MESSINA
Caduto in mare a Messina il 2 luglio del 1961. Il ricordo del Pilota Tullio Covre
di Redazione
 A Messina, il ricordo dell’eroe
pilota Tullio Covre, caduto in mare davanti la spiaggia di Maregrosso il 2
luglio del 1961, nella mattinata di giovedì 5 settembre. Nel pomeriggio l’incontro
con le autorità e i familiari nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni. Il
presidente del Centro Studi le Tre Torri di Messina, Vincenzo Randazzo,
organizzatore dell’evento, si rivolge alla cittadinanza per cercare delle
testimonianze e ricordare al meglio il tragico incidente, che ha visto l’ammarraggio
e poi l’inabissamento del piccolo aereo da turismo pilotato da Tullio Covre.Il primo momento si svolgerà alle ore
10.00 nella panoramica balconata a mare di Maregrosso “Ricrio a Mare”, a
seguire sulla spiaggetta del Bastione don Blasco momento di raccoglimento
dedicato al Pilota padovano Tullio Covre, alla presenza dei figli, nipoti e
amici, con l’intervento di mons. Vincenzo Castiglione. Nel pomeriggio, alle ore
16.30, nel Salone degli Specchi della Provincia Metropolitana, l’incontro con i
familiari, la cittadinanza, autorità civili e militari, per ricordare la figura
del pilota Covre “Asso della Regia Aereonautica Militare Italiana”. Seguiranno
gli interventi di saluto del presidente, Vincenzo Randazzo, del sindaco, Cateno
De Luca, della Famiglia Covre, di Franz Riccobono, di Giuseppe Tortorici e di
Sergio Cavacece. L’evento ha ottenuto i seguenti patrocini: Comune di Messina, Federazione
Combattenti e Reduci Sezione di Messina, Associazione Arma Aeronautica Sezione
di Catania, Gruppo Alpini di Messina, GAVS Gruppo Amici Veicoli Storici e del Cesv
Centro Servizi del Volontariato di Messina.
Pilota Tullio Covre: Nato
a Villafranca Padovana (PD), il 7 novembre 1917, morto a Messina il 2 luglio
1961.
Si arruola giovanissimo nella Regia Aeronautica all’età di 17 anni. Il
24 agosto 1935 acquisisce il brevetto di “pilota d’aeroplano”. Nel 1936, entra
nella Scuola Caccia di Aviano ottenendo il brevetto di “pilota militare” e,
successivamente, nel 1937, viene inviato in Africa orientale presso la 116a
Squadriglia, dove però contrae la malaria e viene rimandato in Italia. Nel
1938, riprende servizio, nel 1939 viene trasferito in Puglia e successivamente
in Ungheria, dove nelle vesti di istruttore, addestra al combattimento 60
piloti magiari. Per questi suoi servigi, viene decorato con l’Aquila di Santo
Stefano (brevetto nazionale di pilota) e nominato Cavaliere dell’Ordine Reale
di Santo Stefano d’Ungheria. Nel 1940, è promosso sergente
maggiore e aggregato al 53° Stormo C.T.
Ad inizio guerra, è trasferito al
C.A.I., in Belgio, presso il XX Gruppo 353 a Squadriglia, che successivamente
verrà dislocato in Libia e, nell’agosto del 1943, viene destinato al 1° Stormo
C.T. dove viene sorpreso dagli eventi armistiziali. Aderisce alla A.N.R.
(Aeronautica Nazionale Repubblicana) della costituita R.S.I. (Repubblica
Sociale Italiana) e viene destinato al 2° Gruppo Caccia 2° Squadriglia “Diavoli
Rossi” (5^ Squadriglia dopo il riordino del febbraio 1945), Nicola Magaldi al
comando del Capitano Mario Bellagambi. Accreditato dell’abbattimento di un
Republic P-47 Thunderbolt e di un North American B-25 Mitchell, nell’aprile del
1945, inizia l’addestramento con i nuovi ME109 ceduti dagli alleati tedeschi,
partecipa all’ultimo duello aereo dove perde la vita il sergente Renato Patton
ultimo caduto della A.N.R.
Impegnato in un combattimento contro
i P-51 Mustang in coppia con il sergente Antonio Tampieri, viene colpito e
mentre si appresta ad abbandonare il velivolo, si rende conto che il suo
compagno di volo sta per essere attaccato alle spalle. Rientrato nell’abitacolo,
riesce ad avvertire il pilota via radio dell’imminente pericolo, salvandogli
così la vita. Tullio Covre allora si lancia dal suo aereo, ma resta impigliato
nell’antenna radio, riesce però a divincolarsi e a lanciarsi proprio all’ultimo
istante. Decorato con Medaglia d’Argento al V.M. e Croce di Guerra al V.M. Dopo
la guerra, subisce l’epurazione come la maggioranza di chi aveva aderito alla
R.S.I.
Nel 1945, si sposa e dal matrimonio
nascono ben 7 figli. Ma il maresciallo Covre doveva pur vivere e andare avanti,
e così presso l’aeroporto di Boscomantino di Verona, fonda una pattuglia
acrobatica chiamata “Frecce Rosse”. Nel 1961, anno in cui troverà la morte,
partecipa al giro aereo di Sicilia con un Falco della Aeromere. Dopo la prima
tappa Palermo-Catania, il 2 luglio riparte in direzione Palermo, ma mentre si
trova su Messina, una delle due pale si rompe. Il pilota non si perde d’animo e
cerca di compiere un atterraggio di fortuna sulla sottostante spiaggia di
Maregrosso, ma essendo stagione estiva, la spiaggia era colma di bagnanti e di
bambini di una vicina colonia marina. Tullio Covre allora si sbraccia per
segnalare l’inconveniente, ma i suoi vistosi cenni vengono scambiati per saluti
affettuosi. Decide allora di compiere un ammaraggio, manovra che sarebbe
riuscita se il forte impatto con la superficie del mare, non gli avrebbe fatto
sbattere con violenza la testa sull’intelaiatura della radio di bordo,
facendogli perdere i sensi. L’aereo s’inabissa e con lui il generoso pilota.
Entrambi verranno recuperati dopo tre gironi a causa delle cattive condizioni
meteo marine. Per questo suo gesto di altruismo e generosità, la Fondazione
Carnegie gli conferisce una Medaglia d’Argento al valor civile.
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