GRUPPI DI MEMORIA
Alla Badiazza con le famiglie di persone con Alzheimer e demenze
di Rita Fulco
 Martedì 31 marzo, una mattina di
vento, ma con il sole abbastanza generoso. Un piccolo bus è atteso dal dott.
Allone che, da anni ormai, con l’Associazione
“Il Centauro”, si occupa della
valorizzazione di questo gioiello di architettura incastonato ai piedi dei
Colli San Rizzo. Sul bus un gruppo speciale: un gruppo di memoria. La memoria
della nostra città viene incontro all’oblio che sta, lentamente, prendendo il
sopravvento su alcuni dei suoi cittadini: manager, ferrovieri, insegnanti,
casalinghe, i cui nomi e cognomi, le cui vite, sono portate nel cuore dei
familiari che li accompagnano, con il dolore della malattia che li ha condotti
in un altro mondo, lontano: Demenza
fronto-temporale, Alzheimer, Sindrome dementigena.
Nomi che fanno paura ai più e che
la dott. Angelida Ullo, responsabile dei “Gruppi memoria” per il centro “Agape”,
ha reso meno terribili per i familiari e per i pazienti che hanno deciso di
seguire questo percorso di gruppo: “Si
tratta – afferma – di un intervento
multidimensionale con persone con demenza, di grado lieve-moderato, in cui l’esercizio
delle abilità cognitive e funzionali ancora presenti, realizzato in gruppo, è
finalizzato alla riduzione dei disturbi comportamentali e dell’umore, nonché
alla riduzione del progressivo isolamento verbale e relazionale che coinvolge
il paziente e spesso anche il familiare che, quotidianamente, di lui si prende
cura”. Un supporto ai familiari, nella nostra città, si può trovare anche
all’“ARIAD”, l’Associazione per il supporto
e la Ricerca per l’Alzheimer e le Demenze, che meriterebbe un sostegno
istituzionale, certamente, maggiore. L’ottica generale dei “Gruppi di memoria”,
dunque, è quella di un miglioramento del benessere psicologico della persona e
della sua qualità di vita. Questa gita fuori porta, fatta di cultura, musica,
buon cibo condiviso, ha concluso il ciclo di incontri di marzo.
La Badiazza, col suo generoso
grembo che custodisce la storia della nostra città, ha ospitato le attese, i
pensieri, le emozioni e gli affetti che questo gruppo speciale ha portato sin
lì, donando riparo a uno stare insieme troppo spesso doloroso: un orizzonte di
bellezza che, certamente, se non nella memoria cerebrale, ha lasciato il suo
segno nello spirito di tutti coloro che hanno vissuto quella giornata.
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