COMITATO SORVEGLIANZA PSR – SICILIA
NOTA SULLA RIMODULAZIONE DEL PSR – PIANO DI SVILUPPO RURALE DELLA SICILIA
di Redazione
 Il comitato di sorveglianza del PSR Sicilia
2007-2013, che si è riunito a Palermo l’8 giugno 2011, ha approvato la Scheda di notifica delle modifiche al Psr
che verrà inoltrata alla commissione europea all’inizio del mese di luglio per
l’approvazione definitiva. Il comitato è stato presieduto dalla dott. Barresi
che è anche direttore del dipartimento degli interventi strutturali per l’agricoltura
dell’assessorato regionale.
Su iniziativa del direttore regionale è
stata proposta e approvata, tra l’altro, la modifica n. 11 che prevede una
nuova azione, la 214/1G, per il contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico
e per il recupero del paesaggio agrario tradizionale, che va attivata assieme
alla misura 216 relativa ad “investimenti non produttivi in aziende agricole”.
Per quanto riguarda la città di Messina sono
state poste le premesse fondamentali affinché, con un’apposita deroga, anche i
villaggi rurali possano usufruire dei benefici previsti dall’asse 3 del PSR
(agriturismi, fattorie didattiche, etc.).
La nuova azione riguarda, esclusivamente, la
provincia di Messina nel suo complesso, con l’eccezione delle aree di pianura
che sono, com’è notorio, limitatissime. Appare chiaro come questa tipologia di
interventi non garantisca la risoluzione dei problemi, ma la stessa dimostra
che è stato fatto un approfondito studio degli avvenimenti succedutesi negli
ultimi anni e per i quali, ad oggi, pochi si sono interessati a contrastare le
avversità che hanno flagellato il territorio della provincia di Messina.
L’azione si applicherà, nell’area dei Monti
Nebrodi e sui versanti ionico e tirrenico dei Monti Peloritani, per le colture
terrazzate di nocciolo, agrumi, olivo, vite e fruttiferi misti tradizionali. I
beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli o associati, nonché provati
non-imprenditori che conducono superfici agricole non inferiori a 0.10 ettari.
La durata degli impegni è di 5 anni. L’obiettivo sarà quello di recuperare e
salvaguardare il paesaggio agrario, contrastare il dissesto idrogeologico,
evitare il rischio di desertificazioni e conservare le specie tipiche locali a
rischio di estinzione nelle aree a forte degrado della nostra provincia al fine
di ridurre, fortemente, la propagazione degli incendi. L’importo finanziario di
tutta l’operazione è di diverse decine di milioni di euro. È previsto che l’intervento
sia al 100% a fondo perduto. Com’è evidente si tratta di un intervento dalla
portata straordinaria che rappresenta un’opportunità che potrebbe determinare
una ripresa produttiva dei nostri territori collinari e montani con un
significativo aumento del reddito delle aziende ed un incremento della
manodopera agricola. Tutto ciò avviene in un momento di profonda crisi del
settore in tutta la provincia messinese. Questo risultato si deve al lungo
lavoro di concertazione della parte più attenta dell’agricoltura messinese che
ha visto impegnate le organizzazioni professionali agricole come, per esempio, Cia, Confagricoltura
e Coldiretti assieme agli Ordini degli agronomi e periti agrari, l’associazione
Città delle nocciole, l’assessore
provinciale all’agricoltura, i parchi dei Nebrodi e dell’Alcantara, alcuni comuni
come Ucria, l’associazione dei produttori dei Nebrodi ed il comitato degli
agricoltori di Giampilieri.
Nei diversi incontri che si sono susseguiti
a Messina e Palermo è stata esercitata un’azione coesa di tutte le forze che
interagiscono nel settore agricolo e nel mondo rurale, con richieste concordate
unitariamente, tali da rappresentare la necessità di un progetto di rinascita territoriale.
Si sottolinea il ruolo positivo svolto dall’assessorato regionale all’agricoltura
che, in questa occasione, ha recepito ed interpretato le sollecitazioni degli
agricoltori che vivono tra mille difficoltà dovute alle drammatiche alluvioni
di Giampilieri, Scaletta, Itala, S. Fratello, Caronia, Motta Camastra, nonché ai
devastanti incendi quali quelli di Tindari, dei Nebrodi e dei Colli S. Rizzo,
ma, naturalmente e soprattutto, alla crisi economica e sociale.
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