MILITARE DI LEVA
ANA. Leva obbligatoria: Un servizio obbligatorio per il Paese
di Redazione
 L’Associazione
Nazionale Alpini esprimendo il pensiero di circa 400.000 soci, s’inserisce nel
dibattito politico in corso sul tema del ripristino della leva obbligatoria, ed
esprime le seguenti considerazioni e motivazioni. Oggi, a 13 anni dalla sua
sospensione, si avverte la necessità di colmare un vuoto educativo che sta
toccando in maniera trasversale tutti gli ambiti della società, dalla scuola alla
famiglia, dalla Chiesa alla politica. L’Associazione Nazionale Alpini, come
altre Associazioni d’Arma, chiedono alla politica di interessarsi di un
problema culturale ed educativo. Si tratta di tornare a seminare nelle nuove
generazioni il senso della responsabilità verso quello che è il bene comune. Di
fatto, noi chiediamo il ripristino di un periodo di servizio obbligatorio dei
giovani a favore della Patria nelle modalità che la politica vorrà individuare.Non
sfugge che il concetto educativo nelle nuove generazioni oscilla tra il polo
delle competenze e quello del mito del buon selvaggio, ovvero l’idea che
debbano crescere liberi perché poi arriverà la stagione delle responsabilità. L’idea
è appunto quella di chiedere ai giovani di assumersi la responsabilità
attraverso un servizio al Paese, incontrando una sensibilità che sta crescendo
non solo nelle associazioni d’Arma, ma anche tra la gente, nel popolo. Tale
servizio non necessariamente deve essere un servizio armato, ma sicuramente un
ausilio alle istituzioni militari e non, ma sempre rivolto al bene comune della
Patria.
Ricordando
che l’art. 52 della nostra Costituzione non è stato cancellato e, quindi, l’obbligo
al servizio dovrebbe imporsi come elemento cardine, allo stesso modo dell’obbligo
scolastico, perché dire a un giovane “se non hai voglia non partecipare”,
significa escludere proprio coloro che sono più disattenti a queste tematiche.
Noi la sensibilità al servizio abbiamo potuto assimilarla sotto naja, oggi dovrebbe
essere ugualmente un bagaglio formativo imprescindibile per un giovane che si
appresta a entrare nella società. Certo, non siamo perfetti, ma le prove della
bontà di cosa siamo le abbiamo da quasi un secolo sotto gli occhi. Qualcuno di
chi ci governa si è mai chiesto come mai l’Ana è una delle realtà più attive
nel mondo della solidarietà? E qualcuno si è mai chiesto come faccia ad
elargire 70 milioni di euro in solidarietà ogni anno?Ecco,
lo Stato dovrebbe concorrere a ricreare urgentemente un terreno in cui ogni
giovane debba essere educato e poter crescere in coscienza civica, per sfuggire
alla desertificazione del senso comune. Si tratta di una necessità che si
avverte sempre più forte nel Paese analogamente a un senso di smarrimento, per
il venir meno di punti di riferimento certi, a tutto vantaggio di un
individualismo che sembra frantumare il senso di responsabilità civile e
sociale. Nel chiedere il ripristino di un servizio obbligatorio per tutti i
giovani, maschi e femmine, crediamo sia possibile creare le condizioni per un
rilancio morale e sociale del nostro Paese, evitando di consegnare questa
speranza esclusivamente al mercato.
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