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 martedì 28 giugno 2011

COMITATO SORVEGLIANZA PSR – SICILIA

NOTA SULLA RIMODULAZIONE DEL PSR – PIANO DI SVILUPPO RURALE DELLA SICILIA

di Redazione


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Il comitato di sorveglianza del PSR Sicilia 2007-2013, che si è riunito a Palermo l’8 giugno 2011, ha approvato la Scheda di notifica delle modifiche al Psr che verrà inoltrata alla commissione europea all’inizio del mese di luglio per l’approvazione definitiva. Il comitato è stato presieduto dalla dott. Barresi che è anche direttore del dipartimento degli interventi strutturali per l’agricoltura dell’assessorato regionale.

Su iniziativa del direttore regionale è stata proposta e approvata, tra l’altro, la modifica n. 11 che prevede una nuova azione, la 214/1G, per il contrasto ai fenomeni di dissesto idrogeologico e per il recupero del paesaggio agrario tradizionale, che va attivata assieme alla misura 216 relativa ad “investimenti non produttivi in aziende agricole”.

Per quanto riguarda la città di Messina sono state poste le premesse fondamentali affinché, con un’apposita deroga, anche i villaggi rurali possano usufruire dei benefici previsti dall’asse 3 del PSR (agriturismi, fattorie didattiche, etc.).

La nuova azione riguarda, esclusivamente, la provincia di Messina nel suo complesso, con l’eccezione delle aree di pianura che sono, com’è notorio, limitatissime. Appare chiaro come questa tipologia di interventi non garantisca la risoluzione dei problemi, ma la stessa dimostra che è stato fatto un approfondito studio degli avvenimenti succedutesi negli ultimi anni e per i quali, ad oggi, pochi si sono interessati a contrastare le avversità che hanno flagellato il territorio della provincia di Messina.

L’azione si applicherà, nell’area dei Monti Nebrodi e sui versanti ionico e tirrenico dei Monti Peloritani, per le colture terrazzate di nocciolo, agrumi, olivo, vite e fruttiferi misti tradizionali. I beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli o associati, nonché provati non-imprenditori che conducono superfici agricole non inferiori a 0.10 ettari. La durata degli impegni è di 5 anni. L’obiettivo sarà quello di recuperare e salvaguardare il paesaggio agrario, contrastare il dissesto idrogeologico, evitare il rischio di desertificazioni e conservare le specie tipiche locali a rischio di estinzione nelle aree a forte degrado della nostra provincia al fine di ridurre, fortemente, la propagazione degli incendi. L’importo finanziario di tutta l’operazione è di diverse decine di milioni di euro. È previsto che l’intervento sia al 100% a fondo perduto. Com’è evidente si tratta di un intervento dalla portata straordinaria che rappresenta un’opportunità che potrebbe determinare una ripresa produttiva dei nostri territori collinari e montani con un significativo aumento del reddito delle aziende ed un incremento della manodopera agricola. Tutto ciò avviene in un momento di profonda crisi del settore in tutta la provincia messinese. Questo risultato si deve al lungo lavoro di concertazione della parte più attenta dell’agricoltura messinese che ha visto impegnate le organizzazioni professionali agricole come, per esempio, Cia, Confagricoltura e Coldiretti assieme agli Ordini degli agronomi e periti agrari, l’associazione Città delle nocciole, l’assessore provinciale all’agricoltura, i parchi dei Nebrodi e dell’Alcantara, alcuni comuni come Ucria, l’associazione dei produttori dei Nebrodi ed il comitato degli agricoltori di Giampilieri.

Nei diversi incontri che si sono susseguiti a Messina e Palermo è stata esercitata un’azione coesa di tutte le forze che interagiscono nel settore agricolo e nel mondo rurale, con richieste concordate unitariamente, tali da rappresentare la necessità di un progetto di rinascita territoriale. Si sottolinea il ruolo positivo svolto dall’assessorato regionale all’agricoltura che, in questa occasione, ha recepito ed interpretato le sollecitazioni degli agricoltori che vivono tra mille difficoltà dovute alle drammatiche alluvioni di Giampilieri, Scaletta, Itala, S. Fratello, Caronia, Motta Camastra, nonché ai devastanti incendi quali quelli di Tindari, dei Nebrodi e dei Colli S. Rizzo, ma, naturalmente e soprattutto, alla crisi economica e sociale.


 


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