CATANIA
L’Educazione Civica oggetto di valutazione e quindi disciplina curriculare
di Redazione
 C’era
una volta l’Educazione Civica…. Comincia così la storia di una disciplina
scolastica, la cenerentola della scuola italiana, nata nella sala dei
Parlamenti del Castello “Ursino” di Catania, ai piedi dell’Etna e sul Mare
Jonio e, dopo tanti anni di solitudine e di trascuratezza, forse, potrà
indossare l’abito della festa e ritornare a contare come disciplina scolastica
e sarà oggetto di valutazione curriculare. Con questi auspici si è concluso il convegno dal titolo “L’Educazione civica ha sessanta anni”, celebrato a Catania, presso
il Castello “Ursino”, nel ricordo del 36° convegno
nazionale dell’“UCIIM” sul tema “L’insegnamento della Costituzione e l’Educazione
Civica dei giovani” che ha avuto luogo nel medesimo Castello nei giorni
9,10 e11 febbraio del 1957 con la prolusione del sen. Domenico Magrì, già
sindaco di Catania, dal titolo “La
democrazia italiana e i compiti dell’educazione civica”, mentre il prof.
Gesualdo Nosengo, fondatore dell’“UCIIM”, dopo aver letto il messaggio augurale
del presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, ha sviluppato il tema dell’Educazione
morale e l’Educazione alla libertà e, quindi, il pedagogista prof. Giovanni
Gozzer ha presentato l’Educazione civica come motivo ispiratore e come fattore
del rinnovamento della scuola italiana.
Nei
giorni successivi, sono state affrontate tematiche specifiche della scuola ed
il provveditore di Palermo, Lelio Rossi, ha presentato “La didattica dell’Educazione civica nella scuola elementare”; il
prof. avv. Camillo Tamborlini ha indicato “Le
prospettive di educazione civica nella nuova scuola secondaria” ed il prof.
Carlo Perucci ha illustrato “La didattica
dell’educazione civica nella scuola Secondaria Superiore”. Come si legge
sugli articoli di cronaca, raccolti e documentati in un ricco dossier curato
dal preside Giuseppe Adernò, presidente della sezione “UCIIM” di Catania,
Gesualdo Nosengo ha concluso la sua relazione di sintesi dicendo: “Tali dichiarazioni saranno riordinate da un’apposita
commissione che si riunirà a Roma domenica prossima e da esse saranno ricavate
le richieste che saranno dirette al Ministero della P.I. al Governo, con nota
ai partiti democratici.È intendimento del
Consiglio generale dell’‘UCIIM’ operare in modo che l’insegnamento della
Costituzione sia fattivamente introdotto nella scuola, come nuova materia per i
discepoli”. Quanto auspicato è veramente accaduto e quei
documenti di sintesi delle relazioni e delle conclusioni non rimasero semplici “atti
del convegno” da archiviare, ma sono state tramutate in atti concreti a vantaggio
della scuola italiana. L’anno successivo, con il DPR 585 del 13 giugno 1958, a
firma del Capo dello Stato, Giovanni Gronchi, e del Ministro dell’Istruzione,
Aldo Moro, si stabilisce che “I programmi
d’insegnamento della storia, in vigore negli Istituti e Scuole d’istruzione
secondaria e artistica, sono integrati con quelli di Educazione civica”.
Nacque
così, nella scuola italiana, l’Educazione Civica inglobata nella cattedra di
Italiano, Storia, Geografia, Educazione Civica, anche se conserva un valore
interdisciplinare e appartiene a tutti gli insegnamenti e, quindi, dovrebbe coinvolgere
tutte le discipline. Il prosieguo della storia lo conosciamo, la non completa
applicazione dei principi enunciati nella prassi ordinaria, le nuove emergenze
educative nelle diverse sfere e ambiti sociali: droga, devianza, legalità,
salute, il cambiamento del nome in “Educazione alla Cittadinanza” e poi “Cittadinanza
e Costituzione”, la piccola “Cenerentola” ha resistito anche senza l’abito
della festa, come “materia autonoma”, senza voto sul registro, ma sempre
presente nella progettualità formativa della scuola.
Testimone
e custode del Convegno nazionale del 1957 è stato il preside Francesco
Capodanno, storico presidente dell’“UCIIM” di Catania, sempre “maestro e guida”
d’intere generazioni di docenti, ai quali ha saputo trasmettere l’idea e l’amore
per una scuola-comunità che istruisce ed educa, insegnando a “saper guardare tutti e osservare a ciascuno”,
valorizzando le risorse e i talenti di ciascuno, una scuola sempre vigile e
attenta, specie verso quanti sono “bisognosi di particolari attenzioni”,
espressione pedagogica che modifica il termine burocratico di “portatori di
handicap”, ora sostituito con il termine “disabile”. Anche la presenza dell’ing.
Angelo Magrì, figlio del sen. Domenico Magrì, hanno dato valenza e continuità
storica ad un evento da non
dimenticare.
Nel
corso del convegno catanese del 10
febbraio, con la partecipazione del prof. Luciano Corradini, già sottosegretario
all’Istruzione e presidente emerito dell’“UCIIM”, è stato ribadito che “La Costituzione deve ritrovare il suo posto
centrale nella scuola”, come aveva insegnato Gesualdo Nosengo, in quanto i
valori in essa proclamati e “predicati” sono principi di “diritti e di doveri”
che i nostri padri costituenti ci hanno donato con saggezza e lungimiranza.Citando
Giorgio La Pira, Pietro Calamandrei e Luigi Sturzo, il prof. Salvatore Latora,
già presidente della sezione di Catania, ha guidato la riflessione sui sentieri
dell’educazione politica, che rende viva e partecipata la formazione dello
studente che sui banchi di scuola si prepara a divenire “cittadino”.
La
“pedagogia della cittadinanza”, ben evidenziata dal sottosegretario all’Istruzione,
Vito De Filippo, nel messaggio inviato ai convegnisti, e con convinta fermezza
si ribadisce che l’Educazione civica va attuata come insegnamento vero e
proprio e, quindi, inserita nel curricolo e valutata come le altre discipline. Nelle
leggi deleghe di prossima emanazione, tale innovazione appare ben evidenziata e
quando saranno approvate l’Educazione Civica e lo studio sistematico della
Costituzione riavranno la dignitas
che compete ai valori che la Carta costituzionale insegna e proclama.
Sono
intervenuti al convegno il segretario
regionale di “CttadinanzAttiva”, Giuseppe Greco, con la relazione “Cittadino di sana e robusta costituzione”, ed il prof.
Renato D’Amico, dell’Università di Catania, promotore della “Biennale della Cittadinanza” che si è
svolta a Catania nel 2016 e si riproporrà nel 2018, coinvolgendo tutte le
associazioni del terzo settore che operano nel sociale per un concreto sviluppo
del bene comune. La cultura della democrazia e della partecipazione s’insegna
con le parole, ma s’impara facendo ed ecco la valenza del progetto del “Consiglio
Comunale dei Ragazzi”, ideato e coordinato da 24 anni dal preside Adernò, che
rende responsabili e attivi gli studenti nella scuola “piccola Città”.
Non
si tratta di un gioco o di una finzione, ma di una vera lezione applicata che
produce nuovi apprendimenti imparando a conoscere, studiare e vivere la
Costituzione da veri cittadini e modificare i comportamenti nel rispetto dei diritti
e dei doveri. Una rappresentanza di studenti dei “CCR” di Trecastagni e Sant’Agata
Li Battiati, con la testimonianza delle ragazze sindaco, Marianna Vinciguerra e
Irene Corsaro, di Elisabetta Tuccio e Francesca Sileci, hanno dato vitalità e
concretezza agli enunciati teorici dei relatori. La presenza dei docenti della
Sezione “UCIIM” di Piazza Armerina, con il consulente mons. Scarcione, degli
studenti degli Istituti Tecnici “Marconi” e “Gemmellaro”, oltre agli studenti
del “CIPIA 1” di Catania, ha reso efficace il convegno, che si è concluso con la relazione-testimonianza della
prof.ssa Marilena Taormina, della Scuola media “Pluchinotta” di Sant’Agata Li
Battiati, coordinatrice del “CCR” e sostenitrice convinta dell’insegnamento
dell’Educazione Civica.
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