GUARDIA DI FINANZA
Brillanti operazioni del Gruppo Aeronavale di Messina nel Canale di Sicilia
di Redazione
Due brillanti operazioni,
coordinate dal colonnello Giuseppe Minutoli del “Gruppo Aeronavale” della
Guardia di Finanza, di Messina, sono state portate a termine sul Canale di Sicilia. Quasi due giorni di intense,
ininterrotte e rischiose attività di polizia nel Canale di Sicilia, che hanno visto,
ancora una volta, protagonisti i militari della Guardia di Finanza. L’operazione,
ha portato al sequestro col trasferimento a rimorchio nel Porto di Trapani, della
motonave “Aberdeen”, battente bandiera del Togo, con a bordo un ingente
quantitativo di droga, fermata alle ore 15,30 del giorno 23 giugno, a circa 24
miglia a Sud-Ovest dell’isola di Pantelleria, da tre unità navali d’altura del “Gruppo
Aeronavale”, di Messina.
In particolare, il servizio –
innestato in un più articolato dispositivo tattico diretto dal “Comando
Operativo Aeronavale del Corpo di Pomezia” (LT), integrato da un “Guardacoste
Veloce del gruppo Aeronavale di Cagliari” e da un aereo del “Gruppo
Esplorazione Aeromarittima di Pratica di Mare” (LT) e, successivamente, da due
ulteriori “Guardacoste Veloci”, dislocati in Lampedusa – discende da specifiche
informative acquisite dall’Intelligence del Corpo, in raccordo con il “Centro
Analisi e Operazioni Marittime” (MAOC), di Lisbona, e l’“Agenzia delle Dogane
Francesi”.
Intimato l’ALT, secondo le
procedure del Diritto Internazionale, da parte del Pattugliatore Veloce “P.V.7
PAOLINI” e dai Guardacoste Veloci “G.120 CALABRESE” e “G.127 FINANZIERE ZOCCOLA”.
Intimazione alla quale – dopo un iniziale cenno di adesione – ha fatto seguito
la palese manifestazione della volontà di proseguire la navigazione
(confermando, pertanto, i sospetti del certo coinvolgimento nell’illecito
traffico represso), con repentine e pericolose accostate della motonave verso
le acque internazionali a serio pregiudizio, tra l’altro, dell’incolumità delle
tre unità navali operanti e, soprattutto, dei relativi equipaggi. Tale
atteggiamento tenuto dagli occupanti la motonave, come palese disobbedienza,
nonché resistenza e violenza alle tre unità navali militari citate, ha reso
necessario un rischiosissimo ed estenuante atteggiamento di forza da parte dei
finanzieri operanti, ancor più indotto dalla ritrosia confermata ed il
reiterarsi di manovre pericolose da parte dell’equipaggio fuggitivo, ad
evidente pregiudizio dell’incolumità dei mezzi ed equipaggi delle Fiamme Gialle,
solo grazie al quale si è potuto pervenire alla cattura della Motonave.
I finanzieri saliti a bordo della
motonave ne hanno bloccato i 16 componenti l’equipaggio – di presunta
nazionalità libanese e indiana – rinvenendo, al contempo, un ingente
quantitativo di hashish stimato intorno alle 40 tonnellate. Con l’arrivo del
convoglio nel Porto di Trapani, è stato dato avvio alle attività di polizia
giudiziaria nei confronti dei componenti l’equipaggio, posti in stato di fermo
a disposizione della locale Procura della repubblica, con il sequestro della motonave
e dell’ingente quantitativo di sostanze stupefacenti.
Si tratta del più grosso
sequestro di stupefacenti ad oggi operato in mare, che riconferma l’importanza
e l’efficacia del presidio aereo e marittimo della Guardia di Finanza
attraverso la sua Componente Alturiera accrescendo, ulteriormente e al
contempo, il lustro del Comando Aeronavale attraverso i professionisti del “Gruppo
Aeronavale”, di Messina.
La seconda operazione è relativa
alla prevenzione e repressione dei traffici di vite umane via mare, svolta dai
militari del “Gruppo Aeronavale” della Guardia di Finanza, di Messina. Avvenuta
nella mattinata del 24 giugno, a seguito di una segnalazione ricevuta dal “Comando
Operativo Aeronavale”, di Pomezia (LT), il Guardacoste veloce G.125 FUSCO del Nucleo
di Manovra di Augusta, intercettava a circa 30 miglia a sud-est da Capo Murro
di Porco (SR), un’imbarcazione di tipo “Moto Yacht” ferma alla deriva, con a
bordo numerose persone extracomunitarie. Nella stessa zona era presente anche
la Nave Bergamini, della Marina Militare Italiana, che monitorava l’imbarcazione
ed, in raccordo con quest’ultima, il comandante del Guardacoste G.125 Fusco
riusciva a trasbordare tre finanzieri sul Moto Yacht, i quali dopo aver
constatato il buono stato di salute degli occupanti, provvedevano a poter
rimettere in moto i motori in avaria riuscendo così ripristinarne l’efficienza.
Considerato il peggioramento
delle condizioni marine, l’imbarcazione veniva scortata dalla predetta unità
navale del Corpo – unitamente, alla vedetta CP.323 della Guardia Costiera,
giunta in quel momento sul luogo dell’evento ed alla nave Bergamini – e fatta
dirigere verso le coste siracusane. Di lì a poco, giungevano, presso
la banchina commerciale del Porto di Augusta, ed iniziavano le procedure delle
operazioni di sbarco dei migranti, i quali venivano affidati al dispositivo di
accoglienza, nonché al personale medico anch’esso presente. I cittadini
extracomunitari salvati risultavano essere 48 maschi, 11 minori e 2 donne,
tutti di sedicente nazionalità Siriana e Palestinese.
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