluppato dal prof. Emilio Pozzi mentre la
conduzione è stata tenuta dal dott. Giuseppe Ruggeri medico giornalista. Alla
fine del dibattito, sono state sintetizzate le conclusioni schematicamente
esposte nell’opuscolo informativo che intende portare ai meno giovani, ma anche
ai giovani, tutte le indicazioni necessarie per essere messe in pratica.
Quando
si è in salute, non si è attenti ai segni sfumati del non star bene, ci si
accorge solo quando si è avanti negli anni, quando è frequente la perdita della
memoria recente, quando diventa sofferenza la limitazione funzionale delle
grandi e piccole articolazioni, quando il processo involutivo è in fase
avanzata. I segni percepiti - spesso - sono sottovalutati in quanto non
incidenti in maniera significativa sulle comuni azioni quotidiane…E il tempo
passa.…si arriva così al punto del non ritorno, al punto in cui il rimedio
diventa difficile, dato il danno strutturale irreversibile. Il Vademecum
stilato nel suo essere breve e conciso, porta tutte le informazioni necessarie
a stare attenti, a mantenersi in esercizio mentale e fisico adattato a uomini e
donne; a seguire una alimentazione equilibrata sempre varia e nel rispetto del
peso ideale; a fare un periodico test psicologico basato su semplici risposte a
eventi di vita quotidiana; a fare diagnosi precoce partendo dalle prime
avvisaglie e a iniziare una terapia di recupero o riabilitativa quando il caso
lo richiede. L’apparato muscolo-scheletrico, opportunamente sollecitato
recupera. Anche il cervello, pure con la riduzione della popolazione cellulare,
si serve dei supporti della scienza e risponde con l’attivazione dei circuiti
neuronali.
Non c’è “ma” e non c’è “se”. Specie ora che la speranza di vita
aumenta per tutti anche se nel 2015 c’è stata una battuta di arresto non uguale
nelle regioni per eterogeneità geografica e diversi stili di vita. L’Osserva-salute
del 26 aprile 2016, dice che in Italia l’Invecchiamento è senza freni, che gli
over 65 raggiungono il 22% della popolazione, tra questi, il 3.2% sono tra gli
85 e i 99 anni e gli ultracentenari sono 3 su ogni 10.000 abitanti. Prevale il
sesso femminile ed abbiamo il primato mondiale (116 anni) di longevità con Emma
Morano di Pallanza. L’avere più anni nella vita non significa però avere sempre
più vita in questi anni. La vita si costruisce giorno per giorno, anche in età
avanzata. L’espressione “alla mia età”, comune nell’anziano, ancor più nel
vecchio, è diventata desueta avendo più significato l’età biologica che l’età
anagrafica. La vita deve essere vissuta e questo Vademecum ne da le
indicazioni. Seneca diceva: “la nostra
vita dura di più per chi bene ne dispone e la scienza e l’esperienza
consigliano che la terza, la quarta età debbono essere vissute impegnandosi”.
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